sabato 13 agosto 2011

Pomodoro Zogola e dintorni

...e marciume apicale
di  GIAM

Provo a scribacchiare qualcosa sul Pomodoro Zogola e del nostro recente rapporto (mio e del pomodoro).
La storia inizia una decina di anni fa all'incirca, quando iniziai ad avere problemi di marciume apicale sui pomodori. Leggi questo, leggi quello, chiedi a destra, chiedi a manca, raccolsi le seguenti informazioni: a) nessuno sapeva di preciso che cappero è il marciume apicale, da cosa esattamente viene provocato; b) nessuno sapeva (di conseguenza) quali erano i rimedi, mentre si indicavano una serie di fattori che ne favorivano l'insorgenza (eccessi di azoto, squilibri idrici, etc.); c) esistevano degli ibridi “resistenti”. Bene... le provai di tutte: diminuzione di concime, meno acqua e più acqua (mi sentivo tanto Nanni Moretti), piante più strette o più larghe, spruzzature di acqua sulle piante nelle ore più calde (questa la suggerivano dei ricercatori svizzeri, ma a me le piante parevano per nulla d'accordo) ed altro ancora. Niente: una parte (a volte maggioritaria) di frutti se ne andava col “culo nero”. Di tutto quel che avevo letto posso confermare solo che: a) le alte temperature fanno da innesco; b) i pomodori a lampadina (tipo San Marzano per intendersi) sono i più soggetti, pomodori piccoli (tipo ciliegia) sono i meno soggetti.
Girellando in rete mi imbattei in questa pagina in francese  e per puro caso scoprii che in francese “marciume apicale” si dice “necrose apicale”. Passo successivo: il sito indicava due varietà come “Pas de susceptibilité à la nécrose apicale”: il Wins All  ed il Zogola. La resistenza di queste due varietà veniva confermata da vari sussurri in rete, in genere “scambisti” di semi che dicevano cose come “mah... secondo me 'sto pomodoro il BER non se lo becca...”. Per tortuose vie mi procurai un po' di semi di Wins All, più attraente dell'altro, con le foglie a patata, il colore rosa, pochi semi, la bella pezzatura. Il primo anno qualche pianta sembrava un po' frutto di una qualche ibridazione, con le foglie normali non previste dallo standard. Eliminate senza pietà (ma parrebbe anche che le varietà a foglia di patata tendono a produrre di tanto in tanto qualche pianta a foglia normale, ma non ne ho prove). Sempre il primo anno uno o due frutti ebbero il “culo nero”, la varietà mi sembrò un po' suscettibile alla peronospora, ma per il resto...: si mangiarono pomodori alla grande. A quel punto dovevo avere lo Zogola. Trovarne i semi fu un po' un problema, ivi compresa una sonora fregatura: acquistai, infatti, “semi di Zogola” che diedero piante con foglie “a patata”. Anche qui, eliminate senza pietà e riseminai l'oramai affidabile Wins All. Poi, finalmente, l'anno scorso ricevo semi di Zogola. Ai pochi eroi giunti fin qui, dirò ora un qualcosina su questa varietà, almeno in base alla mia esperienza, limitata a solo questa stagione.


