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martedì 26 febbraio 2008

Orti scolastici

Fare un orto con i bambini
(riprendono gli Orti Scolastici)

di Adriana Calderoni
Inizia la stagione degli orti, anche a scuola, finalmente!
In verità per me e per gli insegnanti sono un vero “tour de force” : che fatica! Immaginatevi 25 bambini correre e saltellare qua e la, all’aria aperta, su e giù per un campo zappato , con la terra umida che si incolla alle scarpe e tutti , dico tutti i bambini , che vogliono fare tutto. Subito .
Ai bambini piace molto realizzare l’orto, credo che li faccia sentire grandi e credo che scoprano in loro una sorta di potere magico.
Non sempre , ma spesso anche i bambini difficili riescono a combinare qualcosa di buono e si interessano.
Ecco come io cerco di aiutare loro e gli insegnanti:
Per prima cosa individuiamo il terreno . La soluzione migliore è che esso si trovi nel cortile della scuola, visibile a tutti e facilmente accessibile tutti i giorni.
Qualche volta, però, bisogna spostarsi di qualche centinaio di metri , ma meglio è raggiungere l’orto a piedi. E’ un controsenso secondo me dover utilizzare il pulmino, quindi solo se non se ne può fare a meno…
Il terreno quindi può appartenere alla scuola, ma anche al Comune o all’ASL, deve essere pulito ( a volte si trova della spazzatura in giro per le aiuole…) e avere un’ampiezza tale da consentire a tutti i bambini di “agire”.
Con gli insegnanti dividiamo sulla carta il terreno in parcelle, ad esempio di 4x4 m e ogni parcella sarà affidata a 4-5 bambini che ne diventeranno i custodi/responsabili/creatori /realizzatori.
Se lo spazio c’è e possiamo permetterci queste dimensioni è comprensibile chiedere un “aiutino”, cioè qualcuno che concima con letame, ara e fresa il nostro appezzamento. Almeno il primo anno e in tempo utile. Quindi concimare in autunno, arare prima dell’inverno e magari una fresata adesso a fine febbraio.
Per spazi più piccoli abbiamo vangato con i bambini. A volte abbiamo ottenuto la collaborazione di genitori sensibili e bidelli generosi. Non so se l’entusiasmo dei piccoli e i sorrisi grati delle maestre hanno ripagato le loro sgobbate contro la gramigna e il terreno duro come cemento….



La seconda fase è quella di andare in campo e con metro a nastro, paletti o canne suddividiamo gli orti. Questa operazione di geometria spicciola la svolgiamo insieme . Sono i primi incontri e le prime uscite, io ne approfitto per conoscere i bambini e do qualche regola di bon-ton:
-non è bene calpestare la terra dove coltiveremo
-non è bene tirarsi la terra o tirarla agli insegnanti
-non si stritolano lombrichi
-la zappa non è una spada con cui fare combattimenti
- l’acqua va gestita da pochi bambini responsabili (ma se fa molto caldo ci permettiamo qualche trasgressione come spruzzarci e bagnarci la testa, le braccia, la maglia ecc.)
La semina : qui in Piemonte iniziamo a fine febbraio con la semina dell’aglio , delle cipolle,con le fave, i ceci , i piselli nani o rampicanti.
Studiamo dove sistemare gli ortaggi e iniziamo a preparare i solchi. Io preferisco mostrare ai bambini i gesti le prime volte e poi lascio che facciano da soli, seguendo con attenzione le operazioni. Possiamo decidere di rispettare le lune (calante per i bulbi e le insalate, crescente per le piante che daranno frutti), ma questo non è sempre vero, soprattutto quando gli orari e i giorni sono rigidamente definiti e “incastrati” tra gli altri impegni scolastici.
Un piccolo consiglio di inizio stagione: la scelta degli ortaggi da coltivare segue un criterio che deve soddisfare alcune esigenze particolari. Infatti la fine dell’anno scolastico a giugno, la difficoltà di seguire gli orti nella stagione estiva e il desiderio dei bambini di raccogliere i frutti del loro lavoro ci portano a prediligere coltivazioni primaverili come quelli già nominati sopra successivamente le bietole, le lattughe e le patate primule.

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