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lunedì 30 dicembre 2013

MELONE MINNA TE MONECA

Melone "seno di monaca" 

di Angelo Passalacqua



Ancora un gioiello orticolo originario del Salento, una vecchia varietà di melone "vernino" o da"serbo", quelli da gustare fuori stagione



Devo ringraziare l'amico Marco C. per avermi affidato anche questa varietà di melone



I meloni sono di pezzatura grossa, raggiungono anche pesi elevati, tre chili ed oltre. Ricordo che questi meloni, come quasi tutte le varietà "antiche", rendono al meglio se coltivati in "seccagna", senza irrigare.



La denominazione suscita una giustificata curiosità, a prima vista non si capisce cosa abbiano in comune questo melone ed una parte anatomica di una religiosa...



La spiegazione sta nel candore della polpa sotto la "veste", come accade ad esempio con la famosa susina "coscia di monaca", bianchissima polpa con colore di una pelle che non vede mai la luce... E l'usanza di fasciare molto stretto il petto causava l'appiattimento dei seni.

Va anche ricordato che il nome dialettale salentino è utilizzato anche in Sicilia ( i dialetti hanno radici in comune ), qui però è riservato ai meloni "mal riusciti", dalla forma irregolare, va detto che il "minna te moneca" spesso presenta irregolarità dei frutti.



All'interno si nota la ridotta cavità placentare, lo spazio coi semi è minimo, tanta polpa profumata e di ottimo sapore. Nelle foto si vede chiaramente che il melone cominciava a deteriorarsi anzitempo, partendo dalle zone polari, di solito la conservazione dura molto più a lungo, la colpa è da imputare alla annata 2013, poco favorevole.

domenica 15 dicembre 2013

CIPERO - RACCOLTO

La raccolta dei ciperi 

di Angelo Passalacqua



Il momento tanto atteso è finalmente arrivato, in ritardo di qualche mese per questo strano autunno che alterna tifoni tropicali ad un beltempo quasi estivo...


Sono passati mesi da quando vi ho mostrato le tre piantine di cipero in crescita, per il clima favorevole non mostravano segno di appassimento, dalla data presunta di fine Ottobre ho potuto estirpare e raccogliere solo ora!

Come vedete, da buona "infestante" ha tenuto alla larga le infestanti cresciute in autunno.


Ed ecco le tanto attese "mandorle di terra" venire alla luce!


Le giornate soleggiate ed il freddo vento di tramontana hanno asciugato il terreno dopo l'alluvione, non vedevo l'ora di poter raccogliere, temevo che i bulbetti potessero marcire!


Per fortuna nessun problema, è bastato tenere le radici esposte all'aria tiepida di 12 gradi intorno a mezzogiorno e la terra che avvolgeva i ciperini si staccava asciugandosi.


La bilancia ha segnato il peso del raccolto a 350 grammi, partendo da tre ciperini seminati non c'è da lamentarsi, proprio un ottima resa! 



Ovvio che non assaggerò horchata per quest'anno, i ciperini si asciugheranno qualche altro giorno a casa mia e poi partiranno, siete in tanti a cui li ho promessi e posso ora premiare la vostra grande pazienza!


venerdì 6 dicembre 2013

POMODORO DI MORCIANO

Pomodoro di Morciano di Leuca 

di Angelo Passalacqua




Eccolo, il pomodoro per "cunzare le frise", rigorosamente fatte con la farina d'orzo, due tesori della magnifica terra del Salento!



Tutti i paesi del Salento  hanno sempre una specialità ortiva, Morciano di Leuca ne ha più di una, ricorderete il melone vernino di cui vi ho già parlato, questo buonissimo pomodoro porta il suo nome. 

http://www1.inea.it/ist/coaltabozza/pomodoro.pdf 



I pomodori che vedete in foto non provengono dai miei orti, li coltiverò nel 2014, sono un gradito regalo (assieme ad altre rarità salentine) dell'Amico Marco C. , giovane wwoofer in periodo di lavoro in un azienda agricola locale,mi è sembrato giusto farvi vedere quello che otterrete se mi chiedete i semi...

http://www.torrevado.info/salento/pdf/Coltivazione-del-pomodoro-ricette-tipiche.pdf



