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venerdì 26 giugno 2015

I CEREALI 5 - GRANO

Grano /3 

di Angelo Passalacqua 


Prima di conoscere altri due grani antichi, qualche accenno alla parte "sacra" dei cereali, dono divino per gli uomini, per i Greci la dispensatrice Demetra, per i Romani Cerere, da cui il nome di "cereali" per queste piante.

Questi due grani sono conosciuti oggi come varietà siciliane, un tempo erano coltivate in tutto il Meridione d'Italia. Il primo è il Russello, una varietà dalla resa generosa e da ottime qualità per panificazione e pastificazione.


Una grande spiga piena di chicchi grossi e dorati


Coltivato nel Salento prima che arrivasse il Cappelli, nella zona della Murgia prendeva il nome di grano del Conte.

In questo bellissimo filmato girato nel 1960 da Lino Del Fra, a San Giorgio Lucano, l'antico rituale della danza del falcetto, la passione del grano.

 
Da questi chicchi si ottiene una farina scura, per farci un pane "nero", in Sicilia è il grano Timilìa, con tanti altri sinonimi, li leggiamo in questa scheda, era conosciuto in Italia ed in Europa, in Puglia e Basilicata prende il nome di marzuolo

In questo vecchio libro scopriamo questi grani preziosi, quelli che venivano seminati in Marzo, se non si era potuto farlo prima con altre varietà, in tre mesi completavano il ciclo colturale!


Ho seminato il marzuolo il dodici di Aprile, prima il terreno non lo permetteva, le piante sono alte 130 centimetri circa, il raccolto avverrà entro la prima quindicina di Luglio, alla scadenza naturale dei tre mesi.


Spiga con le reste bianche...


 ...e con le reste nere.


venerdì 19 giugno 2015

I CEREALI 4 - GRANO

Grano /2 

di Angelo Passalacqua

Dopo il grano del miracolo, altre varietà antiche, in questa immagine del 1885 vediamo il passaggio dal Triticum compositum ai T. turgidum e T. durum, gli attuali grani duri. 


Sono alcune varietà che coltivo, ho lasciato le piante intere per mostrare come crescono in assenza di irrigazione, nessuna concimazione, "al naturale"... Altezza da 1,60 a 1,85!


Nella foto, a sinistra, le grandi spighe della Saragolla e di Khorasan. 


In questo filmato girato dagli amici di Altamura, i miei grani, in chicchi ed in spighe.

La Saragolla, o meglio, le saragolle sono presenti da tempo in tutto in Sud-Italia, dopo un periodo di oblio sono ritornate alla ribalta, merito delle loro qualità.

In questa ricerca dell'Università di Foggia vediamo la saragolla lucana, qui il filmato    


Spighe in maturazione delle saragolle pugliesi


In questo contributo  due inesattezze da correggere, la saragolla è classificata botanicamente come Triticum turgidum polonicum e non turanicum, la seconda è circa la pretesa bassa resa, questo lo vedremo in seguito. Nelle foto (cliccateci sopra per ingrandire), la taglia delle piante in campo!


Errore molto comune è affermare che saragolla e khorasan sono lo stesso grano, chi lo dice evidentemente non li coltiva... Il khorasan  ha origini diverse, T. turgidum turanicum, qui  informazioni utili



La saragolla ha i semi più grandi del khorasan, il loro colore è giallo-oro, meno carico per il khorasan. La saragolletta rossa è un T. durum, semi rossicci e forma allungata, di dimensioni minori.



mercoledì 17 giugno 2015

I CEREALI 3 - GRANO

GRANO 

di Angelo Passalacqua


Siamo arrivati finalmente al "vero" grano, ho saltato il farro spelta, considerato il primo grano, per il suo corredo cromosomico ben lontano dal progenitore monococco.

In questo catalogo della sementiera Vilmorin ci sono molte varietà di grano, ottime schede descrittive per ognuna di esse. Ma ancora più utile è questo contributo     , quello che veniva coltivato nel 1815


Forse non sarà lo stesso grano del Miracolo descritto da Giuseppe nel suo Sogno, però gli assomiglia troppo, magari è cambiato un pochino in un paio di millenni trascorsi...


