Pagine

mercoledì 27 maggio 2020

STORIA DI GRANI E DI PANE


Una storia di grani e di pane 

di Angelo Passalacqua 


Questa storia parla di grani, mugnai, farina e pane al tempo del dopoguerra del Secondo Conflitto Mondiale, nella neutrale Svizzera, risparmiata dalle atrocità della guerra che il resto dell'Europa invece conosceva, stenti e fame. Ma gli svizzeri non avevano il cibo per sfamarsi, non avevano la "sicurezza alimentare". Nell'anno 1951 nasce una apposita agenzia, la ADM 


Borsa di grano delimitata dall'amministrazione federale del grano.
Il 31 luglio 1951 il Consiglio federale inviò un messaggio alle Camere federali che accompagnava un progetto di decreto concernente l'estensione delle misure destinate a fornire al paese cereali per la panificazione.
Gli obiettivi principali erano:
1. la centralizzazione delle importazioni di grano;
2. lo stoccaggio e la distribuzione di cereali per la panificazione;
3. la fabbricazione e il prezzo di farina e pane.

Forte dei capitali custoditi nelle sue banche, la Svizzera comperava i grani da ovunque, anche dall'Italia e dalla Puglia, con i suoi sacchi firmati 





Questi sacchi e quelli che seguono sono stati da me ritrovati a Santeramo ed Altamura, sui due lati la scritta in francese ed in tedesco 





Questi sacchi sono materiale da collezionisti, come vediamo qui e qui

Sotto, il sacco riservato al Senatore Cappelli 



Caricati sui vagoni ferroviari, i sacchi pieni di grano pugliese partivano per i mulini svizzeri, uno ancora funzionante è il Mulino Scartazzini. Qui un filmato



Nel magazzino ritroviamo i nostri sacchi, usati ancora adesso. 

I grani erano di molte varietà coltivate in Puglia, principalmente grani duri, oltre al Cappelli, il grano del Miracolo, la russarda, la capinera, le saragolle, ecc. 













Mi auguro che questa piccola testimonianza di storia sia stata di vostro gradimento, al tempo in cui l'Italia, aiutata dal piano Marshall, vendeva i suoi grani alla ricca Svizzera... 

5 commenti:

  1. La vera storia degli uomini e delle civiltà è fatta di queste piccole-grandi storie. Quella che ci insegnano a scuola, la cosiddetta Storia con la S maiuscola (guerre, capi di Stato, sommosse, Dittatori, eroi e Signori, etc.), in realtà è un grande mattatoio che polverizza tutto... A scuola dovrebbero insistere di più sulla vera storia degli uomini, quella fatta dagli umili, dagli schiavi, dai contadini, dagli allevatori, insomma tutti coloro che, pur non contando nulla a livello politico e culturale, in realtà erano e sono il fondamento stesso di qualsiasi civiltà.

    RispondiElimina
  2. Ha qualche notizia sull'effetto sui prezzi della farina in loco? Spesso, per non dire sempre, si tralascia di dire che se le importazioni abbassano i prezzi interni, le esportazioni li alzano, perché aumentano la domanda.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Interessanti notizie in questo link, si parla della situazione attuale ma ci sono riferimenti illuminanti, tipo che la Svizzera ha riserve per quattro mesi.
      https://www.tvsvizzera.it/tvs/tra-scorte-e-mode_il-paradosso-della-farina/45660644

      Elimina
  3. Qui in zona, semplicemente, la farina di frumento era riservata ai ricchi. Per gli altri c'era il mais. Polenta liquida a colazione, polenta soda a pranzo, e minestra di verdure a cena. A volte il pane di mais, ma ci vuole un minimo di farina bianca, così non tutti potevano permetterselo. In montagna non avevano nemmeno il mais, portavano giù le castagne per averlo in cambio, e lo allungavano col grano saraceno.

    RispondiElimina