Il sapore è squisito, vi assicuro che anche molto maturi, come vedete in foto cominciavano a raggrinzirsi, ne sono venute fuori delle insalate da leccarsi i baffi!





sabato 30 novembre 2013

POMODORO REGINA

Pomodoro regina di Torremaggiore 

di Angelo Passalacqua




In Puglia sono due pomodori a portare lo stesso nome di nobile origine, il più conosciuto Regina di Torre Canne, frazione di Fasano ed il meno noto Regina di Torremaggiore 


Torremaggiore è una cittadina in provincia di Foggia, situata nella zona di confine con la Campania ed il Molise, qui si trovano varietà di ortaggi "locali" diverse dalle altre pugliesi


Il nome nobile dato a questi pomodori è dovuto al caratteristico peduncolo della bacca, le punte si alzano come nella corona di una regina: 



Ho coltivato le due piantine nate dai pochi semi avuti nei miei terreni sabbiosi ed aridi, come sempre senza letame né compost, limitandomi ad irrigare ogni quattro giorni, i risultati sono stati ottimi, piante piccole ma piene di frutti, sane e robuste, nonostante l'annata 2013 non proprio favorevole.... Posso dire con certezza che questa varietà si trova più a suo agio in terreni argillosi, la conferma nella prossima primavera nel mio orto "a secco". 


Il peso dei pomodori è di ottanta grammi e più, la buccia è sottilissima e non disturba nell'uso principale, quello di interprete principale in gustose insalate! Molta polpa di ottimo sapore, il gusto non risente di una eventuale sovramaturazione, pecca di molti pomodori che sanno di "marcio". 


Si trovano poche informazioni su questo pomodoro, come ho già detto prima in questa zona della Puglia ci sono molte varietà sicuramente frutto di scambio con le regioni adiacenti, una descrizione di questo pomodoro, o qualcosa di molto simile, l'ho trovata qui:

http://www.centromusa.it/varort/index.php?option=com_content&view=article&id=692%3Acomet--reginella&catid=38%3Aortaggi&Itemid=72&lang=it 

E qui spunta fuori un altro pomodoro Regina ed io sono di nuovo a caccia di semi...

http://www.centromusa.it/varort/index.php?option=com_content&view=article&id=701%3Aregina&catid=38%3Aortaggi&Itemid=72&lang=it 

domenica 24 novembre 2013

ALBERI DI CANTO

Un'altra Biodiversità

di Angelo Passalacqua


L' "Albero di Canto" è il nome che si attribuisce a quei contadini che secondo l'opinione generale di un villaggio sanno a memoria un'infinità di melodie.
            
                                                                                                                    Bela Bartok 

http://www.alberidicanto.org/

Un'altra biodiversità che stiamo perdendo, strettamente legata a quella contadina coi suoi alberi, semi, canti e dialetti.


http://www.patriarchinatura.it/immagini/gallery/patriarchi_regione/19_Sicilia_Castagno_100_cavalli.jpg 

Un popolo
mettetelo in catene
spogliatelo
tappategli la bocca
è ancora libero.

Levategli il lavoro
il passaporto
la tavola dove mangia
il letto dove dorme,
è ancora ricco.

Un popolo
diventa povero e servo
quando gli rubano la lingua
ricevuta dai padri:
è perso per sempre.

Diventa povero e servo
quando le parole non figliano parole
e si mangiano tra di loro.
Me ne accorgo ora,
mentre accordo la chitarra del dialetto
che perde una corda al giorno."

Ignazio Buttitta, "Lingua e dialetto"
http://www.youtube.com/watch?v=4GLdxHNJMtQ

http://www.youtube.com/watch?v=JYbTbF2yVYI



 http://www.patriarchinatura.it/immagini/gallery/patriarchi_regione/18_Calabria_Platano_di_Curinga.jpg 

https://www.youtube.com/watch?v=TY_o_tz66qI 


http://www.patriarchinatura.it/immagini/gallery/patriarchi_regione/15_Campania_Olivo_di_Cicciano.jpg

http://www.youtube.com/watch?v=Jj36Sb6xTZI

Enzo Del Re, l'artista che voleva essere pagato come un operaio, non di più. Andò al Nord a lavorare con Dario Fo e Franca Rame,  sue "Lavorare con lentezza" e "Avola".


