martedì 13 dicembre 2016

POMODORO CORBARINO

Pomodoro di Corbara
di Angelo Passalacqua



Uno dei crucci che mi tormenta, da cultore dei semi, è quello di non poter seguire prontamente le varietà che mi vengono donate o scambiate, correndo il rischio che "invecchino" ed i semi non siano più vitali. Per fortuna lo scambio con i tanti Amici mi sta dando un grande aiuto, i semi non correranno più rischi!


Ecco il rinomato pomodoro di Corbara corbarino, molto apprezzato per le sue doti gustative ma anche per le sue tecniche di coltivazione.


E' una delle piante portaseme che avevamo scelto con l'amico Mimmo, il tubo con l'irrigazione a goccia era sempre pronto ad entrare in azione ma non è servito, il corbarino è un pomodoro "seccagno". Qui una scheda informativa.


Anche nel mio orto senza irrigazione le piante erano molto grandi, con una produzione di pomodori enorme! Ripeto a vantaggio dei più distratti, tutte le varietà coltivate in seccagna non vanno mai cimate né spuntate! 


martedì 29 novembre 2016

GRANO CAPPELLI

Grano Senatore Cappelli 
di Angelo Passalacqua


"C'era una volta..." Iniziano così tutte le favole, ma non temete, non vi racconterò nessuna favola ma solo una storia, quella di un grano divenuto un simbolo. Tanti ne parlano, quasi sempre in modo inesatto, pochi si attengono alla verità. Chi dice che " è un grano antico, non manipolato, non ibrido" sbaglia, altrettanto fa chi afferma che "non è un grano italiano, è un opera minore di Strampelli"! Vediamo se riusciamo a rendere giustizia al  Cappelli 
iniziando con qualche notizia utile. 


Ecco Sua Altezza Cappelli, 1,70-1,80 metri!


Strampelli selezionò il Cappelli partendo da un grano di origine tunisina, Jenah Rhetifah, quindi è un ibrido (come tutte le piante coltivate!) ma non è F.1, è italiano perché nasce a Foggia nel 1915.


I lunghi "baffi" neri che diventano biondi all'apice delle reste.




Grossi chicchi con glutine a livello "umano" , per ricavare una semola per pasta da digestione facile per tutti, meno gli sfortunati celiaci...


 "C'era una volta"... Questa è una pubblicità voluta, devo ringraziare gli amici di Altamura se posso gustare "il mio" Senatore Cappelli!

E qui terminerebbe la mia storia, ma non posso evitare di parlarvi degli eredi del Cappelli, sono tanti ma uno in particolare ha fatto "storia", in bene ed in male, il Creso, non posso parlarvene io poiché non lo coltivo, qui qui tutte le notizie in merito.

  
  

sabato 12 novembre 2016

POMODORO CIETTAICALE / 2

Pomodoro Ciettaicale / 2 
di Angelo Passalacqua


Sono passati molti anni dal primo post in cui vi parlavo di questo pomodoro, nel frattempo ha avuto un meritato successo, in Basilicata ed altrove. In questo filmato di Geo&Geo sono gli eredi di Lucietta a farne il ritratto! 


Non ci sono molte immagini del ciettaicale, in questo sito sono presenti foto e notizie. 


Il nostro amico Mimmo F. ha messo una "i" in meno ed aggiunto una "l" di troppo, ma lo perdoniamo, capita spesso!


Una caratteristica tipica del ciettaicale è avere il colletto verde, più o meno accentuato.



 Si può gustare in molti modi, "fresco" in insalata, passato in salsa è formidabile, la sua polpa carnosa delizia il palato, naturalmente è ideale per farne pomodori secchi, da seccare al sole.


 La buccia è sottile, non è una varietà da serbo, ma un pomodoro con tanti pregi può permettersi un piccolo "difetto", se vogliamo considerarlo tale!

 

lunedì 24 ottobre 2016

AGLIO GIGANTE

Aglio gigante 

di Angelo Passalacqua



Avevamo già incontrato un aglio gigante, nel post dedicato all'aglio elefante, ora voglio mostrarvi questo aglio che cresce spontaneo nella Murgia, non ho potuto seminarlo nell'orto, come ogni anno, e lui ha pensato bene di fare da solo!

 Non ho interrato io i bulbetti dell'aglio, è arrivato da solo e ha scelto di crescere ai piedi di un muretto a secco, tra le infestanti, ad iniziare dalla gramigna...


