Lo scambio dei semi 2025
di Moreno Monegato
Gli amicidellortodue vi invitano a partecipare allo scambio dei semi, a Vittorio Veneto, domenica 23 Febbraio 2025
Lo scambio dei semi 2025
di Moreno Monegato
Angelo, filosofo contadino
non dò nome a le rose -
o a la barba di becco,
violetta - che cresce
se cresce,
o a la scorzanera -
e neanche al castagno
d'affiorata roccia di Murgia -
... e cresce... così...
non dò nomi a le rose
e a l'erbe odorose
d'issopo - d'origano Grecia
e di Libano - sparso,
tra i cardoncelli - l'odore
- ne l'aria, d'erba persiana -
o la dici maggiorana? -
sparso anche il timo, maggiore - l'avverti?
E il bianco e il serpillo - serpoddo
dal fiore rosso, e il rosmarino,
e il panico misto a l'assenzio.
E le hai viste le più mistiche piante?
Al dragoncello ti porto per mano,
a l'artemisia - !lo so di che odora! -
e ovunque, margheritoni,
e camomilla, calendula, e farinello.
E oliva bianca - detta del crisma -
sant'olio d'estrema unzione -
che brucia e fumo non fa - e là
il crisantemo - che non è morte, ma sole -
e più in là, radice di luce - batatas, dioscorea.
No, non dò nomi a le rose
non odoran lo stesso?
E perciò, tu non darmi
questo stupido nome:
Adamo?! Non chiamarmi
nemmeno Manicone
Francesco - nonno, d'infanzia
perduta - a la cerca - su la Murgia
di roccia - di perastri - di vecchi pastori
in cammino - e, maturato negli anni,
non più ritrovati: gl'ho innestati
così, a la maniera pastora -
allargando le branche -
a più varietà, su stesso tronco, di pero,
di fico - dottato, verdesca, rigato, o panascé,
brigiotto gentile troiano portoghese
matalone San Piero e il verdino, verdone,
o masciale columbraro lattarulo, o quello detto canuto,
vrazzolo, di Trani, Terlizzi e Polignano,
d'Egnazia e Pisticci, fiorenti ciascuno a suo tempo.
Ora, come lo chiami tu un fico,
che ha sul suo tronco, venti
e più varietà?
Fico kalì?
O dea-fico-kalì- proteggici tu
dalla monomania della monocoltura!
Fico kalì, dea distruttrice
allarga i tuoi rami al cielo,
madre matrigna suprema di varietà,
lingua fiammante, distruggi
e rinnova - fico kalì danzante
tra gl'astri!
... in quest'ora di punteggio perdente...
E nere albicocche ho innestato,
e prugne anche nere, e cachi minuti.
E melo, financo mela renetta,
e selvatico melo, fiorisce - guarda - più bianco,
tra l'origano lì. E finanche il castagno -
d'affiorata roccia di Murgia!
... e cresce se cresce...
... fico kalì aiutaci tu!
E ficodindia, fresca verzura insalata -
e in mezzo, carciofo selvatico, e nera cicoria,
tra melograno di Siria, Alteria e Cartagine.
Ed ecco più in là il nocciolo contorto:
spuntato in natura spontaneo nel 1680:
cremisi i fiori e giada.
... fico kalì aiutaci tu!
Non dò nomi a le ciliegie
innestate... a la bianca moscatella,
più dolce del dolce, e a la corniola...
di polpa più dura, immune a la mosca...
né a quella di maggio, né a quella più nera...
o a quel ciliegio, che fiorisce di continuo
- diverso, mese per mese...
... fico kalì aiutaci tu!
...
non è forse dio un molteplice?
Perché non dovremmo innestare così?
( ... e l'insegno e lo fa pure il bambino
- spago, cera e piccola
roncola - innesto teofrasto, nel cambio...)
Spaccava le pietre - bracciale
nonno Francesco, su la Murgia -
e in Istria, in guerra - in trincee - e scampato,
ancora su la sua pezza assegnata: le Quite.
Non spacco più pietra - murgia su murgia -
origine d'acqua e minerali, non svello
nemmeno dal grano, perciò non chiamarmi
Manicone Francesco.
E non chiamarmi nemmeno Filomelo
sacro inventor d'aratro:
con questo da me costruito - aro
gentile, scarso incisivo - su la terragna scura
di Murgia - e non spacco - e semino a sodo:
e roto, coi ceci neri, e lisci e bianchi,
e anche sotto gli ulivi - e senapi nere, e lupini
e cicerchie, ah - e di ceci verdi - sparse
di-semi-nate nell'aria - cicorie, quante cicorie,
tra le cipolle. E nere patate, lenticchia
Soleto, e veccia, e fava - di Santorini -
e piselli.
E il metodo è ancora: spunta
se spunta, cresce
se cresce - se è adatta
a la terragna... crescerà,
di-semi-nata - sparsa, nell'aria...
semenza...
...
ora, come le chiami 'ste piante
incontrollate - in scambio
continuo tra piante?
... con la loro terragna si scambiano
con la roccia a fianco, con l'acqua
e con questa solagna...
che non dovresti tu chiamarle
semplicemente: Murgia?
...
e ritornano, le semenze di-semi-nate
scambiate - da la tramontana - accoppiate -
o da le mani nipoti - dell'emigrante
partito a l'America - per fame...
là... cresce ora questo dorico
(tipico?) fagiolo...
No, non chiamarmi Filomelo
sacro inventor d'aratro - richiamato al cielo
in forma Bifolco, d'Arturo -
stella prima che sorge prima d'estate,
con Spica nel grano.
Per uno che guarda le stelle
puoi chiamarmi Talete, se credi.
Qualcuno mi chiamò così,
filosofo primo, e contadino.
Guardava le stelle, Talete -
morì, inciampando in un pozzo.
Per dir dei filosofi: strani...
Talete però in annata abbondante
- previde acquistò dei frantoi, e torchi,
e mole - e fece fortuna.
lo chiami coglione?
Filosofo vero è chi guarda l'insieme
del mondo, guarda lontano.
Puoi dir che son vecchio eppure son !nuovo!,
con questi di-semi-nati sparsi nell'aria -
filosofo vero, non è chi pianta pe sé,
ma per il nipote.
Ecco in fine, guarda - questo nocciolo,
piantato: non ne vedrò il bocciolo,
e non lo vedrò. Così.
... filosofo vero, non è chi pianta per sé -
ma per il nipote.
MARCO CARDETTA