http://www.patriarchinatura.it/immagini/gallery/patriarchi_regione/17_Basilicata_Pino_loricato.jpg  

http://www.youtube.com/watch?v=q1cXWCiQejI
http://www.youtube.com/watch?v=wuJR4op-HDg 



http://www.patriarchinatura.it/immagini/gallery/patriarchi_regione/14_Molise_Re_Fajone_Vastogirardi.jpg

https://www.youtube.com/watch?v=aYFjR6EHThI



http://www.patriarchinatura.it/immagini/gallery/patriarchi_regione/16_Puglia_Vallonea_Tricase.jpg 

https://www.youtube.com/watch?v=SYq8aVceT3Y 



http://www.patriarchinatura.it/immagini/gallery/patriarchi_regione/03_Liguria_Cerro_Varese_Ligure.jpg

https://www.youtube.com/watch?v=KhjO8QcNlXY
http://vimeo.com/69342922

Questo post avrei voluto dedicarlo a Paolo, a ferragosto scorso, ma non ho potuto essere puntuale, ma in fondo siamo in tanti qui che non ci tengono molto a ricorrenze e cerimonie, ogni giorno è quello giusto...


giovedì 21 novembre 2013

COCOMERO BIANCO

Conosciuto anche come "cocomero da marmellata"
di Roberta

Grazie ad uno scambio di semi, lo scorso inverno ho ricevuto i semi di un cocomero chiamato "cocomero bianco" inviati da un signore di Firenze. Non ne conosco l'origine, ma in questa estate in cui è nato veramente poco, ogni pianta ha dato un lungo e grosso frutto, che abbiamo raccolto a fine ottobre.

Quello in primo piano è il cocomero bianco, quella dietro è la zucchina romanesca andata in seme

 Abbiamo voluto provare questo interessante frutto qualche giorno fa, dopo circa un mese dalla sua raccolta.


Pensavamo di mangiarlo come frutta ed invece abbiamo scoperto che non era dolce come gli altri cocomeri (angurie).
Probabilmente questo può essere dipeso dal fatto che non ha ricevuto molto sole diretto, avendolo messo sotto una zona molto ombreggiata. Quindi proveremo sicuramente il prossimo anno a metterlo sotto il sole diretto.


Invece, con estrema sorpresa non era insipido, ma molto croccante dal gusto di cetriolo. Lo abbiamo infatti ribattezzato cetriolo gigante da serbo.
Lo abbiamo provato ad insalata, misto a pomodori da serbo. Il risultato è stato eccellente.

Qui l'insalata era già stata divorata
Cosa dire di più? A noi è parso un enorme cetriolo ottimo da conservare per l'inverno in modo da poterlo gustare in insalata, magari a Natale, quando di cetrioli non se ne vede l'ombra. Molto croccante e gustoso, ha una pelle molto sottile che potrebbe anche essere mangiata, quindi non si butta niente.

Ha pochi semi, grandi e di colore tra il grigio e il verde, quindi è facile toglierli mentre si taglia a fette.
Forse nella foto di sotto riuscite a vederne meglio i colori.


In conclusione, una bella e croccante scoperta.


mercoledì 13 novembre 2013

MELANZANA DI ROTONDA - I SEMI

I SEMI DELLA ROSSA DI ROTONDA 

di Angelo Passalacqua 

Per questa melanzana molto particolare è stata un annata coronata da un meritato successo, è stata distribuita anche fuori dalla Basilicata contribuendo a farla conoscere in tutta Italia. Ne ho parlato nel post di molti anni fa, ogni tanto l'ho aggiornato con notizie e foto "fresche".

http://amicidellortodue.blogspot.it/2009/09/melanzana-di-rotonda.html



Ho inviato i semi della Rossa un pò ovunque, in Italia ed all'estero, mi è stata richiesta da tutti coloro che mi hanno contattato per gli scambi, molti sono rimasti perplessi quando la pianta ha cominciato a fruttificare, è molto diversa dalle melanzane "normali"! Ricordo che la patria di origine italiana è Rotonda, nel Parco del Pollino, coltivata nei miei terreni murgiosi non è affatto cambiata, rimane una melanzana dal sapore unico, eccezionale! Questa che vedete in foto è di dimensione standard, il peso è di 75 grammi, di solito ce ne sono più grandi e... molte più piccole! Ma se le  assaggiate non baderete a questo aspetto secondario, di poco conto, continuerete a coltivarle, troppo buone per abbandonarle!


