Famiglia: Crucifere
di Angelo Passalacqua
Motivi tecnici mi impediscono di inserire foto, rimando a prima possibile.
Bunias, dal greco "collina", è conosciuta coi nomi dialettali di casselle, cascelle, navone selvatico, ghiffli e molti altri. Risente molto dei diserbanti e si trova di rado nei coltivi, mentre i pastori la conoscono molto bene e continuano ad apprezzarla. Destino ingrato per una pianta apprezzata fin dall'antichità, Plinio decanta la bontà del cavolo selvatico di Norcia, altro nome della casselle, era intensamente coltivata dai contadini. Di questa coltivazione è rimasta traccia in zone di Marche ed Abruzzo, in particolare nel paese di Barchi, gli orti di bunias erano detti "rafaneti",dato che i botanici denominano molte crucifere come rafano selvatico. Nulla a che vedere con quello che viene comunemente chiamato rafano, la radice piccante di armoracia rusticana.
La pianta è annuale, cresce con le piogge autunnali-invernali, i fiori sono i tipici della specie, gialli coi quattro petali disposti a croce, mentre la siliqua coi semi è molto particolare, inconfondibile. Nell'Italia del Nord si trova una varietà di bunias, precisamente Bunias orientalis L.
Ricette con la bunias sono presenti in molte regioni, si và dalla focaccia ripiena alle gustose zuppe dei pastori, la "crescia onta", la polenta e ghiffli, la minestra di foglie e radici, e tante, tante altre. Della pianta si usano le foglie, in rosetta o singole, crude e cotte, il sapore ricorda la rapa e il cavolo. Anche la radice viene mangiata cruda, il sapore qui è simile al ravanello, o cotta.