mercoledì 26 agosto 2020

POMODORO RIBES


Pomodoro ribes 

di Angelo Passalacqua 


(Solanum pimpinellifolium) 



Il nome italiano di questo piccolo, grande pomodoro non è veritiero, è più grosso di un ribes e le sue qualità fanno passare in secondo ordine la pezzatura delle bacche. 

Questi pomodori (non è una singola varietà) sono ritenuti i progenitori dei pomodori che coltiviamo oggi, anche se spesso vengono impropriamente chiamati pomodori selvatici, sono "veri" pomodori, di eccelso sapore e profumo. 

L'importanza di questi pomodori la comprendiamo alla lettura di questo articolo, in pratica abbiamo in mano i pomodori originali, non frutto di selezione da parte dell'uomo, il patrimonio genetico è rimasto intatto e questi pomodori sono essenziali per irrobustire i pomodori moderni, per rimediare ai danni derivanti da incroci, dove alcune caratteristiche sono state modificate a spese di resistenza a malattie e perdita di elementi nutrizionali. 



Con l'aiuto dell'Amico Mimmo, ho seminato alcuni semi del pomodoro Spoon, un altro nome per questo pomodoro, in vaso, in serra fredda, con esito sorprendente! Ma il vero nome universalmente riconosciuto per questi pomodori è quello di wild red currant e di wild white (yellow) currant, li vediamo in due filmati, qui e qui











Di solito le piante selvatiche da cui abbiamo selezionato, in millenni di coltivazione, le domestiche sono molto diverse tra loro, non è accaduto per i pomodori, come leggiamo nell'articolo de Le Scienze che ho citato più sopra: 

La scelta dei ricercatori è caduta su Solanum pimpinellifolium una varietà selvatica di solanacea – la famiglia di vegetali a cui appartengono i pomodori – originaria del Sud America. Progenitrice delle varietà di pomodoro moderne, S. pimpinellifolium ha però un aspetto molto diverso: i suoi frutti sono grandi come un pisello, ma molto più saporiti. Inoltre, ha un contenuto nettamente maggiore di licopene, una sostanza naturale nota per le sue proprietà antiossidanti. 



A confronto due mini, grandi pomodori, a sinistra lo spoon, a destra il mexico midget, evidente come il colore rosso dello spoon dimostri la massiccia presenza di licopene 





Per il sapore, il miglior pomodoro che io abbia assaggiato, dolce e profumato "di vero pomodoro", assolutamente da provare! 

Ricordo che il "nuovo" pomodoro descritto nell'articolo viene da una tecnica di ingegneria genetica che in Europa è stata equiparata a quella Ogm, a differenza degli Stati Uniti, come si legge in questo articolo. Per correttezza di informazione




lunedì 24 agosto 2020

MELONE RUGOSO DI SIBARI


Melone rugoso di Sibari 

di Xx




Il melone rugoso di Sibari, una frazione del comune di Cassano all'Jonio in provincia di Cosenza





Pur essendo un melone a produzione tardiva rispetto ad altre varietà, presenta numerosi vantaggi:
1. Le piante sono molto rustiche e possono essere coltivate in aridocoltura (cioè senza irrigazione).
2. Ogni pianta produce molti frutti.
3. Il frutto ha una forma ed un colore molto attraenti: la forma è ovale con le estremità lievemente appuntite, la buccia è di colore giallo-oro e la superficie è lievemente rugosa.
4. I suoi frutti pesano tra i 2 ed i 4 Kg.
5. La sua polpa è bianco-perlata, molto croccante, zuccherina, dal sapore vanigliato ed il gusto è più intenso se mangiato freddo.
6. Essendo una varietà "inodorus" produce poco etilene e quindi i suoi frutti hanno una lentissima obsolescenza, ciò garantisce loro una vita di 2-4 mesi nella fase post-raccolta. Quindi se
 raccolti in agosto-settembre possono essere conservati fino a Natale (e perciò viene anche catalogato tra i “meloni da serbo” o “meloni invernali”).

