martedì 31 marzo 2015

PISELLO ASPARAGO

Lotus tetragonolobus

di Angelo Passalacqua


Una pianta che cresce spontanea in molte regioni italiane, una volta molto conosciuta ed utilizzata in cucina, ora è addirittura diventata una verdura esotica!



Il nome di pisello-asparago è usato per due varietà diverse di piante, il ginestrino purpureo ed il fagiolo di Goa, io vi mostro il ginestrino che coltivo.



In questa scheda notizie e descrizione delle caratteristiche del ginestrino purpureo.



Qui altre belle foto e notizie.



L'immagine del baccello spiega gli altri nomi del ginestrino, pisello alato o pisello quadrato. L'utilizzo alimentare lo vede come taccola mangiatutto, sapore delicato e molto gustoso, oppure i semi tostati e macinati per sostituto del caffé.

Un video in inglese per il ginestrino, per la coltivazione   , sempre la nostra amica per qualche consiglio.


Tenere in semi in ammollo una giornata accelera di molto la nascita delle piantine, per il resto non ci sono esigenze particolari, il ginestrino  non ama troppa umidità, innaffiare con parsimonia! Qui sulla Murgia cresce in aridocoltura...
 

domenica 22 marzo 2015

FAGIOLO AULIECE

di Angelo Passalacqua


L'agrobiodiversità è una parte della Biodiversità, molti usano in modo errato i due termini, spesso agiscono in maniera opposta a ciò che affermano... Dire di "amare e voler salvare la Biodiversità" (diversità della Vita) e poi "massacrarsi" con chi non la pensa come noi, tentare in ogni modo di convincerli che sbagliano è contro la Biodiversità!

Altra parte di Biodiversità che va perdendosi ed andrebbe salvata è l'uso della Lingua Madre, il dialetto, lingua che ognuno di noi aveva alla nascita nel Dna, ereditata di generazione in generazione, fino al momento in cui abbiamo dovuto imparare l'italiano e nascondere il dialetto.

Ancora una volta vi porto con me in Lucania, vedremo ancora agrobiodiversità ma prima dovete imparare il dialetto di Latronico:

http://www.old.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/rossi/Rossi.pdf 

Non ve lo aspettavate, un dialetto lucano che è Greco antico! Alle pagine 13-14 c'è la descrizione di questo fagiolo, l'auliece o ciammarrucolo 


  
Ringrazio Oliver C. , lucano trapiantato in alta Italia, per avermi donato i semi.



 
 Le foto sono state scattate nell'orto biologico di Michele L., ad Altamura. Ha coltivato, con successo e con poca fatica, i pochi fagioli che ci dividemmo.





E grazie anche a Raffaele D., raf degan, per le foto!


domenica 8 marzo 2015

CICORIE ANOMALE


di Angelo Passalacqua

"Tutto quello che puoi immaginare la Natura l'ha già creato" 

Le parole di Albert Einstein sono il miglior biglietto da visita per parlare di biodiversità ed agro-biodiversità, quando la Natura è libera di agire con i suoi ritmi e non viene disturbata si diletta ad incrociare le piante per creare di nuove.E qui entrano in gioco personaggi detti "cacciatori di piante", categoria in cui mi riconosco, alla perenne ricerca di "nuove piante".

Il titolo è dovuto ad una persona eccezionale, un grande esperto botanico, Piero Medagli dell'Università del Salento, che gentilmente risponde alle richieste di identificazioni botaniche con cui io ed altri lo assilliamo...



Queste cicorie sono chiamate puntarelle a foglia stretta, bacchetta o cicoria-asparago, due le epoche di maturazione Maggio e Luglio. Fino a qui tutto nella norma, vediamo in cosa consiste l'anomalia.




Fioritura di una bellezza indescrivibile, merita una foto ingrandita!



Ora passiamo ad altra "anomalia".



Questa è una cicoria a foglia frastagliata, a barba di cappuccino, cresce nel mio angolo riservato alla coltivazione simil-fukuoka, ho estirpato qualche altra spontanea a fini fotografici.


Qui sopra è ancora in compagnia di altre "erbacce" ma si fa notare lo stesso!



C'è tanta agrobiodiversità in attesa di essere "scoperta", se non ci comportiamo da predoni e rispettiamo le sue leggi, la Natura continuerà a sorprenderci!


giovedì 5 marzo 2015


di Angelo Passalacqua


Il titolo non vuole essere ingannevole, queste cicorie sono originarie di altri luoghi, però vi ho già detto che "i semi viaggiano" e mettono su casa altrove...


Chi si aspetta di vedere orti rigogliosi rimarrà deluso ma io vi mostro le mie coltivazioni nel terreno meno adatto, dove testo le piante mettendole alla corda, per cercarne i limiti. Niente aiuti, niente compost o letame, niente rame o zolfo, niente acqua d'irrigazione.


Piante che si adattano a queste condizioni estreme forniscono semi migliori di quelle "coccolate" in terreni fertili ed iperprotette!




Nelle foto compaiono varietà di radicchio di Verona, di Treviso e la mitica Rosa di Gorizia.



La mia mano è messa per evidenziare le dimensioni generose delle piante, tenendo sempre presente che la fertilità del terreno viene dall'interramento delle vegetazione precedente, tramite minima lavorazione del terreno.

Le piante non temono malattie e parassiti, sono sanissime e... buonissime! Ve lo garantisco!
Adesso mi chiederete: "ma se i radicchi te li mangi, i semi?"



Il raccolto si effettua estirpando le piante, si taglia al colletto e si interra la radice lasciando qualche centimetro fuoriterra, presto nuovi getti compariranno, ognuno farà lo stelo fiorale. Ovviamente si possono raccogliere alcune di queste nuove rosette fogliari, se competono tra loro non arrivano alle dimensioni del "primo raccolto". 




La bellissima Rosa:


E qui è in compagnia di una "cugina", una C. intybus