venerdì 24 giugno 2011

Basella rubra

Basella rubra
di Claudia M.






Descrizione
La Basella rubra, detta anche spinacio di Malabar o della Cina, o spinacio corridore, in realtà non appartiene alla stessa famiglia degli spinaci, ma è una basellacea.
È un'erbacea tropicale rampicante, amante dei climi caldi e umidi.
In Asia meridionale, da dove ha avuto origine, arriva a crescere 30 metri in una stagione mentre nei nostri climi dovrebbe limitarsi a 3 o 4 metri.
Coltivo la Basella quest'anno per la prima volta e ad ora ha raggiunto i 20 cm. spero in un'ottima crescita prima dell'autunno.
E’ una bella pianta e può essere coltivata in giardino a scopo decorativo, oppure pavoneggiarsi nell’orto con le sue foglie carnose e rotondeggianti, a volte appuntite.



I fiori sono piccoli ma interessanti: riuniti in pannocchie, senza petali, con brattee e calice verde, bianco o rosato.


 I frutti sono acheni di colore porpora scuro contenenti un solo seme..

E' stato facile ottenere le piantine da seme, quasi tutti sono spuntati ma sono stati lenti nel germinare e nel crescere. Intendo provare a conservare le piantine in serra e a farne delle talee in autunno, per cercare di partire la primavera prossima con piantine già sviluppate.
Una buona quantità di calcio, ferro, vit. A, B, c e un basso contenuto di acido ossalico rende la Basella, al contrario degli spinaci, un alimento nutriente e tollerato anche da persone affette da artrite.
Ricette consigliate:
La cottura deve essere sempre molto veloce.
Le foglie e gli steli sono molto carnosi e mucillaginosi e la cottura prolungata li rovina. Possono essere mangiate anche crude.
Saltare quindi rapidamente in padella le foglie crude con olio, aglio o cipolla e/o peperoncino, oppure aggiungere a fine cottura al riso o ad altri alimenti secondo il gusto. Come altre verdure alternative si presta a sostituire gli spinaci e quindi è utilizzabile in tantissime preparazioni.
Il gusto è a mio avviso migliore di quello degli spinaci perché non lascia la sensazione di bocca “legata”. Chi conosce i miei gusti sa che non amo gli spinaci ma in generale preferisco i loro sostituti.
Curiosità
Con il succo degli acheni si ottiene un colore che i bambini usano per giocare. Può essere usato come acquerello ma anche come colorante per l'osservazione al microscopio.
Il succo delle foglie carnose allevia il bruciore delle scottature leggere. Mai applicare rimedi empirici su scottature serie.
La linfa riduce l'infiammazione dell'acne; il decotto delle foglie è leggermente lassativo.

p.s. Le foto originali non erano più visibili e le ho sostituite con altre.


mercoledì 22 giugno 2011

Spinacio della Nuova Zelanda

TETRAGONIA

di Angelo Passalacqua


Il nome europeo trae in inganno, non è uno spinacio perchè appartiene ad un'altra famiglia botanica, quella delle Aizoacee, proviene dall'Oceania da dove fu introdotta in Europa dagli Inglesi nel 18° secolo.



La pianta ama il caldo, quindi si trova pertettamente a suo agio in coltivazione estiva qui da noi, a differenza degli spinaci veri che soffrono e vanno rapidamente a seme. Si adatta a tutti i terreni purché abbia a disposizione umidità sufficiente.



Le foglie spesse e carnose vanno tagliate a qualche centimetro dal fusto. La tetragonia è chiamata anche spinacio perenne, qui da me si comporta come pianta annuale ma poiché si risemina da sola con successo, la denominazione potrebbe andar bene...



La pianta cresce molto, conviene lasciare spazio abbondante, 40/50 centimetri. I frutti-seme sono presenti sul fusto.



