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lunedì 29 settembre 2014

CHIA

Salvia Hispanica
di Claudia M.


Dopo secoli dal viaggio di Colombo, continua l'invasione di piante e semi dal Sud America.
Da una parte ci consigliano di evitare qualsiasi alimento proveniente da Paesi lontani, perché risulterebbe alieno ai nostri organismi, stigmatizzando anche cibi relativamente antichi, come patate e pomodori, che non sarebbero ancora recepiti come "cibo" dal nostro organismo, dall'altra frutti, bacche e semi del Nuovo Mondo vengono consigliati ed elogiati come panacea.
Da qualche anno si sono diffusi anche i semi di Chia, o Salvia Hispanica. Questi semi contengono una serie di elementi e nutrienti molto benefici e lascio a ognuno l'interpretazione delle loro qualità salutistiche e dei possibili benefici per la propria salute.
I semi hanno un gusto gradevole piuttosto neutro, che ne rende semplice l'assunzione. Si possono mangiare da soli o aggiunti a preparazioni crude o cotte, dolci o salate. Un uso particolare è quello di lasciarli a bagno in acqua. Rilasceranno un gel che si può usare nei dolci come legante, in sostituzione delle uova.
I semi hanno anche una buona conservabilità, in quanto non irrancidiscono facilmente come altri semi. Ma questi sono discorsi estranei al mio coltivare, perché qui le piante arrivano a malapena a fiorire, non consentendomi di raccogliere e usare semi autoprodotti.
La quantità di specie che coltivo è in continuo aumento e, se una volta non ci avrei pensato nemmeno un minuto, adesso inizio a dover fare delle scelte e a rinunciare a seminare qualcosa, se ho l'impressione che il tentativo non avrà successo. Temevo di sprecare spazio, coltivando una pianta che difficilmente avrebbe prodotto i semi, che allora credevo fossero l'unica sua parte commestibile.
l'incoraggiamento di Orto delle Piane e le notizie trovate da Arvalia mi hanno convinta all'esperimento. http://amicidellortodue.blogspot.it/2008/01/pagina-aperta.html?showComment=1378991762320#c6489869663657386814

Ora posso affermare che è stato un successo.
Ovviamente l'apprezzare le foglie di Chia è legato al gusto personale. Un amico cui avevo fornito i semi ha estirpato il tutto, giudicando queste foglie poco aromatiche.
A mio avviso sono da usarsi come verdura più che come erba aromatica: se delle comuni varietà di salvia si aggiungono un paio di foglie a un piatto, la chia deve essere la base della preparazione.

Passiamo all'esperienza di coltivazione.
Ho iniziato con una prova di germinabilità, per capire se i semi adatti al consumo fossero anche vitali. Li provai nell'autunno dell'anno scorso. I semi nacquero bene e svilupparono le foglie vere, ma il clima ormai inclemente le condannò dopo solo un mese di vita.
In primavera le cose sono andate molto meglio: a fine marzo sono spuntate le prime foglie vere


La crescita è stata piuttosto veloce



A metà aprile alcune piantine raggiungevano l'altezza di 25 cm


mentre altre erano ancora piccolissime, qui si vede la differenza tra piantine seminate tutte lo stesso giorno


Nonostante questa grande differenza nelle prime fasi di coltivazione tutte le piante si sono sviluppate bene e attualmente non sono distinguibili.
La produzione è stata abbondantissima


Ho raccolto le foglie per un lungo periodo di tempo, fino al momento in cui sto scrivendo, e sicuramente continuerò anche in ottobre, anche se ultimamente hanno presentato dei problemi.
A partire da fine agosto le foglie apicali hanno iniziato a seccarsi ed accartocciarsi.


Le ho lasciate, sperando che potessero ugualmente fiorire, ma la situazione non migliora, penso che le spunterò. Questa atrofizzazione degli apici ha rallentato la produzione, ma non l'ha fermata. La pianta ha continuato a produrre foglie dalle diramazioni laterali.


Ho anche iniziato a trovare un gran numero di foglie mangiate, con ampie zone mancanti, senza peraltro scoprire quali insetti ne fossero responsabili.


L'altezza delle piante è di 180 cm.
Sono piantate dove metterò la serra, vedremo come si comporteranno nei prossimi mesi.

Come dicevo ho utilizzato le foglie come una normale verdura, quindi usandone una buona quantità, essendo il loro aroma intenso ma delicato.
Il mio uso preferito è senza dubbio il risotto con fiori di zucca e foglie di chia.
Non ho una ricetta particolare. Io cucino tutto in modo semplice e piuttosto scondito. Basterà preparare il risotto col sistema preferito. Chi butta il riso nel brodo in ebollizione butterà nello stesso anche Chia e fiori di zucca triturati grossolanamente, chi preferisce soffriggere il riso con olio (o burro) e cipolla o quant'altro aggiungerà le verdure a questo soffritto.
Le uso anche nelle crocchette di verdura, o nelle minestre, e le trovo anche lì gradevoli, anche se l'accoppiata coi fiori di zucca e risotto è insuperabile.
Inoltre le faccio essiccare e le sbriciolo assieme agli altri aromi, per preparare i miei aromi secchi misti.
I semi si trovano in vendita nei negozi di alimentazione naturale e nelle erboristerie. Il costo non è basso, considerate che sono confezioni destinate al consumo, quindi ce n'è una quantità elevata, in genere dai 300 gr. al chilo, secondo la ditta produttrice.
Alcuni vendono anche le bustine da semina.
A mio parere, essendo buoni anche i semi, valgono la spesa, e consiglio vivamente di provarli.

Aggiornamento: 

Ebbene, negli anni seguenti la Chia è fiorita!


e negli anni seguenti ho ampliato l'utilizzo: Biscotti ai semi di zucca e di chia. Non solo le foglie e i fiori di queste due piante, vanno d'accordo, ma anche i rispettivi semi.


martedì 16 settembre 2014

MELONE VERNINO

MELONI D'INVERNO 

di Angelo Passalacqua






Foto di gruppo per alcune varietà di meloni detti "vernini", quelli da serbo per il consumo invernale.






Le varietà di questi meloni sono molte, alcune ve le ho mostrate in vari post, di queste in foto non elenco i nomi, lo farò in seguito parlando di una alla volta.






Dopo la raccolta i meloni devono completare la maturazione in magazzino, un assaggio precoce sarebbe deludente!







Il "segreto" di questi meloni è l'essenziale coltivazione in "seccagna", non devono essere mai innaffiati altrimenti sapore e lunga conservazione ne patiscono in modo irrimediabile.






La biodiversità presente in Puglia è straordinariamente ricca, anche per i meloni!
La pezzatura media va da 4 ai 6 chili ma facilmente si arriva ad otto e più!










Ultima foto (per ora...) e vi saluto con un link interessante, gli amici di Biodiverso.

http://biodiversitapuglia.it/varieta-orticole/inodorus/
https://www.facebook.com/BiodiverSO/photos/a.721350857889481.1073741828.701832259841341/844180452273187/?type=1&theater