Cardi selvatici
Famiglia: Asteracee
di Angelo Passalacqua
di Angelo Passalacqua
Una grande famiglia quella dei cardi, con centinaia di varietà, descrivo solo alcune di esse. Molto conosciute ed usate nell'alimentazione per secoli, poi abbandonate ed il loro impiego culinario è limitato in zone ristrette, dove ancora esiste una "cultura" culinaria arcaica. Non posso non incominciare dal re dei cardi selvatici.
Il Cardo mariano, Silybum marianum, viene utilizzato per scopi medicinali da qualche secolo prima della nascita di Cristo, il medico Dioscoride lo consigliava agli antichi Greci. Ma è anche pianta di cui si consumano quasi tutte le parti, tolte le spine! Plinio il Vecchio descrive l'utilizzo culinario e parla del cardo mariano come ortaggio coltivato in ogni orto.
Le inconfondibili foglie screziate di bianco, con le sue temibili spine |
la pianta raggiunge grandi dimensioni, in altezza supera i due metri ma arriva anche ai tre! Se non viene disturbato si impadronisce di tutto il terreno, creando inattraversabili giungle!
Della pianta si mangiano radici, foglie, coste, midollo del fusto, capolini ed i semi. Per l'uso medicinale, oltre ad essere pianta amica del fegato, il cardo mariano è un'antidoto al terribile veleno del fungo Amanita phalloides...
Passiamo ad un altro gigante, l'Onopordo maggiore, Onopordum illyricum, un vero cactus che non teme la siccità
Qui è ancora piccolo, poi cresce e diventa così
Si stenta a crederlo, eppure anche l'onopordo ha un sapore delizioso…
il Cardo saettone, alto fino a due metri
http://www.funghiitaliani.it/index.php?showtopic=34442
Il Cardo rosso, carduus nutans, molto diffuso
Nel mio dialetto è chiamato "le spine di Cristo", molto apprezzato e raccolto, è un cardo che cresce a cespuglietti, il Cardo ad ali strette
Anche le Carline, in questo caso è la Carlina corymbosa, hanno un sapore delizioso sia nel ricettacolo fiorale, chiamato "cuore" che nelle radici
La pianta adulta
Concludo la carrellata con una pianta simbolo della mia regione, il mitico Cardoncello, lo Scolymus hispanicus, usato nel periodo pasquale in tante gustose pietanze
un'altra immagine
Dimenticavo di segnalare questa "terribile infestante", terrore degli agricoltori visto che predilige i terreni compattati dai trattori pesanti
Lo Stoppione, Cirsium arvense, a prima veduta lo si potrebbe classificare come pianta bisognosa di molta fame arretrata per essere apprezzata, ma è un pregiudizio. Assaggiatela e rimarrete piacevolmente sorpresi
Per gli eventuali interessati, dispongo di semi di cardo mariano, onopordo, carlina e cardoncello
I COMMENTI DEL VECCHIO BLOG
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29 Marzo 2010
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L'anno scorso ho seminato l'onopordo maggiore e confermo la sua bontà. Li ho finora raccolti solo due volte.
Un po' lungo privare le foglie delle spine molto appuntite.
Ora sembra di intravedere dei boccioli al centro delle rosette, che per ora sono grandi come comuni piante di tarassaco.
Volevo chiedere come devo comportarmi quando i fiori inizieranno a crescere, non immaginavo che sarebbero cresciute così tanto.
http://www.fioridiaia.altervista.org/index.php?p=search&searchfields=1039&words=onopordo
In queste foto non si vede bene: tra queste piante in basso a destra ce n'è una molto più lanuginosa e con lamina fogliare più fitta, vorrei sapere se si tratta di onopordo o se è comunque un'altra varietà commestibile. Finora ho tagliato le foglie ma non le ho mangiate, invece potrebbe essere anche migliore.
