giovedì 28 gennaio 2010

Secondo compleanno

Due anni di blog

Esattamente due anni fa, il 29 gennaio 2008 nasceva il nostro blog Amicidellorto,  con questo post:


nascono gli Amici dell'Orto

Siamo un gruppo di amici che ha deciso di crearsi un salotto virtuale dove discutere di tecniche di coltivazione biologica, scambio di sementi e salvaguardia di varietà locali italiane.


Inizialmente il progetto prevedeva anche un gruppo di discussione su Google che poi per i casi della vita ha navigato per conto suo.

Siamo soddisfatti per i risultati ottenuti sinora con lo scambio di informazioni e sopratutto con quello dei semi, un piccolo mattoncino alla costruzione di un edificio chiamato Biodiversità, sempre pericolante in un mondo che ci vorrebbe tutti eguali e sottoposti allo strapotere delle multinazionali.

Per questo ringraziamo chi ci è venuto a trovare, chi ha collaborato, chi ha scambiato semi ed anche chi li ha solo richiesti, perchè ha dimostrato di capire che serve a poco farsi un orto se poi utilizzano semi o piantine di ibridi F1, dimenticando il gusto delle varietà antiche.

martedì 26 gennaio 2010

Zucca Trentina

Che zucca è?  (zucca trentina)
Di Paolo Basso

Lo scorso anno ho ricevuto da uno scambio alcuni semi di questa zucca, di cui mi era stato detto solo che era ottima da fare intera al forno.
Ho fatto una sola pianta e l'ho coltivata distante dalle altre per evitare indesiderate impollinazioni ed ha fatto un solo frutto di circa un kg. Devo dire che il terreno in cui l'ho coltivata era particolarmente argilloso, quindi non so in condizioni normali quanto possa crescere e fruttificare.
Ovviamente volendo conservare i semi non l'ho fatta al forno, ma devo dire che mi pare una varietà interessante in cucina. La polpa è consistente e croccante, come quella delle carote, con un leggero gusto di nocciola. La buccia è molto sottile.

Il colore è grigio, con sfumature violacee, in basso un abbozzo di ombelico ed un colore più chiaro.
Anche i semi sono particolari,  lisci e lucidi anche secchi.

Ho provato ad utilizzarla per un risotto, ha tenuto perfettamente la cottura senza spappolarsi come succede con le altre zucche, ora farò altre prove di cucina.
Dovrebbe essere originaria di Lombardia o Veneto, non ricordo bene, mi piacerebbe sapere se qualcuno la riconosce.

Risposta di Daniela:
la zucca è trentina,  lo so perchè i semi li ho mandati io, non so che nome abbia ,so che è una varieta molto vecchia, perchè i semi mi sono stati dati da una persona anziana , io è 15 anni che li semino ma lei  li semina da una vita be che dire una pianta ha me ne fruttifica 3 o4 zucche intorno al chilo e mezzo ma perche le zucche vogliono un terreno molto ricco di letame e assolutamente non argilloso o sabbioso,comunque per farla al forno bisogna tagliarla a spicchi larghi 4 o 5 cm , si cuoce molto velocemente  e si mangia col cucchiaio  è un peccato non provarla cosi,ma è molto buona anche per la zuppa o per il ripieno dei tortellini,i semi seccati e leggermente tostati sono un buonissimo stuzzichino il sapore è ottimo.ciao



sabato 23 gennaio 2010

Rucole

Varietà di Rucole
Eruca sativa
Diplotaxis tenuifolia
Diplotaxis muralis
Diplotaxis integrifolia

di  Angelo Passalacqua
Gli antichi Egizi la apprezzavano moltissimo, i Romani la consumavano in grande quantità, anche se ignoravano che la rucola contenesse molto calcio, vitamina A, B9, C ed E, avevano notato che, oltre ad essere ottima al palato, contribuiva alla buona salute e... predisponeva in maniera egregia al culto di Venere! Infatti era bandita la coltivazione della rucola negli orti dei conventi... Caduta nel dimenticatoio, la pianta conosce una inaspettata popolarità a partire dagli Anni Settanta del secolo scorso. Usata in molte ricette, a volte si direbbe anche troppo, ma più che di uso massiccio, io ritengo sia adoperata in maniera errata.


Questa è la rucola più comune, Eruca sativa, pianta annuale alta una trentina di centimetri, molto simile alla rucola violacea di cui ho già parlato, infatti il suo nome scientifico è Diplotaxis erucoides. Entrambe hanno i fiori tipici delle Crucifere, però bianco-violacei e non gialli.
Viene comunemente detta rucola coltivata, da me cresce spontanea.

Le foglie lobate dalla forma inconfondibile,i fiori gialli, un sapore più marcato per la rucola selvatica, Diplotaxis tenuifolia. Più rara, ma ancora più buona la rucola dei muri, Diplotaxis muralis, che, a dispetto del nome, cresce anche al suolo. Aspetto identico ma le dimensioni della rucola dei muri sono molto piccole, in pratica la pianta si presenta come una rosetta vicina al terreno.

La Rucola a foglie di ulivo, Diplotaxis integrifolia, presenta la foglia intera, allungata, mantenendo le altre caratteristiche delle rucole. Queste varietà hanno ciclo perenne.