Il muretto è alto un metro e mezzo, la pianta aveva una ventina di "sorelle" a poca distanza ma nessuna ha raggiunto la statura di questa in foto, pur avendo un terreno migliore a disposizione.


La pianta è seccata a Settembre, era arrivato il momento di tirare fuori dalla terra la "testa", la curiosità era tanta!


Chiedo scusa per la scarsa fotogenicità ma non era stata una delle giornate migliori, era per darvi un metro di paragone...





Non ha deluso, è proprio un aglio gigante!



Il nome dialettale di "capacchione" (da intendere come "testa grossa", non "testa dura"...) è ampiamente meritato!

Ma l'origine di questo aglio quale è? Si sa che è una mutazione dell'allium ampeloprasum, il porraccio selvatico, e va bene ma nessuna altra notizia?
Ricordo di aver trovato qualcosa qui nel museo di Portici,  un gigante del Gargano che ritroviamo in un catalogo di sementi, anno 1940.







Ringrazio gli amici Angelo e Valerio per le foto e la segnalazione.

La ricerca continua, nella vicina Basilicata troviamo questo aglio gigante,  poi in Umbria, l'aglione della Valdichiana, e... Un aglio a prova di bacio!

(Chiedo scusa per la non-voluta pubblicità, non potevo non segnalare questo che, a mio parere,possa essere anche un esempio da seguire!)


lunedì 17 ottobre 2016

MELONE BANANA / 2

Melone banana / 2
di Moreno Monegato 


Se qualcuno di voi ha già avuto modo di leggere il post del Melone banana scritto da Angelo avrà avuto modo di vedere che sono chiamati così parecchi meloni anche molto diversi tra loro, io vi presento quello che mi è capitato tra le mani in uno degli innumerevoli scambi che ho fatto in questi anni. 
Si tratta di un frutto molto grosso (come vedete uno è arrivato a quasi 5 kg) in media dai 3 kg in su, da 1 a 4 frutti per pianta con piante vigorose e devo dire anche abbastanza resistenti alle malattie classiche del melone come oidio e peronospora, qualcuno di voi si starà chiedendo "chissà quanto avrà concimato per avere questi giganti"! In realtà ho usato solo una manciata di stallatico in pellet per ogni buca prima del trapianto e il risultato è stato ottimo!



La polpa ha un colore arancio verdino ed è molto compatta e croccante quasi come una mela, purtroppo però la dolcezza non è molta come scriveva anche Angelo nel suo post, comunque non è da buttare!! 
Pensate che in tutto quel melone ho raccolto solamente 20 grammi di seme e anche la buccia è molto sottile.


Qui si vede una fetta in un piatto normale, non piccolo da dessert! C'è anche uno spessore di polpa non male!! Io sicuramente lo pianterò ancora magari per avere qualche melone gigante da sfoggiare al vicinato, tutto sommato fa la sua bella figura!! 


 

mercoledì 28 settembre 2016

POMODORO OAXACAN

Pomodoro Oaxacan 
di Angelo Passalacqua


Anche i semi di questo pomodoro sono frutto di scambio, sulla busta era scritto un altro nome che mi ha incuriosito ed è partita la ricerca 
di notizie!

Alla voce di pomodoro precolombiano dei Sioux trovo un sito italiano di vendita dei semi, non voglio fare pubblicità ma serve a schiarirci le idee...
Visto che in lingua italiana non si trovano altre notizie, proviamo con l'inglese, oaxacan tomato ci porta a molti siti, come questo e questo


Curioso ritrovare in tutti i siti le stesse immagini...


Ora conosciamo il suo vero nome e possiamo scoprire il resto, è un ottimo pomodoro di dimensione e peso notevole, della tipologia cuore di bue, la polpa è di due colori, il giallo scuro muta in un rosa chiaro, molto compatta. Il sapore è eccellente, la buccia molto sottile non disturba la masticazione, davvero un pomodoro di cui consigliare la coltivazione!
La pianta ha portamento indeterminato, cresce vigorosamente ed ha bisogno di nutrienti  ed acqua, i primi da dare a volontà, la seconda senza eccedere, per avere i migliori risultati possibili. Buona la resistenza alle malattie. In comune agli altri cuore di bue, molto accentuato il polimorfismo dei pomodori, anche sullo stesso palco.