Grazie
Claudia
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29 Marzo 2010
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Ciao Claudia,
difficile risponderti con certezza,anche perchè le varietà di cardo (ed onopordi) sono tante! Guarda quante varietà di cardi e simili trovi qui:
http://www.argonauti.org/forum/topic.asp?TOPIC_ID=2290
C'è da mettersi le mani nei capelli!
Se e quale onopordo sia si potrà dirlo solo se fai crescere la pianta, di sicuro posso dirti che l'onopordo di cui ho messo le foto è l'illyricum mentre il link si riferisce all' onopordum acantium, l'Acanzio, Ti confermo circa la commestibilità, della pianta adulta di onopordo puoi consumare il midollo dei fusti, anche se non è paragonabile a quello del cardo mariano.
Angelo
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30 Marzo 2010
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Ma tutti questi cardi sono perenni? Certo che per raccoglierli ci vuole lo scafandro dei palombari per le spine.
I cardi comuni che ho trapiantato l'estate scorsa e che a causa delle gelate e della neve ne ho mangiati solo due, ora hanno molte foglie alla base e se li lascio crescere si potranno mangiare oppure faranno fiori e poi semi?
Ciao e grazie, Franca
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30 Marzo 2010
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Ci sono cardi annuali, biennali e perenni, poi provvedono a seminarsi da soli...
Niente scafandro, bastano un paio di guanti adatti, per la raccolta tieni presente che occorre prendere le piante per il... colletto! L'aspetto minaccioso e le spine lì non ci sono!
Per cardi comuni intendi i cosidetti cardi coltivati? Io coltivo tre varietà, il Bolognese, il Gigante Romagnolo ed il cardo Centofoglie.
Angelo
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01 Aprile 2010
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Sì, per cardi comuni intendo cardi coltivati, quelli che si acquistano anche dai fruttivendoli o supermercati. Franca
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02 Aprile 2010
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Ma che dire di questo Stoppione? (grazie per avermi dato il nome scientifico, non l'ho mai trovato!)
Lotto pure io contro questa infestante, che inesorabilmente cresce, rivaleggiando con l'ipomea selvatica bianca.
Dite che si può mangiare? come? proprio ora stanno spuntando nell'orto (appunto molto compatto) e ne ho eliminate un bel pò di piante... che comunque ricresceranno, visto che non riesco a togliere il fittone.
I COMMENTI DEL VECCHIO BLOG
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02 Aprile 2010
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Del cardo campestre, come viene più usualmente detto, esistono più varietà, differiscono di poco, per la forma della foglia o per il colore dei capolini. Sia cirsium arvense, cirsium oleraceum o cirsium erisithales, compare in piatti tradizionali quali il pistic in Friuli, la minestrella di Gallicano in Toscana ed il preboggion (Paolo mi correggerà con prebuggiun...) in Liguria.
Se raccolta molto piccola, della pianta si raccoglie la "rosetta", si consuma intera dopo averla lessata, magari assieme ad altre verdure spontanee, ripassandola in padella con olio e.v. Il sapore è gradevole, un pò carciofo e un pò cardo. Qui in Puglia, non può mancare la focaccia ripiena di verdure per il giorno di Pasquetta!
Rivedendo la foto di Claudia ed in base alla descrizione, azzarderei (poco) trattarsi di Onopordo Maggiore (onopordum illyricum), le altre piante sono di Acanzio (onopordum acanthium).
Angelo
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06 Aprile 2010
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Angelo, allora potrebbero avermi mandato sotto il nome di Onopordo maggiore, dei semi misti, dove l'unico diverso dagli altri è il solo vero onopordo maggiore?
Devo dire che gli altri, gli unici che ho mangiato, se non consideriamo il lungo tempo necessario per la pulizia, hanno un gusto davvero gradevole.
