Coltivazione murgiana / 2
di Angelo Passalacqua
Passiamo ora alle piante da coltivare "a secco", periodo autunno-invernale, che si accontentano della pioggia e della rugiada.
Minima lavorazione del terreno, le infestanti sono lasciate crescere nell'interfila per "distrarre" i parassiti, niente compost o letame, specie per le piante da mangiare crude, per evitare accumulo di nitrati e contaminazioni.
La pezzatura delle piante è generosa, la durata della coltivazione varia dai 60 giorni in poi, piante sane.
La "morale" che faccio agli Amici è quella di coltivare piante da semi "tradizionali", "locali", non piantine o semi F.1 (importante distinguere semi "ibridi" dai semi "ibridi F.1"!), autoprodurre i propri semi e scambiarli e, se volete, regalarli.
Grazie agli Amicidellortodue ed agli Amici dellorto / 2 Facebook.
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domenica 28 luglio 2019
COLTIVAZIONE MURGIANA / 1
Coltivazione murgiana / 1
di Angelo Passalacqua
Un post diverso dai soliti, quello che vi mostrerò in gran parte lo avete già visto, il motivo di questo scritto si svelerà tra poche righe, abbiate la pazienza di leggere fino alla fine.
Premetto che questo blog ha un gruppo gemello su Facebook, opera di Massimo Bufacchi, che lo fondò nel 2011 adottando in toto il compito e la finalità del blog. Ovviamente i membri del gruppo conoscono e frequentano il blog, al contrario dei lettori del blog. Da un anno sono approdato anche io alla frequentazione del social che, pur con i conosciuti "difetti" ha anche qualche "vantaggio" da poter sfruttare. Ho volutamente limitato il tempo da dedicare a FB a mezza ora, il Gruppo è molto "affollato", ho ritrovato anche vecchi Amici del blog. Unico neo, purtroppo molti postano le foto del loro orto come se partecipassero al concorso dell'Orto più bello dell'anno! Magari usando piantine o semi F.1, pacciamando con plastica e ricorrendo, al minimo problema, a prodotti chimici... Concludo, questo post lo scrivo qui ma va a vantaggio del Gruppo, come vedremo.
Tutti gli ortaggi che coltivo derivano da semi che autoproduco, non utilizzo concimi, compost o letame, idem per la difesa delle piante. Ma del metodo ne parleremo in seguito.
Le piante sono innaffiate pochissimo se, come le solanacee che vediamo in foto, non possono essere coltivate in arido-coltura, altrimente non vengono mai innaffiate. Nel corso di anni di selezione, le piante si sono adattate perfettamente.
Le immagini sfatano il triste mito degli ortaggi "biologici" piccoli, brutti e col "vermetto"!
Le piante sono di piccole dimensioni, la vegetazione è quella sufficiente alla produzione ed alla maturazione degli ortaggi, relativa alla disponibilità idrica presente nel terreno.
Fine prima parte
di Angelo Passalacqua
Un post diverso dai soliti, quello che vi mostrerò in gran parte lo avete già visto, il motivo di questo scritto si svelerà tra poche righe, abbiate la pazienza di leggere fino alla fine.
Premetto che questo blog ha un gruppo gemello su Facebook, opera di Massimo Bufacchi, che lo fondò nel 2011 adottando in toto il compito e la finalità del blog. Ovviamente i membri del gruppo conoscono e frequentano il blog, al contrario dei lettori del blog. Da un anno sono approdato anche io alla frequentazione del social che, pur con i conosciuti "difetti" ha anche qualche "vantaggio" da poter sfruttare. Ho volutamente limitato il tempo da dedicare a FB a mezza ora, il Gruppo è molto "affollato", ho ritrovato anche vecchi Amici del blog. Unico neo, purtroppo molti postano le foto del loro orto come se partecipassero al concorso dell'Orto più bello dell'anno! Magari usando piantine o semi F.1, pacciamando con plastica e ricorrendo, al minimo problema, a prodotti chimici... Concludo, questo post lo scrivo qui ma va a vantaggio del Gruppo, come vedremo.