E grazie all'amico Mimmo F. che mi sta dando un grande aiuto, semi disponibili in quantità, per tutti gli Amici dell'Orto!


 
 

sabato 24 settembre 2016

LIBERESO GUGLIELMI

Libereso Guglielmi 
di Angelo Passalacqua



"Perciò se l'animo si distoglie dalle cose umane e si volge alle piante, agli animali ed ai minerali, non è affatto un errore, come a volte si sente dire. Quell'atto può essere il segno di un puro sforzo di autoconservazione, il desiderio di prendere parte a un esistenza superiore. Se le fontane si disseccano, si va al fiume. Là non è necessario credere: il prodigio è palese." 

                                                                                       Ernst Junger

Buon viaggio Maestro, grazie per tutti gli insegnamenti che ci hai regalato.
 

martedì 20 settembre 2016

POMODORO FICARAZZI

Pomodoro di Ficarazzi 
di Angelo Passalacqua

Il lavoro di ricerca non è limitato solo al ritrovamento dei semi delle varietà tradizionali, di solito ci sono poche informazioni e tocca ricercare, appunto, in vecchi libri o cataloghi vari, quasi sempre non trovando nulla... E poi, per caso, trovare dove non si penserebbe mai di cercare! Ad esempio, cercare notizie su vecchie varietà di pomodori e trovarle in una enciclopedia e non in manuali orticoli.



Ficarazzi è un comune vicino a Palermo, infatti questo pomodoro è chiamato anche precoce di Palermo 


La  pianta cresce vigorosa e robusta, un grosso cespuglio che poggia a terra per l'abbondante produzione, i grappoli hanno un peso notevole! Il fabbisogno d'acqua non è elevato come si potrebbe pensare, come sempre è meglio scarseggiare che eccedere, la resistenza alle malattie è notevole ed è meglio non intervenire con la bordolese. Coltivato in arido, rende ancora meglio, le bacche rimangono un po' più piccole ma il sapore e la conservabilità ne guadagnano molto!



I costoluti pomodori sono uno diverso dall'altro, crescono competendo lo spazio disponibile!


Il sapore è ottimo, la polpa carnosa apprezzata al consumo fresco ma anche il passato è molto buono.


Un pomodoro così buono e precoce deve esserci in ogni orto!
  

mercoledì 14 settembre 2016

DOLICI MURGIANI / 2

Dolici di Santeramo / 2

di Angelo Passalacqua

Ennesima conferma della grande ricchezza di agro-biodiversità presente in Puglia, un altro dolico, conosciuto col nome di ripolo pugliese, coltivato per produrre fagiolini mangiatutto, gli apprezzatissimi occhipinti. Si differenzia dagli altri dolici per il portamento delle piante, non nane né rampicanti, come i famosi metro asparago, ma a "mezza rama", a cespuglio.


Ho segnalato questo dolico agli amici del progetto Biodiverso, si è meritato un posto nel libro "Almanacco BiodiverSO", alla pagina 116 la scheda del fagiolino pinto mezza rama.


Riporto quanto scritto nei "risultati del Progetto BiodiverSO":


"La pianta, ad accrescimento indeterminato, presenta habitus di crescita eretto e tende a sollevarsi a media altezza, il fiore aperto è violetto con sfumature bianche, ma quando è chiuso appare di colore giallo. I baccelli sono stretti e lunghi, di media pezzatura, di colore verde con la punta viola. La produzione è nella norma. I semi presentano una forma ovoidale con tegumento liscio e di colore nero. L'IBBR del CNR di Bari ha caratterizzato questa varietà locale con marcatori SSR e SNP. Comune rappresentativo Santeramo in Colle."


Aggiungo all'esauriente scheda che il nome dialettale santeramo è "l'ecchie pint d nd'derr", traducibile con "l'occhio pinto a terra", le piante cespugliose si appoggiano sul terreno. La coltivazione va fatta "in seccagna", senza mai irrigare.