Poiché le piante non sopravvivono al di sotto dei 12° C, al Nord si possono seminare ad inizio maggio, mentre al Sud si possono seminare già a fine marzo.
Noi preferiamo seminarli in bicchieri di plastica, in modo che le piantine abbiano un grosso pane di terra che permetta loro di attecchire facilmente quando vengono trapiantate e poi coltivate in aridocoltura.
Le radici del melone rugoso di Sibari sono ampie ed in gran parte superficiali e, quindi, il ricorso alla sarchiatura può danneggiare le radici ed esporre la pianta a malattie batteriche o fungine.
Per contrastare le erbe infestanti, quindi, è necessario utilizzare dei teli pacciamanti in rafia di plastica al fine di controllare le erbe infestanti, mantenere umido il terreno e permettere alla pioggia di irrigare saltuariamente le colture.
I fiori maschili si formano sul tronco principale o sui rami secondari, mentre i fiori femminili (dai quali si svilupperanno i frutti) si formano sui rami terziari.



Quindi, bisogna stimolare la pianta ad emettere molti rami terziari e questo si può fare mediate la potatura.
Nella coltivazione professionale è necessario ricorrere ad una potatura molto complessa, nella quale si distinguono almeno 4 fasi.
Nella coltivazione amatoriale, è sufficiente limitarsi alla cimatura del tronco principale: quando il tronco principale emette la quarta foglia lo si cima togliendo tutta la parte che va oltre la seconda foglia.
Il melone rugoso di Sibari si raccoglie dopo 3 - 4 mesi dal trapianto (agosto - settembre).
A differenza degli altri meloni, in questa varietà il peduncolo non tende a seccarsi ed il momento ideale per la raccolta è quando il colore passa dal giallo-paglierino al giallo-oro e la superficie da liscia diventa lievemente rugosa.
Poi lo si può lasciare in cantina al fresco ed al buio dove si conserva per 3 - 4 mesi (fino a Natale).
E’ un melone molto apprezzato anche nel Nord Italia ed è uno dei più richiesti nella nostra azienda agricola

Ottenere i semi è abbastanza facile: si taglia in due metà e con un cucchiaio si prelevano i semi, separandoli dalla placenta alla quale sono attaccati.
Dopo averli lavati, si lasciano seccare all’ombra.
I semi mantengono un’ottima germinabilità per 2 anni. Poi la germinabilità si riduce un po’.


venerdì 14 agosto 2020

POMODORO DI MOLA


Pomodoro di Mola 

di Angelo Passalacqua 


Non è tra le varietà di pomodoro che coltivo abitualmente ma a causa dell'emergenza sanitaria, tra le piantine fornitemi dagli amici vivaisti di fiducia ci sono una dozzina di piante di pomodoro di Mola di Bari 


Il timore di non onorare al meglio questo rinomato pomodoro mi ha obbligato a coltivarlo con più attenzione del mio solito, i miei terreni aridi sono troppo diversi da quelli di Mola di Bari 



La pianta ha la vegetazione "a foglia di patata" ed il portamento è a crescita determinata, ma meglio di me possono descrivere questo pomodoro il professor Pietro Santamaria e gli amici di BiodiverSo, qui, qui e qui




Il timore che le bacche si ammalassero del temuto "marciume apicale"  è subito svanito alla vista di pomodori sanissimi e piante altrettanto in ottima forma, nessuna malattia né parassiti. Innaffiatura ogni tre/quattro giorni 




I pomodori raccolti con la "spalla verde" sono ottimi in insalata mentre a maturazione completa si trasformano in salsa dall'ottimo sapore, confermando le ottime qualità di questo pomodoro. 

Sto raccogliendo i semi di questo ottimo pomodoro, anche se non lo coltiverò su vasta scala ed i semi andranno agli Amici interessati 

lunedì 10 agosto 2020

ERBA DI SAN LORENZO


Erba di san Lorenzo 

di Angelo Passalacqua 


Molte erbe spontanee portano il nome di Santi come questa chiamata erba di san Lorenzo, santo festeggiato oggi, 10 Agosto 







Il suo nome scientifico è Ajuga reptans, "ajuga" per la mancanza di una parte del fiore e "reptans" per i suoi lunghi stoloni che strisciano e consentono la moltiplicazione delle piante, a ciclo perenne. 





E' presente in tutte le regioni italiane, qui e qui schede botaniche 



Qui la bugola è in buona compagnia, ai piedi di un albero per sfruttarne l'ombra, molto gradita nei miei terreni aridi. 









Un tempo molto utilizzata in ambito erboristico e di medicina naturale, raccolta per uso alimentare in modica quantità, recenti studi evidenziano la presenza di sostanze epatotossiche, come per la borragine ad esempio. Mi raccomando, siate attenti se decidete di mangiarla! 







La pianta è perenne anche in zone fredde come la Murgia, in inverno le foglie si colorano di rosso