Pianta a foglie normali, piuttosto vigorosa (non riesco a starci dietro alla sfemminellatura, ma questo può dipendere dalla mia pigrizia).Mi è sembrata resistente a peronospora.Ho l'impressione che non richieda molta acqua e sostanza organica.Fiori con pistillo “scoperto”, cioè non coperto dai petali (in parole povere: si ibrida più facilmente).Ho trapiantato le piantine a fine Aprile ed ho iniziato a raccogliere il 14 Luglio (mai successo... in genere inizio la raccolta a fine Luglio).Frutti leggermente “schiacciati” e tendenti alla costolatura. Frutti con non pochi semi, sugosi, pieni. I frutti del primo palco erano molto spesso di grossa pezzatura (gr. 500-600). I frutti dei palchi successivi tendono a essere più piccoli e, spesso, “fusi” insieme o comunque meno regolari e (ripeto: ho sfemminellato poco). Nessuna insorgenza di marciume apicale (facciamo corna per i prossimi anni...).Per quanto riguarda l'origine, viene dato come “heirloom” (a dire varietà tipica, tradizionale, etc.) polacca. Sulla questione delle “origini” sono sempre piuttosto prudente per una serie di ragioni con cui non vi tedierò. Vorrei però raccontare brevissimamente ed a questo proposito, del pomodoro Cherokee Purple. E' facile imbattersi in rete in descrizioni di questa  varietà che più o meno esplicitamente ne fanno un “heirloom” degli indiani Cherokee. Lì scatta, nell'aspirante compratore, la meccanica degli echi iconografici pop: indiani saggi e buoni, in armonia con la natura, balla coi lupi, il recupero di saggezza tradizionale, etc. Ed uno li compra. Ho provato ad analizzare questo inanellamento di idee (che, sia chiaro, scatta anche in me). Intanto c'è da dire che gli indiani Cherokee erano gli indiani “buoni”, cioè furono fra gli indiani che più rapidamente si integrarono ai colonizzatori bianchi, acquisendone usi, costumi, tecnologia (i bianchi poi li fregarono, ma questa è un'altra storia). Inoltre, risalendo un po' per li rami ho trovato l' “inventore” del pomodoro Cherokee: è Craig LeHoullier (qui il suo sito) ebbe questi semi nel 1990 da tale Mr. Green (qui la lettera  che accompagnava la bustina di semi), il quale a sua volta li aveva avuti da un vicino di casa che gli aveva detto essere stati donati alla sua famiglia un secolo prima da indiani Cherokee. Un giro un po' lungo che ricorda molto il gioco del telegrafo... e che inviterebbe a parlare con meno certezza dell' “origine” Cherokee. Mr. LeHoullier pensò di chiamarlo così “Cherokee” (nella lettera non c'è un nome), ma chiarendo i limiti di tale definizione sul suo sito.Ed il Zogola? E' polacco? Boh... Ho provato a tradurre “zogola” con dizionari on-line polacco-italiano e la traduzione è (rullo di tamburi): “zogola”. Nelle pagine in polacco presenti in rete “zogola” mi sembra essere un cognome (per altro: Von Zogola).Aho', sia chiaro: il Cherokee Purple è un ottimo pomodoro :-)L'anno di coltivazione (2011) sappiamo che è stato, diciamo, bizzarro, con caldo in Giugno (mentre i frutti erano in formazione) e freddo umido in Luglio.



mercoledì 10 agosto 2011

Pomodoro Chilo della Garfagnana

Pomodoro Chilo della Garfagnana
di Paolo Basso


Sono parecchi anni che coltivo questo pomodoro, i cui semi avevo ricevuto da un amico toscano. Come dice il nome è un pomodoro molto grosso, simile ad altri pomodori cosidetti "bistecca" per la polpa molto compatta e con pochi semi.


Questa è la sezione di un pomodoro, dalla quale è evidente che per farsi una scorta di semi ci vogliono parecchi frutti...


Le piante non sono molto vigorose, i frutti del primo palco in genere sono più costoluti e irregolari, poi quelli dei palchi successivi sono più regolari, pur potendo raggiungere lo stesso un bel peso


Nel mio terreno argilloso, nonostante come al solito interro scarti vegetali e abbondo in pacciamatura, i pomodori non raggiungono grosse pezzature, il massimo è stato quest'anno con un frutto di 900 gr.

Ho però ricevuto queste foto dall'amico Agostino, a cui ho inviato dei semi due anni fa'.

Lui coltiva nel Monferrato e quest'anno ha abbondato nel concime organico con notevoli risultati



mercoledì 3 agosto 2011

Pomodoro Dentato

Pomodoro Dentato Bührer-Keel
(Lycopersicon esculentum)

di Rob


L’ho coltivato partendo da alcune piantine di circa 15 cm acquistate al mercatino dell’associazione svizzera Pro Specie Rara lo scorso aprile. Le ho messo nell’unico posto che avevo libero nell’orto, in una zona non troppo fortunata perché al disotto c’è un duro strato argilloso, tra l’altro dove lo scorso anno un grillo talpa mi aveva devastato le cipolle egiziane. Forse per questo le piantine sono cresciute poco, ma i pomodori sono lo stesso venuti spettacolari. La forma è particolarmente interessante e decorativa e si prestano a fare ripieni. Questa la descrizione di catalogo di pro specie rara:

Pomodoro carnoso, poco acquoso, con numerose camere e pochi semi. Produttivo. Ideale per salse o pomodori ripieni, ma anche in insalata per le sue fette ornamentali a forma di fiore.
Il primo a maturare è risultato di forma diversa rispetto a quelli della foto nel sito svizzero qui sopra, cercando in rete ne ho visto altri con forma simile come nel link qui sotto quello mio come nel link qui sotto:
Probabilmente i pomodori dei primi palchi e i primi a svilupparsi risultano più grossi e meno oblunghi, e con ampie zone superiori che rimangono verdi anche a maturazione accentuata. come ho visto , decisamente molto meno pronunciato, anche negli Orange queen. Magari altri più esperti di me sapranno spiegare e commentare il fenomeno, probabilmente un aspetto su cui si potrebbe lavorare di selezione.
Il gusto è ottimo, adatto a insalate e a piatti freddi estivi anche se al momento non posso darne un esaustiva trattazione visto l’esiguo numero di pomodori che sono arrivati a maturazione. Paragonandolo ad altri che coltivo lo definirei una varietà a stagione media.
altro sito
Il gusto è ottimo, adatto a insalate e a piatti freddi estivi anche se al momento non posso darne un esaustiva trattazione visto l’esiguo numero di pomodori che al momneto sono arrivati a maturazione.
Ovviamente i semi saranno a disposizione. qui sotto le foto dei miei pomodori Bührer-Keel, la seconda è uno dei pomodori che ho lasciato maturare abbondantemente per la produzione di semi, come si vede al centro in un a ridotta area; troppo abbondantemente...mi sono lasciato ingannare dalla parte sopra che era ancora verde. (ovviamente i semi di quell’area sono stati scartati)


La coltivazione non ha presentato problemi e malattie nella mia zona (prealpi) e nelle mie condizioni.









lunedì 1 agosto 2011

Patate 2011

LE PATATE DEL 2011
di Angelo Passalacqua


L'orto è sempre lo stesso, le tecniche di coltivazione idem, di diverso ci sono le patate "nuove" che si aggiungono alle varietà che risemino ogni anno.


I filari delle patate si alternano a quelli di pomodori, fagioli dolici, zucchini, meloni, ecc. Come sempre, niente irrigazione. Nel terreno circostante c'era una coltivazione di maggese di avena e trifoglio, di quest'ultimo sono le piante verdi che vedete in primo piano ed in alto a destra.



A causa di una bronchite non ho potuto fare la seconda rincalzatura, le patate hanno dovuto coabitare con rosolacci e lattuga serriola, infestanti comunque sempre benvenute nei miei orti, a differenza delle graminacee che da me hanno vita breve!


Contrariamente a quanto dicono in tanti, queste consociazioni danno solo vantaggi, tutte le varietà hanno patate di ottima pezzatura, sanissime ed hanno reso tanto.




Sono certo che la foto scattata durante i lavori in corso sia eloquente, tra i filari di zucchini vedete come il terreno rimane "pulito" dopo la raccolta dei tuberi.


Anche patate di sei etti l'una!

Oltre alle "solite", ho coltivato varietà commerciali come la Draga, molto buona, e quelle che mi avete mandato, le "scozzesi", la rossa di Cetica ed altre di cui parleremo in seguito...




Le "Scozzesi" di Honey75...




...e le mie Vitelotte , il mio dito indica il minuscolo tubero-seme che ho interrato,a conferma che è la cosa migliore usare tuberi piccoli e non i più grossi, nel caso non fosse possibile, tagliare la patata.

Il terreno destinato alla semina delle patate va preparato per tempo, interrando tutto il materiale organico di cui disponete, la trincea che vi ha mostrato Paolo, la creazione di uno strato di humus rende possibile il risultato che vi ho mostrato, cura sia i terreni argillosi che quelli sabbiosi con un effetto "tampone" ed un ph ottimale.


A raccolta delle patate terminata, l'orto è esteticamente più accettabile...

In coltivazione bisestile sto coltivando quattro varietà di patate che, per vari motivi, non sono riuscito ad interrare per tempo, al momento godono ottima salute, come la Bluebell