Cercando notizie su questo fagiolo sono arrivato a pagina 110 del libro "Aspromonte", scritto da un grande salvatore di piante, Orlando Sculli, che riferisce di un fagiolo "dòlica" coltivato da un solo contadino che gli donò l'ultimo baccello coi semi maturi poiché lui non li avrebbe più coltivati, a causa dell'età avanzata. "A Maggio mi accinsi a mettere a dimora i cinque semi recuperati, ma mi accorsi di averne solo due, di cui solo uno germogliò e mi produsse 57 semi. Sono gli unici o a Santa Eufemia qualcuno pianta ancora i fagioli dòlica coi fiori blu? "


Spero che la risposta alla domanda sia "sì", che quei 57 semi siano diventati migliaia! E ringraziare un grande "salvatore di piante", innamorato non corrisposto della terra di Calabria.  
  

domenica 4 settembre 2016

POMODORO RE UMBERTO

Pomodoro Re Umberto 

di Angelo Passalacqua


Un pomodoro dato più volte per scomparso, poi ritrovato all'estero grazie ai seedsavers.




Avevo coltivato molti anni fa questo pomodoro, grazie ai semi donatimi dall'amica Adriana C. , rimasi deluso quando tutti i pomodori si ammalavano di marciume apicale, probabilmente non era varietà adatta al mio terreno/clima e passai i semi ad altri amici interessati al Re Umberto. 


Era un vero peccato che questo pomodoro dovessi abbandonarlo, le notizie che avevo su di esso parlavano di una ottima varietà, anche da serbare e quindi adatta alla coltura a secco! L'amico Teresio L. mi convinse a riprovarci e ritentai. 
Questa volta è andata bene!


Ho voluto che altri testassero il Re Umberto in luoghi diversi, l'esito è stato uguale per tutti, un ottimo pomodoro per sapore e "resistenza" sia coltivato in asciutta che irrigato, da consumare fresco e da serbare per l'inverno, ottimo anche trasformarlo in salsa. Ho insistito con le foto che mostrano il pomodoro dall'alto per evidenziare una particolarità, la forma non è ovale ma "squadrata", i pomodori hanno quattro solchi che lo segnano sui fianchi.


 

L'ultima foto è del mio amico Mimmo F. , di Altamura, vivaista professionista convertitosi con entusiasmo crescente di anno in anno ai semi che gli passo, con il suo prezioso aiuto ci saranno semi in grande quantità per gli Amici, del Re Umberto e di tanto altro!

E se Settembre si comporta bene ci sarà anche il "fratello", il Re Umberto giallo!

In questo post pubblicato da Andrea Mangoni ci sono notizie e foto del Re Umberto. 


Aggiungo qualche foto e notizia,  ho mostrato nei commenti, riporto qui per comodità.



Re Umberto coltivato nel 2008 da Adriana Calderoni.






mercoledì 27 luglio 2016

DOLICI MURGIANI / 1

Dolici di Santeramo / 1 

di Angelo Passalacqua


La ricerca dei semi delle varietà tradizionali di solito porta a viaggiare anche molto lontano, questa volta invece non è stato necessario, questi "occhipinti" sono dei mio paese, il mio compaesano Sabino C. me ne diede una manciata, proveniente dalla mitica "nonna contadina" che conserva i suoi semi, da decenni. Le ricerche che ho fatto su questi Vigna hanno dato esito sorprendente, andiamo a scoprire questi "tesori"!



E' stata una vera scoperta trovare questa rarità, di solito questi dolici sono coltivati per essere consumati come fagiolini mangiatutto o cornetti, in Puglia sono chiamati occhiopinti, più apprezzati dei fagiolini, tra i baccelli lasciati per produrre semi si trovano anche qualcuno di questi, coi semi bicolori e non neri o bianchi con l'occhionero.



Non ho trovato notizie su questo dolico, nessuno ne ricorda il nome, nemmeno gli anziani che ho interpellato, è iniziata quindi la ricerca...


Il viaggio dei dolici o fagioli africani è iniziato tanto tempo fa, dall'Africa al Mediterraneo dei Greci e Romani, la Famiglia conta una incredibile varietà di componenti, ne vediamo molti qui e qui mentre il viaggio ci porta alla patria del fagiolo, in America.


Il nome inglese ricorda l'uso principale di questi fagioli, coi semi troppo piccoli rispetto a quelli americani, e qui abbiamo una bella sorpresa!


Un dolico africano che diventa seme tradizionale dei Nativi americani! 
I "visi pallidi" li chiamarono Papago"mangiatori di fagioli", con evidente disprezzo, il loro nome vero Tohono O'Odham, "coltivatori del deserto" rende giustizia.


Ovviamente anche questo dolico si coltiva senza mai irrigare!


Il fiore chiuso è di colore giallo scuro, diventa completamente bianco alla apertura.


 E dopo i fiori iniziano a farsi vedere i primi baccelli.