Claudia
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01 Agosto 2010
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Ciao a tutti, mi sto da un po' di tempo cimentando con la raccolta di erbe selvatiche a scopo officinale, e ora vorrei cominciare a raccogliere anche il cardo mariano, ma ho visto che effettivamente ci sono moltissime varietà... dove vado a raccogliere l'iperico esistono moltissime piante di cardo, una in particolare che ha dei capolini giallo chiaro e che arriva a crescere davvero fino ai due metri! Mentre l'altra varietà di cardo che ho trovato non arriva oltre i 50 cm il che mi fa ovviamente dubitare che si tratti di cardo mariano ma mi viene da pensare piuttosto che sia cardo rosso. Ho notato anche un'altra varietà che penso di identificare come il cardo ad ali strette, in base alle foto pubblicate sul post.
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02 Aprile 2011
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Leggendo il post riguardo ai cardi mi è venuta la voglia di provare a mangiarli, ma sembra che la pulizia sia lunga e pungente. Mi chiedevo, se li lesso tutti interi le spine si ammollano o no?
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02 Aprile 2011
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Non credo proprio che sia consigliabile lessare i cardi con le spine.
Quando la foglia è cotta come fai poi a toglierle?
Si tratta di apprendere la tecnica.
Anche per raccoglierli, basta fare attenzione e lo si può fare senza guanti. Per togliere le spine prendevo in mano la costa e le tagliavo con le forbici.
D'accordo, erano onopordi, però penso che la tecnica si possa adeguare
Claudia
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02 Aprile 2011
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Osservazioni giustissime da parte di Claudia, alla domanda precisa risposta precisa: Le spine dei cardi non si ammollano con la bollitura!
Indossando un paio di guanti adatti, i cardi si possono pulire con la tecnica riservata al cavolo toscano:
http://www.youtube.com/watch?v=4yGJlaYuzOM
Al posto delle dita è possibile usare un paio di forbici, basta far scorrere la foglia tra le lame tenute sufficientemente aperte.
Ovvia la differenza, del cavolo si tiene la foglia mentre dei cardi la costa...
Angelo
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30 Agosto 2011
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Ma è vero che i fiori del cardo nascono anche in campi bruciati?
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30 Agosto 2011
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Non so a quale varietà di cardo ti riferisci, tieni presente che molte sono piante perenni ed hanno radici profonde ed enormi, se il calore del fuoco non arriva in profondità rispuntano ben presto.
Angelo
Mi accodo qui per raccontare del cardo scozzese.
RispondiEliminaL'unica aggiunta a quanto detto sopra riguarda la scoperta di coltivarlo in serra. Ne era rimasta una piantina per sbaglio e ha dimostrato di gradire molto.
Quelle all'aperto sono sopravvissute, ieri ho raccolto le foglie vecchie nella speranza che le piante rivegetino, ma sono cresciute poco e chiazzate, quella in serra ha prodotto molte foglie belle grandi e meno pungenti. Forse le spine hanno più spazio dove distribuirsi.
Mi accodo per raccontare dei cardi scozzesi.
RispondiEliminaNiente da aggiungere, sono sempre cardi, l'unico particolare è la scoperta del coltivarli in serra.
Quelli coltivati all'aperto sono sopravvissuti, ma con foglie piccole, macchiate di giallo e rattrappite, la pianta rimasta per sbaglio in serra ha fatto molte foglie belle grandi e vellutate, e meno spinose. Forse ogni foglia di cardo deve avere un certo numero di spine e sulle foglie grandi si distribuiscono meglio.
io lo uso per produrre il caglio per fare il pecorino
RispondiEliminaCiao Massimo,
Eliminasarebbe interessante se tu ci raccontassi come fai a fare il caglio per produrre il pecorino.
Roberta
Eccomi di nuovo con il cardo scozzese.
RispondiEliminaCome suggerito da Angelo:
"Ovvia la differenza, del cavolo si tiene la foglia mentre dei cardi la costa..."
ho sempre utilizzato solo la costa dei miei cardi, ma mi sembra uno spreco. Quale controindicazione ci sarebbe nell'usare anche le foglie? Ovviamente senza spine.