Tutti gli ortaggi che coltivo derivano da semi che autoproduco, non utilizzo concimi, compost o letame, idem per la difesa delle piante. Ma del metodo ne parleremo in seguito.
Le piante sono innaffiate pochissimo se, come le solanacee che vediamo in foto, non possono essere coltivate in arido-coltura, altrimente non vengono mai innaffiate. Nel corso di anni di selezione, le piante si sono adattate perfettamente.
Le immagini sfatano il triste mito degli ortaggi "biologici" piccoli, brutti e col "vermetto"!
Le piante sono di piccole dimensioni, la vegetazione è quella sufficiente alla produzione ed alla maturazione degli ortaggi, relativa alla disponibilità idrica presente nel terreno.
Fine prima parte
giovedì 25 luglio 2019
CARDONCELLO
Il Cardoncello
di Angelo Passalacqua
Un tempo cresceva sulla Murgia più arida e pietrosa, piena di spine teneva a distanza molti che non lo conoscevano dal vivo ma lo apprezzavano a tavola, il suo nome è Scolymus hispanicus L. e S. maculatus L.
Lo spietramento selvaggio della Murgia, il pascolo intensivo e, sopratutto, una raccolta massiccia hanno confinato il cardoncello in zone limitate e di difficile accesso. Alcuni, come me, hanno dovuto coltivarlo nei propri terreni ma la forte richiesta di cardoncello sta facendo sì che lo si sta coltivando, in periodo utile si trovano in vendita piantine di Cardoncello.
E' una pianta perenne, se raccolta nel modo giusto senza danneggiare la radice, rispunta senza problemi, in più cresce meglio in terreno ingrato...
Qui parlano del cardoncello gli Amici di BiodiverSo. Mentre in questo filmato vediamo la raccolta ben effettuata ed il modo più semplice ma gustoso per assaggiarlo. Il segreto che permette la crescita del cardoncello in un ambiente così ostile sta nella poderosa radice fittonante, riesce a scendere anche dove terra non c'è, tra le pietre.
Questa pianta ha due anni d'età, impressionante la lunghezza della radice, anche se manca un pezzo, rimasto in profondità.
Da notare che la pianta non ha più un solo germoglio in cima, dal secondo anno in poi ha più "ciuffi" in crescita, per un raccolto sempre abbondante!
Nella Murgia pietrosa e non arabile si propaga dai semi, facendo tutto da solo, Se invece si vuole coltivarlo, ricordo che è una pianta selvatica, per addomesticarla con successo, occorre imitare ciò che fa la Natura...
di Angelo Passalacqua
Un tempo cresceva sulla Murgia più arida e pietrosa, piena di spine teneva a distanza molti che non lo conoscevano dal vivo ma lo apprezzavano a tavola, il suo nome è Scolymus hispanicus L. e S. maculatus L.
Lo spietramento selvaggio della Murgia, il pascolo intensivo e, sopratutto, una raccolta massiccia hanno confinato il cardoncello in zone limitate e di difficile accesso. Alcuni, come me, hanno dovuto coltivarlo nei propri terreni ma la forte richiesta di cardoncello sta facendo sì che lo si sta coltivando, in periodo utile si trovano in vendita piantine di Cardoncello.
E' una pianta perenne, se raccolta nel modo giusto senza danneggiare la radice, rispunta senza problemi, in più cresce meglio in terreno ingrato...
Qui parlano del cardoncello gli Amici di BiodiverSo. Mentre in questo filmato vediamo la raccolta ben effettuata ed il modo più semplice ma gustoso per assaggiarlo. Il segreto che permette la crescita del cardoncello in un ambiente così ostile sta nella poderosa radice fittonante, riesce a scendere anche dove terra non c'è, tra le pietre.
Questa pianta ha due anni d'età, impressionante la lunghezza della radice, anche se manca un pezzo, rimasto in profondità.
Da notare che la pianta non ha più un solo germoglio in cima, dal secondo anno in poi ha più "ciuffi" in crescita, per un raccolto sempre abbondante!
Nella Murgia pietrosa e non arabile si propaga dai semi, facendo tutto da solo, Se invece si vuole coltivarlo, ricordo che è una pianta selvatica, per addomesticarla con successo, occorre imitare ciò che fa la Natura...