sabato 16 luglio 2011

Il Sesamo

Il Sesamo
(Sesamum indicum)

di Claudia M.


Il mio desiderio di sperimentare nell'orto e nel giardino mi porta a seminare tutto quello che mi capita sottomano, compreso ovviamente i semi che trovo in dispensa.
Già tre anni fa provai a seminare il sesamo, ma un imprevisto mi impedì di seguirne la coltivazione nelle prime fasi. L'anno scorso non avevo a disposizione i semi nella stagione giusta e finalmente quest'anno sono riuscita nel mio intento.


Il Sesamum Indicum è una pianta erbacea della famiglia delle Pedaliaceae,
Ebbe origine in Africa o forse in India e negli scorsi decenni è stata diffusamente coltivata anche in Italia meridionale, soprattutto in Sicilia, dove si usa abitualmente, in particolare per insaporire il pane e per la preparazione della coabita.
Nel bacino del mediterraneo l'uso del sesamo è ancora più diffuso. L’halva di sesamo è un dolce particolare, che esiste in diverse versioni. Famosa quella greca, qui ne troviamo una tipica delle popolazioni Rom.
https://www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/halva-bianco-di-sesamo/

Il sesamo si trova in commercio come seme crudo, già tostato oppure variamente preparato, per esempio sotto forma di Tahina (burro di sesamo/crema di  sesamo), 
http://www.veganblog.it/2009/08/18/tahin-o-crema-di-sesamo/
inoltre c'è l'olio, ad uso alimentare, veterinario e cosmetico.

Ottimo il Gomasio, che si può preparare anche in casa, tostando i semi con grande cura e poi macinandoli con sale marino integrale tostato in proporzione 6:1 ed eventualmente l'aggiunta di mandorle. Ottimo e gustoso sostituto del sale e per i vegani anche del grana. 





E' importante badare con attenzione all'operazione di tostatura. Mai eccedere né tantomeno farlo bruciare. Il sesamo prende un gusto amaro anche se il suo colore sembra ancora chiaro e diventa dannoso anziché benefico.



I semi di sesamo sono molto salutari, infatti contengono proteine, aminoacidi e sali minerali, sono ricchi di calcio, (utilissimo in particolare alle donne che più degli uomini possono soffrire di osteoporosi). La metà del suo peso è costituito da grassi, che fanno salire il valore calorico per 100 gr. a ben 595 calorie. Occorre tenere conto che se ne consumano quantità limitate e che i si tratta di grassi polinsaturi, che ci aiutano nella difesa contro il colesterolo.


Io lo sto coltivando in pianura padana, non proprio nel suo ambiente. L'ho seminato in aprile in una vaschetta, in parte perché è mia abitudine ottimizzare lo sfruttamento dello spazio mettendo a dimora solo le piantine nate, senza avere vuoti da riempire poi, e un po' perché non avevo un'aiuola pronta per la semina, la stagione avanzava e la luna stava terminando di crescere.



I semi sono germinati velocemente e nel giro di due settimane le ho ripicchettate a dimora. Le piantine, forse complici le temperature tropicali di questi giorni e l'esposizione a Sud, pur essendo rimaste più basse di quanto mi aspettassi (non un metro, ma una spanna...) mi stanno dando delle soddisfazioni con l'aprirsi dei primi fiori. Sono ascellari e singoli, con calice a 5 denti e corolla quasi cilindrica a 5 petali. I miei sono bianchi ma possono essere anche lilla.



I semi possono essere bianchi, marroni, rossicci o neri, contenuti in frutti di colore giallo, da raccogliersi quando le foglie ingialliscono e facendo poi terminare la maturazione, altrimenti si rischia di perdere i semi. 

So che è presto, ma già non vedo l'ora di tenere in mano i baccelli maturi, pronunciando la mitica frase: “Apriti, sesamo!” per poi scoprire il tesoro in essi contenuto sotto forma di piccoli semi dorati e tondeggianti.

Le foglie sono belle, con la loro forma precisa e le nervature delicate. La forma è ovale oblunga, la larghezza si stringe man mano dalla base verso la cima. Sono commestibili ma non ho avuto il coraggio di assaggiarle, con la scusa che le piantine sono rimaste più basse della media e quindi non le volevo disturbare e rovinare.

E' una coltura da rinnovo, ed essendo tipica delle zone calde in genere si alterna al cotone. Sapendo che nella coltivazione del cotone vengono utilizzati prodotti chimici in grande quantità credo che potendolo coltivare in proprio le benefiche proprietà di questo seme possano esaltarsi ancora di più.
Non soffre di malattie particolarmente gravi, i danni maggiori sono causati da micosi o da afidi ma per ora le mie piantine, anche se non altissime, sono belle e sane.


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