Pane di ghianda /3
di Angelo Passalacqua
Un'altra ghianda, un "supercibo dimenticato" da riscoprire qui in Puglia, altrove è già accaduto
La quercia Vallonea con le sue enormi ghiande, a Tricase cresce da quasi mille anni, la conosciamo in questo video. La vallonea ossia Quercus ithaburensis subsp. macrolepis
Anche la cupola che contiene la ghianda ha un utilizzo interessante, ci si ricava un'essenza tintoria
Le ghiande si fanno essiccare all'aria fino a che, scuotendole, "suonino" e il seme viene estratto, la sua consistenza è al livello della pietra, prima di poter essere macinata va tenuto in acqua fredda e poi affettato finemente ed asciugato.
La riscoperta della ghianda vallonea non ancora avvenuta in Italia e nel Salento, invece nell'isola di Kea, in Grecia l'americana Marcie Mayer ha fondato un'azienda che usa la farina di ghianda, creando anche un'indotto produttivo, lo vediamo qui.
Marcie racconta che il suo fine era ridare valore ad un lavoro perduto, dare un contributo per integrare il reddito agli agricoltori greci ed anche consolare gli anziani che, in tempi ingrati, si erano salvati dalla fame mangiando le ghiande, vergognandosi di confessarlo...
Qui, qui, qui , qui e qui filmati relativi al progetto della Mayer
Ed a confermare quanto sempre detto circa il continuo viaggiare dei semi, Marcie ha portato con sé le ghiande della sua terra, Quercus agrifolia, ora crescono anche a Kea!
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