di Paolo Basso
E' un ortaggio dai molti nomi, è anche conosciuto come zucca centenaria, per il numero dei frutti che può fare, chayote in Sud America, nome con cui è conosciuta anche la C.ficifolia.
Ne esistono parecchie varietà, tra cui una verde senza spine, ma la gialla delle foto è la più diffusa. La coltivazione è molto semplice, basta interrare parzialmente una zucchetta in primavera che questa emetterà una radice ed un germoglio, nei climi meno favoriti può anche essere precoltivata in vaso, per poi interrarla quando le temperature saranno più favorevoli.
Come tutte le cucurbitacee rampicanti vuole spazio, può essere fatta arrampicare su un vecchio albero o su una rete di recinzione, io ho utilizzato una scarpata molto ripida.
Anche il terreno deve essere permeabile e con molto humus, io ho scavato una fossa riempita di scarti vegetali qualche mese prima poi ho pacciamato molto in estate per mantenere l'umidità.
La pianta è cresciuta notevolmente per tutta l'estate, solo a settembre sono apparsi i primi fiori all'ascella delle grosse foglie, fiori maschili su un unico stelo
e fiori femminili singoli da cui si sviluppano le zucchine
La pianta è perenne in clima mite, nei climi più freddi si può proteggere dal gelo le radici alla base del tronco con abbondante pacciamatura.
In primavera la pianta rivegeta ed anche i giovani getti possono essere consumati come asparagi.
La zucchetta può essere consumata in vari modi, io per ora l'ho solo fatta fritta a fette, ma ho letto di varie ricette, a Capo Verde, dove la chiamano Cristophine la fanno al forno ripiena di carne. Effettivamente da sola ha un gusto un po' anonimo…
Aggiornamento del 30 aprile 2011
Ecco come si presentano i nuovi getti una settimana dopo aver tolto la pacciamatura di protezione invernale sopra le radici della vecchia pianta:
AGGIORNAMENTO 16 NOVEMBRE 2012
Aggiungo al post di Paolo le foto e qualche altra informazione.
Riempite con terriccio una scatola di cartone, mettete la zucca in posizione inclinata, i getti devono essere a pochi centimetri dal terreno perché le radici sbucano anche loro da lì.