Chiamato anche grano egiziano , grano di Smirne, nome scientifico Triticum compositum, la foto è della primavera 2014



L'altro nome, Centoauno, è per la grande resa di questo grano, caratteristica in comune con altri grani antichi, ciò per sfatare il luogo comune che parla di scarsa resa dei cereali antichi! Ma di questo ne parliamo tra poco.


Altre notizie    , una bella scheda da scaricare.



Questa spiga matura, assieme ad altre "sorelle", mi ha seguito in giro per l'Italia, nelle mostre a cui ho partecipato, mostra il "difetto" di questo grano, a conferma della anzianità coltivativa, perdere con facilità reste e semi maturi è delle varietà selvatiche


Chicchi grossi e "cicciotti" , annata 2013

giovedì 11 giugno 2015

I CEREALI 2 - FARRO

Farro 

di Angelo Passalacqua


Seconda tappa del nostro viaggio alla riscoperta degli antichi semi di cereali, tocca al Farro 


 
A sinistra in basso, il farro monococco, varietà diploide, a destra farro dicocco, tetraploide. Ma per tutte le notizie riguardanti vi rimando a questo testo 


Ci sono più ecotipi di farro, varietà tradizionali che prendono il nome dalle località di coltivazione.


I semi sono "vestiti", in basso ho messo alcuni chicchi nudi di monococco (a sinistra) e di dicocco.

Altro scritto da leggere , ci sono anche notizie che ci saranno utili tra poco, quando andremo a conoscere i grani.


E' chiamato "farro nero", un dicocco con glume e reste nere, il seme comunque è di colore chiaro.

Ultimo suggerimento di lettura da parte mia, ma vi spingo, come sempre, a "ricercare", sia si tratti di semi come di notizie utili, e poi condividete!


domenica 7 giugno 2015

I CEREALI 1 - ORZO

Orzo
di Angelo Passalacqua 

La numerazione presente nel titolo rende esplicito che l'argomento richiede più capitoli, vedremo molti cereali di varietà antiche, vi consiglio l'acquisto di questo prezioso libro:


Le spighe sono di farro monococco, ne parleremo in seguito. La storia dell'orzo inizia al tempo remoto in cui l'uomo non è più nomade, semplice raccoglitore e cacciatore ma diventa coltivatore di piante che "addomestica", qui una scheda 

 
Coltivo due varietà di orzo, entrambe "distiche", sono diploidi, con due sole file di semi. La "nostrale" è un orzo vestito, i chicchi sono avvolti dalle glumelle, le origini sono risalenti al 1800 circa, la ricerca si è fermata qui in assenza di testimonianze certe, era comune in tutto il Sud dell'Italia. La "Leonessa" è un orzo nudo o mondo, i semi sono "puliti", il mago dei grani Strampelli selezionò questa varietà nel 1936, dalle popolazioni di orzo già presenti sul territorio.



Come sempre, le mie prove di coltivazioni si svolgono in condizioni non favorevoli, per mettere al limite le varietà, terreno arido e sassoso, niente compost o letame, niente irrigazione. In foto vedete a destra una fila di cece nero di Cassano, le piante d'orzo nostrale hanno al piede piante di ervilia, con funzione pacciamante-fertilizzante, in sinergia.

Altre notizie  



Ancora qualche giorno di attesa e parto con la mietitura!



Le spighe dell'annata 2014...



... e quelle del 2015, in maturazione.

La Leonessa era utilizzata come orzo da caffè , qui in Puglia era utilizzata invece la sua farina, per il surrogato del caffè si tostava l'orzo vestito, con questa particolare pentola



In questo filmato  girato in Sardegna si vede il viaggio completo dell'orzo, da macinatura al pane, nel Salento l'orzo per il pane dei poveri  

Altro gustoso prodotto salentino è la celeberrima frisa d'orzo 


Le mie frise d'orzo sono impastate a mano con lievito madre, tagliate con lo spago di canapa, condite con pomodorini di Galatina, olio e.v.o. sale ed origano.

Mi tocca anche questo sacrificio...