sabato 11 aprile 2009

Pomodori, si inizia


di Paolo Basso


Le temperature notturne minime sono ancora sui 13°, ma dovrebbero aumentare e poi le piantine in serra stavano diventando troppo lunghe e così ho trapiantato alcune varietà di pomodoro e precisamente Nuits australes, Pisanello e Chilo della Garfagnana.


A lato della serra ho messo invece una fila di pomodorino del Vesuvio o di Ercolano, quello col pizzetto


Per le piantine preferisco usare i bicchieri di plastica usa-e-getta forati sul fondo, sono trasparenti e consentono anche di controllare l'apparato radicale.

Semino in contenitori multipli, 3 o 4 semi per alveolo, quando le piantine sono abbastanza cresciute le separo e trapianto nel vasetto singolo dove resteranno sino al trapianto.


La semina è sul bancale caldo, poi nel vasetto singolo vanno su un bancale non riscaldato, per rinforzarsi e prepararsi per l'esterno.


Prima del trapianto all'esterno evito di bagnarle, così escono più facilmente dal bicchiere, faccio il solco e lo bagno moderatamente, poi con un palo di legno appuntito faccio una serie di fori conici lungo il solco, alla distanza tra loro di 30 cm.

Poi in ogni foro faccio cadere una piantina, una leggera pressione se occorre e poi annaffio. Veloce, pulito, e senza crisi di trapianto... si può fare anche in pieno sole e senza neppure chinarsi troppo.

Poiché le piantine erano già abbastanza lunghe (a qualcuna ho tolto delle piccole femminelle) ho messo già le canne e le ho legate con piccoli pezzi di cavo telefonico che recupero a fine coltura e riutilizzo.  Idem per i bicchierini di plastica che durano circa tre anni.

Ora devo fissare tra loro le canne e successivamente trapiantare le altre varietà che stanno crescendo in serra.

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