domenica 1 agosto 2010

Biricoccolo

Il Biricoccolo
Prunus x dasycarpa     Fam.  Rosacee

di Angelo Passalacqua


Susino nero, susincocco, susino del Papa e il più conosciuto Biricoccolo sono i nomi di questo frutto poco noto, le sue origini sono sconosciute, di certo si può affermare che è un ibrido naturale derivante da una varietà di albicocca, prunus armeniaca, ed un susino selvatico, prunus cerasifera, il mirabolano.



Del genitore albicocco ha preso la forma del frutto, la buccia vellutata e le foglie, dal susino la polpa succosa dal gusto dolce-acidulo. Viene riprodotto solo per innesto, essendo un'ibrido i semi sono sterili, per esperienza personale posso dire che nessun seme seminato ha germogliato.

http://www.saperesapori.it/PressArea/tabid/306/articleType/ArticleView/articleId/483/Il-frutto-dimenticato-Il-biricoccolo.aspx

Il portainnesto più usato è il mirabolano ma nei miei terreni ha vita breve, devo innestarlo sul mandorlo. Non ha bisogno di nessun trattamento di difesa, è robusto e resistentissimo.

Non è una sola varietà, se ne conoscono almeno tre, originarie delle zone vocate alla coltivazione sia delle albicocche che dei susini.


Il Gigante di Budrio, cittadina vicino Bologna, è il biricoccolo a pezzatura più grossa, paragonabile alle più grosse varietà di albicocche.



Questo che vedete è il frutto al giusto punto di maturazione, non è facile capirlo agli inizi coltivativi ma qualche anno di esperienza è sufficiente. E' importante perchè una raccolta precoce dà un sapore di prugna acerba mentre la raccolta troppo tardiva ha un gusto di albicocca inacidita.


http://www.ilgiardinodellecollezioni.it/prodotto.aspx?id=663



Andiamo adesso a conoscere il biricoccolo Vesuviano, più piccolo di pezzatura ma praticamente uguale per il resto delle caratteristiche. Ha fama d'essere più aromatico, io non noto differenze rilevabili, ma è solo la mia opinione...


Un'immagine del frutto intero...


...ed aperto.



La polpa è un misto di albicocca come pasta ma la succosità è di una prugna, molto aderente al nocciolo, quest'ultimo è quello tipico delle susine.

11 commenti:

  1. Un saluto da Tripoli, Libia: qua la stagione delle albicocche (piccole, a polpa bianca, e simili alle nostre, a polpa gialla) e` gia` finita da un paio di settimane. Assieme alle pesche (di cui alcune ottime e sugosissime, a polpa rossa), ora si trovano dei frutti simili ad albicocche, ma piu` rotondi, grandi, arancioni (arrossati al sole), appena pelosi e appena traslucidi, con polpa molto sugosa e non perfettamente spiccagnoli. Il profumo e` d'albicocca, nel sapore sembrano un misto d'albicocca e mirabolano: anche il seme e` piu` simile al mirabolano che all'albicocco. Tutto mi fa pensare a un ibrido, ma non assomiglia per niente a quanto vedo qui e altrove, sul biricoccolo italiano... La prossima volta che vado al mercato ne cerco le foglie - purtroppo non parlo arabo e non posso chiedere delucidazioni... Qualche idea?

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    1. Benvenuto anche da parte mia,
      la mia preparazione sugli alberi da frutta è quasi a zero! Sono solo bravissima a mangiarmela, quando sono stata in Egitto ai mercatti impazzivo a vedere tutte le varietà che da noi non ci sono e sono andata a visitare un giardino botanico con la più grande raccolta di varietà di palme da datteri, bellissimo!!!
      Pat

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  2. Benvenuto Aureliano,
    che tempo fa a Tripoli? Anche qua da noi le albicocche rimaste sugli alberi stanno cadendo tutte!!

    Aspettiamo le foto di questi frutti e lascio la parola ad Angelo sulla loro identificazione.

    Roberta

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  3. Non conoscevo questo interessante frutto. Potrebbe maturare in montagna?
    Leggo nella presentazione del biricoccolo: "viene riprodotto solo per innesto, essendo un'ibrido i semi sono sterili"
    Quindi nel ragionamento sugli ibridi vegetali, diversamente da quanto altrove affermato, devo assumere che a volte i loro semi possono essere sterili?

