di Angelo Passalacqua
Le varietà "locali" di ciliege che è ancora possibile trovare sono centinaia, per fortuna ci sono stati contadini testardi che non hanno abbandonato i frutti che crescevano in ogni orto familiare. Dobbiamo ringraziare loro se non abbiamo perso ciliege come la Bella di Garbagna, le ciliege siciliane come la Mastantuono o le napoletane, per fare qualche esempio:
http://agricoltura.regione.campania.it/frutticoltura/cv-eboli.pdfSessantacinque varietà...
Arrivò negli anni Cinquanta una nuova ciliegia che prometteva meraviglie ma, per numerosi motivi, non mantenne le promesse e fu abbandonata, la Forlì
Oggi viene utilizzata solo dalle industri conserviere, il prezzo è di pochi centesimi di euro... Peccato perchè è una ciliegia buonissima!
Torniamo alle ciliege antiche, nel dialetto del mio paese sono dette Pisciacchier () per pretese capacità diuretiche molto accentuate...
La polpa è tenera, il colore è un rosso chiaro, si mangia anche quando è bicolore, come vedete in foto. Il sapore è indescrivibile, diverso dalle altre varietà. Squisite!
Sono le ciliege Acquaiole
http://www.pomonaitaliana.it/pomona/ciliegia_acquajuola.htm
Non sono d'accordo con l'affermazione che sia priva di sapore, provare per credere!
L'albero in foto ha dieci anni, l'innesto è una variante semplificata di quello a corona, lo consiglio perchè dà i migliori risultati. Portainnesto sempre il Santa Lucia seminato a dimora.
Qui invece vedete un albero di 25 anni, l'innesto è a spacco inglese doppio, il Santa Lucia mette sempre rametti ogni anno che elimino regolarmente, molto evidente il callo di cicatrizzazione ed i diversi diametri di portainnesto e nesto (varietà innestata). Ma di questo ne riparliamo in seguito... (Ma munitevi di... pazienza!)
Che acquolina!!!
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