Sono di gusto o consistenza sgradevole? sono dannose per la salute?
Grazie!
Ciao Claudia,
Eliminaeliminare solo le spine è un lavoraccio, in più la consistenza delle foglie disturba la masticazione, molto meglio la croccantezza delle coste!
Non c'è da temere danni alla salute, sono piante preziose!
Angelo
Grazie, Angelo!
Eliminascusatemi se riuppo una vecchia discussione ma proprio in questi giorni sto facendo un rilievo topografico in campagna e il terreno, circa 6 ettari, è letteralmente invaso di cardi di circa 40/50 cm di diametro. ho provato a toccarli e non mi sembrano coriacei.domanda: quando si raccolgono? leggevo sopra e visto che si fa la pizza pasquale ripiena, sicuramente in primavera. ma ora posso raccoglierli.
RispondiEliminadalle mie parti a quota 1000/1200 si raccolgono nella tarda estate, si puliscono, si lessano, si ripassano in padella aglio e molto peperoncino e addirittura si conservano in barattoli sterilizzati.eccezzzionali. saluti
Ciao Franco,
Eliminalo straordinario autunno è il responsabile di racolti di verdure ed ortaggi fuori periodo, i cardi hanno fatto lo stesso! Credo che i tuoi cardi siano i "mariani", puoi raccogliere e mangiare, sono squisiti!
Angelo
Salve
RispondiEliminasarei interessato ai semi del cardoncello.
Dove posso acquistarli?
grazie mille
Si vendono nelle bustine se fai una ricerca in internet li trovi
RispondiEliminal'unico problema è che le bustine praticamente non contendono semi, a me ne è nata una sola pianta.
Potresti allora provare a raccogliere i semi direttamente dalle piante selvatiche in agosto, come ho fatto io.
Ne ho ancora dell'anno scorso posso spedirteli in una busta
giuseppe
wolfa2003@libero.it
Semi di cardoncello sono in vendita da alcune sementiere "storiche" di Andria, come detto da Giuseppe i semi sono con tutta la "paglia" e quasi non si vedono... Ma ci sono.
RispondiEliminaQuando si cerca di addomesticare piante selvatiche è necessario copiare quello che avviene in natura, ad esempio i semi del cardoncello cadono nell'erba secca e spuntano in Ottobre, alla prima pioggia, senza essere stati interrati...
Io coltivo tre varietà di cardoncello, S. hispanicus, maculatus, grandiflorus.
Angelo
ho raccolto il cardo mariano, mappela quanto punge, mi metto i guanti per togliere tutte le spine e lo sfiletto...ho letto che ha buon sapore e che rigenera il fegato, lo metterà nelle zuppe di mia madre che ha problemi al fegato. Grazie delle foto, le metterò nella mia collezione.Qua in abruzzo è pieno di cardi, credo sia il suolo e il clima, ciao! e grazie :-)
RispondiEliminaCiao Angelo. Proprio oggi ho sradicato tre grandi cardi selvatici. Non immaginavo fossero commestibili. Nel blog sarebbe possibile postare una foto ? vorrei essere sicura prima di consumare una pianta che non conosco. Grazie.
RispondiEliminaCiao Carmen,
Eliminamanda la foto alla mia e-mail, per inserirla nel post occorre caricarla su un sito di hosting.
Angelo
https://1.bp.blogspot.com/-S5qdDUn95_s/XIJn1PDdASI/AAAAAAAAQ4M/fP4yr7SJnSYreYBAYSAaWrYeYfm5k7XGACLcBGAs/s1600/IMG_20190308_135634.jpg
RispondiEliminaTempo fa avevo seminato l'onopordo. Questo è onopordo? Io non ricordo. È commestibile o la elimino?
Grazie