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    1. In riferimento alla questione semi degli ibridi serili - mi sembra più un'informazione per dissuadere al riutilizzo dei loro semi mossa da chi produce gli ibridi che la realtà.
      Per lo meno negli ortaggi e nei fiori ho notato questo.
      Voi avete verificato sui frutti?
      Pat

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    2. Benritrovato Aureliano,
      inutile rammentarti di fare incetta di semi libici, vero??? Lo so, sono sempre un ingordo...

      Il biricoccolo è frutto di ibridazione spontanea, i semi non sono fertili, io ho provato più volte la semina senza risultato, anche Paolo aveva tentato e mi riferì "nessuna nascita!". Ma chi può tenti, chissà che non sia la volta buona! Penso che questo tipo di ibridazione sia infertile, per fare un esempio prendiamo in prestito la storia del mulo e del bardotto, figli di cavalli ed asini...

      Giovanni, se hai un portainnesto idoneo puoi provare, il più usato è il mirabolano, io devo per forza utilizzare il mandorlo e va alla grande!

      Ci sono "ibridi fertili", i famosi caroselli in primo luogo,incroci di meloni e cetrioli in tante varietà.

      Angelo

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    3. Angelo, devo dirti che la Libia e` un paese strano: i mercati lungo le strade vendono mele del Trentino, nespole dalla Spagna e banane del Costarica. L'anno scorso, in Cirenaica (a proposito: la carota lunigiana non ha dato nessun frutto, al primo tentativo...) tutti i contadini con cui ho lavorato compravano semi ibridi - dalla Giordania per lo piu` (ortaggi e verdura). Nessuno sapeva di varieta` locali, tranne che per l'orzo e un tipo d'uva nera. E i datteri, logicamente.
      Qua in Tripolitania, sembra esserci piu` frutta - arance rosse (portate dagli italiani?), e in estate albicocche e pesche, appunto. Meloni, ma non conosco le varieta`. E mandorle fresche. Ma, almeno per le drupacee, mi pare evidente che ci siano varieta` non convenzionali.
      Questa specie di "biricoccolo" e` venduta con adesivi che sembrano indicarne un'origine locale - ma viene venduta come albicocca, senza specificazioni ulteriori...

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    4. Non c'è da stupirsi, la globalizzazione colpisce ovunque coi contadini "moderni" ed i semi ibridi... In Libia ci andarono tanti contadini poveri al tempo della guerra coloniale mussoliniana, dal Veneto e dalla Sicilia, coi loro semi e le loro tecniche di coltivazione, ora credo non ci sia più nulla di ciò.

      Ci sono molti ibridatori che lavorano alla creazione di nuovi frutti, incrociando varietà diverse come la natura ha fatto per i biricoccoli. Uno dei più famosi è stato Luther Burbank:

      http://it.wikipedia.org/wiki/Luther_Burbank

      Il tuo biricoccolo è sicuramente un plumcot, un ibrido tra prugna (PLUM) ed albicocca (apri-COT

      http://www.davewilson.com/br10/catalog/plumcot.html

      Oppure un aprium:

      http://www.davewilson.com/br10/catalog/aprium.html

      Tienici informati, siamo tutti curiosi...
      Se ti capitasse qualche chicco di quell'orzo per le mani e lo tenessi per me... Ti sarei molto grato!

      Angelo

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    5. In effetti, la foto della plumcot Flavorella e` praticamente identica alle frutta che ho mangiato. In effetti, un ibrido d'origine locale sarebbe stato piu` suggestivo!
      Per i semi, sto cercando contatti con dei "contadini" (nessun libico fa il contadino: ci sono degli imprenditori agricoli, di cui alcuni gestiscono in proprio anche la coltivazione; e ci sono i dilettanti, che coltivano la terra attorno alla villa), anche se quest'anno non mi capita piu` di lavorarci assieme. Noccioli di datteri?

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    6. Sono d'accordo, una varietà libica sarebbe stata molto gradita... Peccato!

      Stai tranquillo e non sentirti troppo caricato di "responsabilità", non è mica colpa tua... Nessuna possibilità di coltivare datteri, malgrado Caronte abbia arroventato con temperature infernali e continuerà per molto ancora|

      Angelo

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  4. Grazie del benvenuto - qua a Tripoli caldo, giustamente.
    Sono riuscito a fare delle foto ai frutti, ma non so come mostrarvele. Per forma, proporzioni, colori e (presunte) dimensioni, ricordano molto queste mirabelle: http://it.wiktionary.org/wiki/File:Quelques_mirabelles_-_20050831.jpeg
    Pero` son pelose, meno spiccagnole e piu` arancioni. Profumano d'albicocca - sto conservando i noccioli, man mano che le mangio: conviene tenerli in frigorifero, date le temperature?

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