 
A differenza delle altre melanzane, per prenderne i semi non si deve aspettare la sovramaturazione delle bacche, quando i semi sono maturi ma le melanzane non hanno più la polpa commestibile, la Rossa è sempre buona da mangiare! Nelle foto vi mostro il metodo giusto per raccogliere i semi.



Dopo aver aperto la melanzana sono evidenti le "logge" coi semi, basta semplicemente tagliare e prendere i semi con la punta del coltello. Ricordo che la Rossa è piena di sostanze antiossidanti e non annerisce la polpa a contatto con l'aria, si può lavorare senza fretta.






La polpa è piena di succo, i semi vanno messi ad ascigare in un piatto in plastica o in ceramica, mai su carta! Consiglio di passarli nel solito colino sotto acqua corrente prima di metterli ad asciugare ma non è indispensabile.



Con questo metodo i semi si conservano bene per lungo tempo, per mia prova arrivano a sei anni mantenendo una germinabilità pari al cento per cento circa!

lunedì 4 novembre 2013

PATATA VITELOTTE /2

LA PATATA VITELOTTE /2

di Angelo Passalacqua


Non è più la "sconosciuta" di qualche anno fa, quando le patate nere o blu catturavano l'attenzione e creavano dubbi di commestibilità che frenavano i più timorosi!



Quasi tutti i coltivatori alle prese con questa particolare patata ne abbandonano presto la coltivazione, spaventati dai tuberi di dimensioni ben più piccole delle normali patate! La temuta "scarsa produttività" che in verità non c'è, come potete vedere nel post precedente!

La Vitelotte appartiene ad una varietà particolare di Solanum tuberosum, le cosidette "patate amare", S. ajanhuiri, incrocio spontaneo tra le patate selvatiche S. megistacrolobum e le patate coltivate S. stenotomum. Sono patate semiselvatiche, le più resistenti al freddo, il loro corredo cromosomico è da pianta selvatica, solo 24.

http://link.springer.com/article/10.1007%2FBF02858307#page-1 

Le patate diploidi crescono in zone fredde e con una durata di coltivazione molto breve, sulle Ande, le Vitellotte non sono però amare, la sua polpa viola è anzi di ottimo sapore, assieme ad un altra varietà con la polpa di color giallo.



Patate nere "normali" sono presenti con molte varietà, a destra nella foto ne vedete una, molto evidente la differenza con la Vitelotte, a sinistra, con la sua polpa diversa da tubero a tubero, più o meno striata o scura in modo uniforme.



Un tubero di Vitelotte grande come ad una nocciola darà un raccolto di molte patate dal peso di 30 grammi o di quasi due etti, quindi l'accusa di produrre poco è falsa.

In cucina la sua polpa molto soda è apprezzatissima, come confermano quelli che l'assaporano... Un segreto per la perfetta riuscita del puré è sbucciarle prima di lessarle, immergere in acqua fredda da portare all'ebollizione, salare e continuare la cottura per altri 10 minuti circa.



Altra curiosità per questa patata è l'antico modo di conservarla nei freddi luoghi di origine, a differenza delle patate normali la cui polpa si deteriora con le basse temperature, il chuño 

http://it.wikipedia.org/wiki/Chu%C3%B1o 

http://en.wikipedia.org/wiki/Chu%C3%B1o 

Le patate ajanhuiri non producono semi fertili, sono classificate come piante perenni perché basta lasciare un piccolo tubero nel terreno per avere un raccolto, però vengono usate dai ricercatori per ottenere nuovi ibridi, come fa il famoso Tom Wagner:

http://tatermater.proboards.com/thread/702/solanum-ajanhuiri-etc?page=1&scrollTo=4884 


venerdì 11 ottobre 2013

JACK BEAN - FAGIOLO BRASILIANO

Brazilian broad bean (Canavalia ensiformis)
di Alon
http://en.wikipedia.org/wiki/Canavalia_ensiformis

Lo scorso anno, un generoso membro di questo fantastico blog, mi ha inviato un paio di semi di Jack Bean, ricevuti a sua volta da un altro membro del blog.
Così, anche senza aver ancora fatto niente, i semi sono arrivati con il dolce aroma dell'avventura.


