Aglio gigante / 3
di Angelo Passalacqua
Ulteriore capitolo per la storia dell'aglio gigante o elefante, per fugare alcuni dubbi e approfondire alcuni aspetti finora non considerati.
Uno spicchio di gigante ed uno di aglio maschio, questo ultimo proviene dalla crescita dei piccoli cormi attaccati al bulbo o dall'interramento tardivo degli spicchi.
L'aglione continua sempre a stupire... In questo articolo, una segnalazione della presenza del gigante.
Appoggiando il bulbo di aglio maschio su terreno umido lo si stimola a risvegliarsi, poi lo si pone a dimora nel terreno di coltivazione.
Le radici spingeranno il bulbo verso l'alto, non conviene interrare completamente ma lasciare sempre tre quarti del bulbo fuori terra, per evitare ristagni di acqua e relativi marciumi. A seconda del periodo di interramento, si raccoglierà un bulbo di aglio gigante o un aglio maschio con i cormi.
Un aspetto molto interessante è la serbevolezza dell'aglio gigante, nessuna altra varietà arriva alla sua durata post raccolta.
Ho raccolto questa pianta a Settembre 2018 (alta 165 centimetri), tenuta poi intrecciata con le altre sorelle in attesa della risemina a Marzo, con la piacevole sorpresa di notare che non c'erano segni di risveglio vegetativo né di svuotamento o marciume.
Aglio bianco di Altamura, di ottima serbevolezza ma non può competere col gigante!
A questo punto, testerò la durata limite di questi bulbi, sono sempre nella cassetta in dispensa, fuori dal frigorifero, vi terrò informati!
Per vostra comodità, inserisco i collegamenti diretti ai post precedenti, aglio gigante, aglio gigante 2, aglio violaceo, aglio maschio, aglio gigante BiodiverSo. Prestate attenzione anche ai link inseriti nei post.
giovedì 30 maggio 2019
domenica 19 maggio 2019
CANAVALIA
Canavalia - Jack bean
di Angelo Passalacqua
Del fagiolo magico Jack bean aveva scritto, anni fa, il nostro Amico Alon, in questo post pubblicato qui nel blog.
Nella busta inviatami da Roberta trovai i semi che vedete in foto, sembravano due fagioli diversi, la soluzione al dubbio la ebbi in seguito...
Aggiungo allo scritto di Alon nuovi rimandi, in cerca di notizie utili sulla canavalia ensiformis, qui e qui. Seminai in contenitore per anticipare la coltivazione, solo i semi con "l'occhio" evidente germogliarono in poco tempo e trapiantai in Maggio le piante in piena terra. Per la fama di grande azoto-fissatore del Jack bean, scelsi il terreno più povero di nutrienti disponibile.
Le foglie grandi si arricchirono presto di fiori presenti in grappolo, grandi e di colore bianco, appariscenti.
Ai fiori seguirono i baccelli, piccoli all'inizio ma crescevano molto rapidamente!
Una crescita impressionante!
I mesi passavano, i baccelli continuavano a crescere senza che il loro colore mutasse dal verde al marrone, segno che i semi all'interno fossero maturi. A fine Settembre la crescita si arrestò, dimostrando che la durata di coltivazione non consentiva la maturazione completa nel mio terreno/clima. Tentai la carta del prelievo della pianta e del trasferimento in serra, con esito negativo.
La vegetazione non ripartì, staccai i baccelli facendoli seccare, all'apertura trovai i semi sì asciutti ma uguali a quelli piccoli che avevo ricevuto, senza traccia di ilo. Semi che si rivelarono immaturi alla risemina, non germogliarono, purtroppo! Fine della prova, penso che la coltivazione possa avvenire in luoghi diversi dal mio, e magari con varietà di canavalia più precoci.
Circa la commestibilità dello Jack bean, non posso confermare quanto il consumo di foglie come verdura e dei baccelli come fossero taccole e neanche il controverso uso dei semi maturi. Mi limito a segnalare le fonti disponibili, qui, qui, e qui.
di Angelo Passalacqua
Del fagiolo magico Jack bean aveva scritto, anni fa, il nostro Amico Alon, in questo post pubblicato qui nel blog.
Nella busta inviatami da Roberta trovai i semi che vedete in foto, sembravano due fagioli diversi, la soluzione al dubbio la ebbi in seguito...
Aggiungo allo scritto di Alon nuovi rimandi, in cerca di notizie utili sulla canavalia ensiformis, qui e qui. Seminai in contenitore per anticipare la coltivazione, solo i semi con "l'occhio" evidente germogliarono in poco tempo e trapiantai in Maggio le piante in piena terra. Per la fama di grande azoto-fissatore del Jack bean, scelsi il terreno più povero di nutrienti disponibile.
Le foglie grandi si arricchirono presto di fiori presenti in grappolo, grandi e di colore bianco, appariscenti.
Ai fiori seguirono i baccelli, piccoli all'inizio ma crescevano molto rapidamente!
Una crescita impressionante!
I mesi passavano, i baccelli continuavano a crescere senza che il loro colore mutasse dal verde al marrone, segno che i semi all'interno fossero maturi. A fine Settembre la crescita si arrestò, dimostrando che la durata di coltivazione non consentiva la maturazione completa nel mio terreno/clima. Tentai la carta del prelievo della pianta e del trasferimento in serra, con esito negativo.