Dell'uso alimentare, inutile parlare delle insalate di rucola cruda, basta usare le foglie più tenere di piante non troppo "vecchie, altrimenti il sapore sarà troppo marcato (questo lo si nota anche in piante cresciute in ambiente troppo siccitoso). I fiori sono commestibili, danno un piacevole tocco di colore nelle insalate miste. Le foglie più dure non vanno buttate, si consumano cotte, lessandole in abbondante acqua salata che poi butterete, l'eccesso di piccantezza rimarrà nel liquido. Una gustosa ricetta vede le rucole bollite, scolate e, al solito, passate in padella con olio, aglio e pomodorino. Nell'acqua di cottura si cuoce la pasta, si scola e si unisce alla verdura. La rucola può sostituire il basilico nella preparazione del pesto, la ricetta la mando a richiesta, se non l'avete già. Il sapore troppo deciso della rucola viene ben mitigato se le foglie vengono mangiate assieme ai formaggi, come potete notare gustando il celebre "parmigiano a scaglie e rucola"! Ottimo anche "rucola e patate".
Per ultimo, l'utilizzo dei semi secchi. Potete soffriggerli con olio ed aglio e condire un'insolito risotto molto gustoso. Oppure usarli per ottenere teneri germogli. Per ottenere semi in quantità basta tagliare le piante quando le silique dei semi (i "baccelli dei semi") cominciano ad aprirsi, partendo dalla base. Mettete le piante in un sacco capiente di carta o un sacco di tnt, appendendo a testa in giù in luogo riparato. I semi cadranno all'interno nel giro di pochi giorni. Naturalmente, evitare che residui di terra o corpi estranei arrivino all'interno! A proposito, a breve mostrerò come raccogliere i semi di molte spontanee, sia per i semi da coltivare che quelli da utilizzare in cucina.


venerdì 15 gennaio 2010

Kiwano


Il Kiwano (Cucumis metuliferus)
di Paolo Basso


Una cucurbitacea strana, il Kiwano, quando sono maturi ricordano il carapace di un'aragosta, irto di spine. Originario del Sud Africa, viene coltivato sopratutto in Nuova Zelanda e da qui esportato.
La pianta è simile a quella dei cetrioli, la crescita è molto vigorosa e per evitare che faccia tante foglie e pochi frutti conviene non concimare e annaffiare troppo.
Come esposizione preferisce non essere troppo al sole, l'ideale è farlo crescere contro un muro o su una rete di recinzione.

Frutti maturi

Fiore maschile


Fiore femminile


I frutti difficilmente giungono a maturazione sulla pianta, data la brevità della stagione, ma maturano lentamente tenuti in una cassetta.

Il consumo è esclusivamente come succo, si tagliano a metà e si svuota la polpa con i semi, si frulla e si filtra. Il succo non è male, diciamo che c'è di meglio, però è l'ideale per stupire gli ospiti, facendo vedere il frutto da cui deriva. E poi la questione gusto è sempre una cosa soggettiva, negli USA hanno un loro mercato.

Comunque dal punto di vista nutrizionale non è male, molta vitamina C, quattro volte gli agrumi, calcio e potassio, poche calorie e dissetante.

Conviene fare le piantine in vasetto, a marzo in ambiente riparato come per meloni e cetrioli, per sfruttare al meglio la stagione calda. Comunque un anno mi sono nate delle piante dove avevo gettato dei pezzi di frutto e sono arrivate lo stesso a maturazione.

http://www.ricetteecooking.com/view.php/id_830/lingua_0/whoisit_1

domenica 10 gennaio 2010

Altri pomodori 3

Altri pomodori/3
di Angelo Passalacqua


Concludo la rassegna dei pomodori che ho coltivato nella stagione 2009, scusandomi per la qualità delle foto, problemi informatici mi hanno privato delle immagini migliori. 
Iniziamo dal pomodoro Big Rainbow, un grosso pomodoro di ottimo sapore, appartiene alle cosiddette varietà da chilo, la pianta cresce molto e abbisogna di sostegni. 


Caratteristica evidente la presenza all'interno di striature rosse nella polpa gialla. 
Il sapore ottimo tipico dei pomodori gialli, dolce ed aromatico.

L'Opalka ha la forma allungata, tipica di pomodori dalla polpa carnosa ma, a differenza di altri, presenta una caratteristica base incavata
La vegetazione è esuberante, la produzione non abbondante, non soffre di marciume apicale. Buona resistenza alle malattie.

Sarebbe l'Ovetto anche se è tondo, l'amico toscano che mi mandò i semi mi aveva avvertito... Un tondino simile ad altri, buono di sapore ma di pelle dura. Pianta piccola, buona produzione e resistenza.


Non è il giallo vernino ma un Tondino giallo da consumo fresco, sapore dolce, polpa abbondante per le dimensioni, pelle non dura. Piante cespugliose, nessun problema di malattie.


Prima varietà di pomodoro non "ufficiale", i semi li ho ricevuti da amici che militavano come me in un'associazione di appassionati. A dire il vero, non è la varietà corrispondente a quella indicatami ma, non conoscendo il pomodoro, non posso dare certezze. Mocchiut dovrebbe essere il pomodoro, dimensioni medio-grosse, sapore non eccezionale, polpa troppo acquosa ed insipida. Ma potrebbe essere venuto così nei miei terreni.

Sorpresa molto piacevole la Tomata del Sandro, un piccolo pomodoro giallo dalla eccezionale vitalità, la crescita della pianta cespugliosa è esplosiva, produttività notevolissima. Il sapore è insolito, "selvatico", la polpa è croccante, pelle masticabile.


Non è una novità, è il Giallo da inverno, ma volevo mostrarvi le numerose varietà "locali" presenti in Puglia. Provengono da due città diverse e si direbbero due varietà distinte.
Invece è sempre lo stesso pomodoro...