I Kaki
di Angelo Passalacqua
In Cina ed in Giappone, terre di origine, il kaki è considerato l'albero delle sette virtù per la lunga vita, la grande ombra, l'assenza di nidi tra i rami, nessun tarlo che rode il suo legno, le sue foglie grandi che danno un bel fuoco se bruciate e nutrono la terra cadendo a terra copiose
In Europa arrivò solo alla fine del Settecento come pianta ornamentale mentre la bontà dei suoi frutti cominciò ad essere apprezzata nella seconda metà dell'Ottocento, si racconta che uno dei primi ad assaggiarlo fu Giuseppe Verdi
Appartiene ad una Famiglia che conta numerosi componenti, le Ebenacee ed al genere Diospyros (dal greco "grano di Dio), Diospyros kaki con numerose varietà
Oggi si trovano molte varietà di loti, altro nome del frutto, a quelli non eduli alla raccolta e che si possono mangiare solo a maturazione completa si aggiungono quelli chiamati kaki-mela che hanno la polpa dura ma commestibile alla raccolta
La quantità dei frutti prodotti si avvantaggia dell'impollinazione incrociata tra le varietà ma non è indispensabile, i loti lo testimoniano con la presenza dei semi. Capita quindi che gli stessi alberi, in annate diverse, hanno frutti con o senza semi
In questo periodo dell'anno gli alberi sono molto belli a vedersi, senza le foglie e carichi di frutti, alberi vecchi ma anche giovani...
... il piccolo kaki cioccolatino e l'ospite
Una immagine presa dalla rete con molte varietà di kaki, ma non tutte...
Per finire, alcuni filmati in cui si vede la produzione dei kaki essiccati, uno, due, tre.
Grazie Angelo. Le tecniche di essiccazione sono molto giapponesi, ma interessanti e deliziose. Magari da provare. Comunque continuerò a piantare l'albero delle sette virtù e a mangiarlo fresco. ;)
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