Dal Greco, "tetragonia" si traduce  "quattro" (tetra) "angoli" (gonia), guardando il frutto-seme maturo se ne comprende il motivo



La consistenza coriacea rende necessario seminare solo dopo avere tenuto in acqua almeno 48 ore, è normale che i "semi" tendano a galleggiare ed è altrettanto normale che si sviluppi un cattivo odore, segno di una benefica macerazione.

martedì 14 giugno 2011

Coltivazione biologica - lezione 4

Piccolo manuale di coltivazione biologica
di Paolo Basso


Pomodori, melanzane e peperoni.
Come fare le piantine ne ho già parlato qua, per i tempi di semina calcolare un mese e mezzo tra la semina e il trapianto, ovviamente seminando in ambiente protetto per garantire una ventina di gradi anche non costanti. I pomodori germinano più facilmente e questi temi possono essere più brevi, melanzane e peperoni sono invece più lenti ed esigenti nella temperatura.
Queste sono piantine di pomodori da poco trapiantate nei vasetti, ai primi di maggio e tenute già all'esterno in posizione riparata
Le stesse piantine invece dopo tre settimane e pronte per il trapianto in terra
Come ho già scritto, visto che il clima mi consente una coltivazione invernale, dove andranno piantate le verdure estive semino le fave che mi permettono di tenere il terreno quasi sgombro dalle infestanti (con le rincalzature) e di migliorarlo, apportando materiale organico e azoto. Tolgo le fave tranciandole alla base con la zappa lasciando le radici nel terreno, le piante tagliate a pezzi serviranno per pacciamatura. Basta poi una leggera smossa al terreno con il forcone e si possono fare i solchi per il trapianto. Fatto il solco con la zappetta si bagna, poi si aspetta qualche ora (io bagno al mattino per trapiantare al pomoriggio) e si fanno i fori col paletto alla distanza voluta.
Messe le piantine spargo un po' di compost e bagno nuovamente il solco. Io preferisco mettere le piante abbastanza vicine, per evitare che crescano troppo vigorose, favorendo invece la produzione. Faccio sempre due solchi vicini, così dopo qualche giorno di crescita bagnando nel solco, rincalzo le piante facendo un avvallamento centrale che poi riempio di pacciamatura, ad esempio le piante di fave a pezzetti. Così bagno solo nel solco centrale che con le piante cresciute resterà anche in ombra. Anche una successiva concimazione o altro compost può essere messa nel solco centrale.


Queste sono piantine di melanzana pronte per il trapianto in vasetti
queste sono le stesse dopo tre settimane
e le stesse dopo qualche giorno dal trapianto


Anche le melanzane verranno rincalzate con la creazione dell'avvallamento centrale, ma bisogna attendere più tempo perchè crescano.


giovedì 9 giugno 2011

Coltivazione biologica - lezione 3

Piccolo manuale di coltivazione biologica
di Paolo Basso



Anzitutto una precisazione, quando scrivo che non tengo conto per le semine di luna o Santi, questo non significa che non creda nelle influenze lunari su vegetali ed aninali. 

 Se mettete un seme in terra o seminate una patata, questi germoglieranno solo se hanno le condizioni adatte di temperatura e umidità, quindi io cerco di seminare con le condizioni adatte.
Un tubero o un bulbo interrati resteranno in riposo per tutto il periodo freddo, germogliando solo quando ci saranno le condizioni adatte. Se seminate le patate in inverno (se il terreno non è gelato ovviamente) queste non spunteranno finché non farà caldo, unico problema di una semina anticipata è un aumento del rischio per ferretti e limacce. 

Una semina posticipata invece può avere altri problemi, per questo tradizionalmente si fa' riferimento al calendario (e quindi ai Santi), ma conviene sempre fare riferimento all'esperienza personale degli anni precedenti, quando c'è. Come dico sempre, scherzando, io semino o pianto a San Quandoposso.

Ed ora iniziamo con le varie coltivazioni, con semine e trapianti delle varie verdure. Gli attrezzi che utilizzo, per lavorare comodamente, sono questi, un paletto a punta conica della stessa misura dei bicchierini di plastica, un mestolo legato ad una canna per distribuire tra le piantine il compost, un rastrellino.



Zucchine, meloni ed altre cucurbitacee.
Si tratta di semi grossi, che germinano facilmente e possono essere seminati a dimora, ma io consiglio sempre di seminare in vasetto, per anticipare un po' ma sopratutto per evitare che i giovani germogli siano preda di limacce ed altri parassiti. Così si può trapiantare solo le piantine meglio riuscite evitando tutti i problemi. Inoltre, tenendo qualche piantina di scorta, si possono sostituire quelle che avranno problemi dopo il trapianto. Io ho seminato a metà aprile, per un trapianto dopo tre settimane. Le zucche crescono più velocemente e possono essere già trapiantate dopo due settimane.