I preziosi semi sono stati seminati in luogo protetto su terriccio sterile. Tutti i semi sono germogliati splendidamente, e più tardi sono stati trapiantati all'esterno.
Nel clima caldo e nel terreno pesante del mio orto sono cresciuti inaspettatamente bene ed hanno mostrato buona resistenza alla siccità, ai parassiti ed alle malattie.
Questi piccoli cespugli sono qualcosa di differente dagli altri più comuni fagioli. Possono arrampicarsi un po' ma riescono anche a sostenere se stessi fino a un certo punto. Anche le foglie assomigliano più a quelle di un albero che a quelle dei fagioli comuni.


Il Jack bean è un membro della famiglia delle leguminose con un soprannome che ricorda sospettosamente il racconto dal titolo "Jack e il fagiolo magico"

In realtà la prima volta che i semi di Canavalia ensiformis hanno catturato la mia attenzione è stato alcuni anni fa, e questo ha avuto a che fare con il modo unico di commercializzare questi fagioli come "Fagioli magici" o "fagioli magici dei desideri":
il seme viene inciso  con alcune parole o simboli e poi si semina in un piccolo vaso da dare come regalo a qualcuno. Come il fagiolo germoglia e i cotiledoni emergono dal suolo, le parole incise diventano visibili.
Ecco la nota di un brevetto che ha a che fare con questo argomento:
http://www.google.com/patents/US20060032127

Questo particolare uso del Jack bean lo ha lanciato come una delle poche piante che sono vendute come gadget. Un altro esempio di pianta usata come gadget è il "Lucky Bamboo Keychain".

Esistono altri membri del genere Canavalia e forse in tempi futuri proverò anche a coltivarli, più che altro per curiosità.


Ora all'età di 5 mesi, le piante di jack bean stanno producendo un secondo raccolto, dopo circa 3 mesi dal primo.
I baccelli stanno crescendo velocemente e raggiungono la lunghezza di 35 cm e più con una larghezza di 3/4 cm, anche prima di sviluppare ogni segno di presenza del seme interno.

A questo stadio i baccelli sono ancora teneri e possono essere consumati, anche se sono più teneri e gustosi a dimensioni più piccole.
Da quello che ho potuto capire, anche i semi verdi ed immaturi sono commestibili, dopo la bollitura, ma non li ho ancora provati, perché preferiamo mangiare i giovani e teneri baccelli.


Come altre leguminose, come ad esempio la cicerchia (Lathyrus sativus), anche i Jack Bean contengono una piccola quantità di tossine e quindi non è consigliato mangiarne in grandi quantità (specialmente i semi maturi).
I baccelli che abbiamo mangiato sono stati prima bolliti e dopo aver tolto acqua, conditi con sale e olio.


Il gusto è diverso dagli altri fagioli comuni e cambia anche in rapporto alla dimensione/maturità dei baccelli.
C'è qualcosa in questi fagioli che ricorda i carciofi, anche se gli unici fagioli assaggiati sono stati quelli che sono cresciuti sul nostro terreno.
Al fine di ottenere dati più apprezzabili, dovrò coltivare questo fagiolo per un'altra stagione.


Al momento queste piante vecchie di 5 mesi non mostrano alcun segno di fatica e, dal momento che sono piantati in una pianura suscettibile di brevi inondazioni nei piovosi inverni, sarà interessante vedere se sopporteranno i piedi bagnati, e continueranno anche per l'anno prossimo.


Il mio obiettivo di coltivare le piante è di avere qualcosa di commestibile dal momento che l'acqua è molto preziosa ed utilizzarla solo a scopi decorativi è qualcosa di cui faccio a meno.
Detto questo ... questi baccelli particolari del jack bean sono molto gustosi e hanno solo bisogno di un po' di acqua per crescere.