di Paolo Basso
Broccolo ramoso calabrese
E' un broccolo precoce, viene anche chiamato Natalino, lo coltivo da parecchi anni con successo. Produce un bel broccolo compatto, gustoso, ma sono ottimi anche i ricacci dopo che si è raccolta la testa. Sono anche più gustosi del primo raccolto e in clima mite si raccolgono per tutto l'inverno.
Io semino ai primi di luglio in vaschette, dopo un mese trapianto le piantine in vasetto singolo e dopo altri venti giorni trapianto in piena terra, in genere dove ho coltivato i pomodori e già concimato in precedenza. Niente lavorazione profonda, solo una zappettatura superficiale per fare i solchi in cui spargere un po' di cenere e trapiantare. Inizialmente occorre irrigare bene, poi dovrebbero arrivare le piogge autunnali.
mentre in questa si possono vedere i ricacci dopo una ventina di giorni.
Raccolti anche questi la pianta ne produce nuovamente, e questo sino a fine marzo, metà aprile.
Come tutti gli altri broccoli si consumano lessi in poca acqua e conditi con olio extravergine, i ricacci sono ottimi anche saltati con una pasta corta.
Broccolo riccio di Sarno
Simile come precocità al broccolo calabrese, ma con testa meno compatta e ricacci più simili alle cime di rapa
Forse rispetto al calabrese è più adatto a climi miti e con meno resa nei raccolti successivi al primo, ma personalmente lo preferisco per frittate e consumato crudo.
Broccolo di Putignano
Nel mio clima ha dimostrato di essere il più precoce, belle teste grosse e compatte, meno resa nei ricacci (sempre rispetto al broccolo calabrese) che tendono a diventare un po' legnosi nel gambo.
Broccolo riccio a getti di Napoli
A differenza dei precedenti è tardivo, estremamente ramoso e vigoroso, da piantare ben distanziato, almeno una cinquantina di cm sulla fila. Le foglie sono di un colore verde scuro, quelle vicine alle infiorescenze sono quasi nastriformi e ondulate. Ma devo dire che è un'ottima varietà, che prolunga la stagione dei broccoli.
Non ha praticamente un broccolo principale ma tanti ricacci che crescono quasi contemporaneamente, lunghi ma teneri, di un gusto particolare e facili da raccogliere senza piegare la schiena. Unico difetto è che la raccolta non è così scalare come le altre varietà, ma sicuramente più abbondante
Altra caratteristica insolita è il colore dei fiori, quasi bianco che contrasta colo colore scuro delle foglie.
Per finire: questa è la mia esperienza, nel mio clima, probabilmente in climi diversi anche la semina sarà in tempi diversi, altrettanto la maturazione, ogni contributo ed ogni esperienza diversa è ben accetta.
Cavolo Riccio e Mignolicchio
di Angelo Passalacqua
Molto spesso i contadini usano il medesimo nome per indicare piante diverse, a differenza degli esperti botanici (vedi quanto ho detto per le senapi). Questo fenomeno è detto "sottodifferenziazione", per gli anglofili "underdifferentiation" e, come vedremo, si ripresenta anche per il cavolo riccio.
CAVOLO RICCIO n.1
Questo cavolo arriva anche al metro e mezzo di altezza, la foglia è molto incisa e frastagliata, le cime sono piccole, la resa della raccolta è decisamente bassa. L'odore tipico è forte, deciso, per contro le cime sono tenere. Il ciclo colturale è medio-precoce, semina a fine Agosto.
Particolare della foglia:
Fiori
CAVOLO RICCIO n.2
Questo cavolo riccio ha dimensioni contenute, cime tenere e di delicato sapore, se ne consumano anche le foglie tenere, al taglio della cima centrale ricaccia con corte cime tozze, mai dure. Semina a fine Agosto, ciclo tardivo, si fanno buoni raccolti fino ad Aprile.
Particolare della foglia:
CAVOLO "MIGNOLICCHIO"
Questa varietà è presente, a macchia di leopardo, nel Barese e nel Leccese, il sapore è eccellente, la pianta ha ciclo tardivo, si raccoglie sino a Giugno, le infiorescenze sono grosse, i ricacci numerosi e continui
Particolare della foglia:
Fiori
Visto che sto coltivando cavoli molto particolari che conosco poco, ho trovato molto interessanti questi siti:
Grazie a Luciano C. ed altri fornitori, ho nell'orto i famosi cavoli perenni ed altri "tesori" di cui vi parlerò.
Questo è uno spinacio. E poi, tre cosette italiane...