Piantine di melone Kiwi a 14 gg dalla semina.
In terreni argillosi e siccitosi come il mio conviene fare uno scavo che verrà riempito di scarti vegetali e poi coperto di terra in modo da avere nutrimento per tutta la coltivazione e sopratutto mantenere umidità alle radici.


Quando le piantine saranno pronte al trapianto, cioè quando avranno due o tre foglie vere e cotiledoni ancora ben verdi, vasetto ben pieno di radici, si fanno dei fori conici con l'apposito palo


e vi si mettono le piantine che escono facilmente dal vasetto conico. Conviene trapiantare nel tardo pomeriggio, in modo che la pianta abbia davanti la notte per adattarsi alla nuova sistemazione. Io spargo un po' di compost attorno alla piantina trapiantata poi bagno moderatamente.



Quando le piantine si saranno ben sviluppate (dopo 7 – 12 gg.) conviene mettere una leggera pacciamatura, nel mio caso si tratta di frasche tritate col biotrituratore. Questo serve ad evitare che annaffiando si crei una crosta superficiale e bloccare un po' le infestanti.



Queste sono le piante dopo un mese, ad inizio giugno. Le zucchine a cespuglio hanno già i primi frutti, che conviene raccogliere appena fioriti per favorire la crescita e la produzione.


Le trombette invece essendo rampicanti inizieranno a produrre dopo, ma se ben curate lo faranno per tutta l'estate.


Le zucche in genere non hanno grossi problemi di malattie fungine, le piantine in vasetto si possono trattare con un po' di bordolese, a scopo preventivo, poi non dovrebbe servire altro. Conviene togliere le foglie adulte appena tendono ad ingiallire o a presentare macchie di oidio. Nel caso di forti infestazioni di questa malattia occorre usare zolfo bagnabile o zolfo in polvere. Lo zolfo sublima più velocemente con temperature alte, quindi non esagerare con le dosi in giornate calde.

domenica 5 giugno 2011

Ciliegie 2

LE CILIEGE/2

di Angelo Passalacqua

Le varietà "locali" di ciliege che è ancora possibile trovare sono centinaia, per fortuna ci sono stati contadini testardi che non hanno abbandonato i frutti che crescevano in ogni orto familiare. Dobbiamo ringraziare loro se non abbiamo perso ciliege come la Bella di Garbagna, le ciliege siciliane come la Mastantuono o le napoletane, per fare qualche esempio:
http://agricoltura.regione.campania.it/frutticoltura/cv-eboli.pdf

Sessantacinque varietà...




Arrivò negli anni Cinquanta una nuova ciliegia che prometteva meraviglie ma, per numerosi motivi, non mantenne le promesse e fu abbandonata, la Forlì


Oggi viene utilizzata solo dalle industri conserviere, il prezzo è di pochi centesimi di euro... Peccato perchè è una ciliegia buonissima!
Torniamo alle ciliege antiche, nel dialetto del mio paese sono dette Pisciacchier () per pretese capacità diuretiche molto accentuate...


La polpa è tenera, il colore è un rosso chiaro, si mangia anche quando è bicolore, come vedete in foto. Il sapore è indescrivibile, diverso dalle altre varietà. Squisite!



Sono le ciliege Acquaiole


http://www.pomonaitaliana.it/pomona/ciliegia_acquajuola.htm

Non sono d'accordo con l'affermazione che sia priva di sapore, provare per credere!


L'albero in foto ha dieci anni, l'innesto è una variante semplificata di quello a corona, lo consiglio perchè dà i migliori risultati. Portainnesto sempre il Santa Lucia seminato a dimora.


Qui invece vedete un albero di 25 anni, l'innesto è a spacco inglese doppio, il Santa Lucia mette sempre rametti ogni anno che elimino regolarmente, molto evidente il callo di cicatrizzazione ed i diversi diametri di portainnesto e nesto (varietà innestata). Ma di questo ne riparliamo in seguito... (Ma munitevi di... pazienza!)