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venerdì 24 aprile 2009

La Bella Vedova

di Angelo Passalacqua


"Quando l'ora lo concede e il mio cuore è ben disposto, mi sdraio sull'erba umida e mi arrampico sul tronco più solido e vicino, mi cullo tra i rami, sento il profumo dei germogli e quello fresco della resina, vedo confondersi sopra di me la rete dei rami e il verde e l'azzurro, e trasognato metto piede, qual tacito ospite, nel giardino beato della mia infanzia. "
                                 H. Hesse, "Dall'infanzia", 1904


Ci sono molte piante spontanee che non vengono più raccolte ed usate per l'alimentazione, sia per una pretesa superiorità delle verdure moderne (c'è di meglio!) sia sopratutto perchè non ci sono più persone che le mangiavano e non  hanno "trasmesso" la conoscenza, facendo estinguere una cultura contadina arcaica.
Tra le piante della mia infanzia c'è la "monacedda", la Bella vedova o Bocca di lupo, una iridacea spontanea, ora rara. 

La Bella Vedova (hermodactylus tuberosus)
Una golosità per i bambini, che mangiavano subito,  pane e monacedda, il nonno cavava dal terreno i tuberi, che sarebbero stati cotti sotto la cenere la sera, al ritorno a casa.
Se sono riuscito nell'intento di convincervi a mangiarla, se la trovate, o di coltivarla nel vostro orto, sappiate che non è difficile, non è pianta esigente.

Allego due links interessanti
luirig.altervista.org/schede/ae/hermodactylus_tuberosus.htm
http://www.dipbot.unict.it/alimurgiche/scheda.aspx?i=7

domenica 19 aprile 2009

Pomodoro giallo da serbo

di Angelo Passalacqua


Il pomodoro giallo da serbo è una delle più antiche varietà coltivate in Puglia, sarebbe arrivato direttamente dal Nuovo Mondo, inizialmente come pianta ornamentale, il "pomo d'oro".

In ogni orto c'era uno spazio dedicato a questo pomodoro prezioso, dato che è campione assoluto di conservazione, arriva indenne a Maggio, il limite è il germogliamento dei semi all'interno. La coltivazione avviene senza irrigare, o il meno possibile, la buccia spessa è il segreto della lunga conservazione, la pianta rimane a cespuglio, i pomodori sono tondi, piccoli, di color giallo oro all'esterno e rossi all'interno.



Si conservano appesi come altri pomodori da serbo, prima di consumarli vanno spellati, la buccia viene via con facilità.

Nota:
Di questo pomodoro abbiamo già parlato in questo post.
Data la notevole diffusione e i molti anni di coltivazione esistono parecchie selezioni di questo piccolo pomodoro, ma tutte hanno in comune l'eccezionale conservabilità.
Per comodità di confronto riportiamo la foto del post del 22 febbraio 2008.


Il colore è più sull'arancio, anche la vegetazione è più vigorosa con portamento indeterminato anziché a cespuglio.

sabato 11 aprile 2009

Pomodori, si inizia


di Paolo Basso


Le temperature notturne minime sono ancora sui 13°, ma dovrebbero aumentare e poi le piantine in serra stavano diventando troppo lunghe e così ho trapiantato alcune varietà di pomodoro e precisamente Nuits australes, Pisanello e Chilo della Garfagnana.


A lato della serra ho messo invece una fila di pomodorino del Vesuvio o di Ercolano, quello col pizzetto


Per le piantine preferisco usare i bicchieri di plastica usa-e-getta forati sul fondo, sono trasparenti e consentono anche di controllare l'apparato radicale.

Semino in contenitori multipli, 3 o 4 semi per alveolo, quando le piantine sono abbastanza cresciute le separo e trapianto nel vasetto singolo dove resteranno sino al trapianto.


La semina è sul bancale caldo, poi nel vasetto singolo vanno su un bancale non riscaldato, per rinforzarsi e prepararsi per l'esterno.


Prima del trapianto all'esterno evito di bagnarle, così escono più facilmente dal bicchiere, faccio il solco e lo bagno moderatamente, poi con un palo di legno appuntito faccio una serie di fori conici lungo il solco, alla distanza tra loro di 30 cm.

Poi in ogni foro faccio cadere una piantina, una leggera pressione se occorre e poi annaffio. Veloce, pulito, e senza crisi di trapianto... si può fare anche in pieno sole e senza neppure chinarsi troppo.

Poiché le piantine erano già abbastanza lunghe (a qualcuna ho tolto delle piccole femminelle) ho messo già le canne e le ho legate con piccoli pezzi di cavo telefonico che recupero a fine coltura e riutilizzo.  Idem per i bicchierini di plastica che durano circa tre anni.

Ora devo fissare tra loro le canne e successivamente trapiantare le altre varietà che stanno crescendo in serra.