La vegetazione non ripartì, staccai i baccelli facendoli seccare, all'apertura trovai i semi sì asciutti ma uguali a quelli piccoli che avevo ricevuto, senza traccia di ilo. Semi che si rivelarono immaturi alla risemina, non germogliarono, purtroppo! Fine della prova, penso che la coltivazione possa avvenire in luoghi diversi dal mio, e magari con varietà di canavalia più precoci.
Circa la commestibilità dello Jack bean, non posso confermare quanto il consumo di foglie come verdura e dei baccelli come fossero taccole e neanche il controverso uso dei semi maturi. Mi limito a segnalare le fonti disponibili, qui, qui, e qui.
lunedì 13 maggio 2019
CECE DI VALENTANO
Cece di Valentano
di Angelo Passalacqua
Dopo la lenticchia, un altro legume della Tuscia, il mitico "cece del solco dritto".
Coltivato da tempo nei comuni di Valentano e Acquapendente, in provincia di Viterbo, forse dagli Etruschi, come leggiamo qui e qui.
Non possono mancare le ricette tradizionali per gustare questo cece, qualche contributo filmato, il primo ed il secondo, dove vediamo la rievocazione del rituale del solco dritto, nell'anno 1977.
Lo sto coltivando questo anno, in compagnia di tanti altri ceci che, anno dopo anno, provo nel mio terreno, finora con ottimo risultato e sono certo che anche lui darà il meglio di sé!
di Angelo Passalacqua
Dopo la lenticchia, un altro legume della Tuscia, il mitico "cece del solco dritto".
Coltivato da tempo nei comuni di Valentano e Acquapendente, in provincia di Viterbo, forse dagli Etruschi, come leggiamo qui e qui.
Non possono mancare le ricette tradizionali per gustare questo cece, qualche contributo filmato, il primo ed il secondo, dove vediamo la rievocazione del rituale del solco dritto, nell'anno 1977.
Lo sto coltivando questo anno, in compagnia di tanti altri ceci che, anno dopo anno, provo nel mio terreno, finora con ottimo risultato e sono certo che anche lui darà il meglio di sé!
giovedì 9 maggio 2019
LENTICCHIA DI ONANO
La lenticchia di Onano
di Angelo Passalacqua
La provenienza è da un piccolo paese della Tuscia, in provincia di Viterbo, dove Lazio e Toscana si incontrano.
La lenticchia è tutelata da una De.Co del comune di Onano, in più è anche protetta da SlowFood.
La sua storia risale a tempi remoti, le sue straordinarie doti culinarie la fanno apprezzare all'assaggio, buccia impercettibile alla masticazione e sapore delicato ma saporito allo stesso tempo. Qui un contributo ed una tradizionale ricetta.
di Angelo Passalacqua
La provenienza è da un piccolo paese della Tuscia, in provincia di Viterbo, dove Lazio e Toscana si incontrano.
La lenticchia è tutelata da una De.Co del comune di Onano, in più è anche protetta da SlowFood.
La sua storia risale a tempi remoti, le sue straordinarie doti culinarie la fanno apprezzare all'assaggio, buccia impercettibile alla masticazione e sapore delicato ma saporito allo stesso tempo. Qui un contributo ed una tradizionale ricetta.
domenica 5 maggio 2019
ZUCCHINO DISCO VOLANTE
Zucchino Rodeo
di Angelo Passalacqua
A vederlo, si comprende perchè il nome italiano sia azzeccato, la forma è proprio quella. Altri nomi vanno da Rodeo a Patty Pan ma il suo nome originale è early white scallop squash
Una vecchia varietà di zucchino, come leggiamo qui.
Pianta con ciclo colturale precoce, portamento determinato con pianta compatta, i primi fiori compaiono praticamente al colletto, fioritura copiosa.
Presente ogni anno nel mio orto "a secco", si presta bene alla coltivazione senza acqua ed è resistente alle malattie tipiche dello zucchino, nelle zone più sfortunate basta un pò di zolfo, al bisogno.
Nell'orto con terreno più ricco ed irrigato la pezzatura degli zucchini è più generosa ma si conservano meno, la coltivazione (e non solo...) in questo filmato.
Può essere cucinato come gli altri zucchini ma la ricetta migliore è quella dello zucchino ripieno, qui in una ricetta vegana ma io la consiglio con il ripieno fatto con la polpa dello zucchino sminuzzata, melanzana bianca, cacioricotta di capra, capperi e maggiorana.
di Angelo Passalacqua
A vederlo, si comprende perchè il nome italiano sia azzeccato, la forma è proprio quella. Altri nomi vanno da Rodeo a Patty Pan ma il suo nome originale è early white scallop squash
Una vecchia varietà di zucchino, come leggiamo qui.
Pianta con ciclo colturale precoce, portamento determinato con pianta compatta, i primi fiori compaiono praticamente al colletto, fioritura copiosa.
Presente ogni anno nel mio orto "a secco", si presta bene alla coltivazione senza acqua ed è resistente alle malattie tipiche dello zucchino, nelle zone più sfortunate basta un pò di zolfo, al bisogno.
Nell'orto con terreno più ricco ed irrigato la pezzatura degli zucchini è più generosa ma si conservano meno, la coltivazione (e non solo...) in questo filmato.
Può essere cucinato come gli altri zucchini ma la ricetta migliore è quella dello zucchino ripieno, qui in una ricetta vegana ma io la consiglio con il ripieno fatto con la polpa dello zucchino sminuzzata, melanzana bianca, cacioricotta di capra, capperi e maggiorana.
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