di Orto delle Piane
Nella primavera 2012, nei post "Cavolaia" e Cavolaia - un po' di giustizia, avevo raccontato le mie esperienze riguardo la farfalla cavolaia e i metodi che avevo adottato per difendermi, promettendo di completare la trattazione con altre immagini che al momento non avevo disponibili.
Nella primavera 2013 ho completato l'opera posizionando la copertura a rete, ed ora la "cavolata" appare così:
Sono soddisfatto del risultato, i cavoli si presentano sani, senza bruchi, senza buchi e senza cacche di bruco.
La copertura è composta da due teli di rete antigrandine della larghezza di 8 metri e lunghezza di metri 25, affiancati e giuntati un poco sovrapposti con semplice cucitura lunga fatta con ago e spago.
La maglia di questa rete è di millimetri 7 x 5, sufficiente a fermare le farfalle più grandi, un po' troppo larga per fermare per bene quelle più piccole (vedi più avanti).
Consiglio quindi di utilizzare una rete a maglie più fini, ho visto che in commercio si possono trovare anche maglie da 4 x 2,5 millimetri, e si può ulteriormente cercare tra le reti per la raccolta delle olive, dove il tipo "pugliese" pare abbia maglie ancora più piccole, e tra le reti anti insetto.
Per fermare la rete ho usato delle mollette da bucato, facili e veloci da mettere, e da togliere quando nell'autunno, e prima dell'arrivo della neve, dovrò rimuovere e ritirare la rete per evitare i danneggiamenti da troppo peso.
La rete antigrandine ha una discreta robustezza riguardo agli sforzi distribuiti sull'insieme, è invece delicata se viene tirata in punti localizzati.
E' quindi bene che la struttura di sostegno sia il più possibile priva di facili punti di impiglio (ferri sporgenti, schegge di legno), e che i punti di sforzo siano distribuiti su superfici sufficientemente ampie.
Quella che ho utilizzato ha un irrobustimento tipo "cimossa" ai bordi e ogni due metri, dove consiglio di ancorare gli sforzi maggiori (pali e/o fili di sostegno).
Il palo di sostegno centrale che vedete qui sotto aveva la testata un po' piccola, che tendeva a deformare la rete, quindi, per distribuire meglio lo sforzo, ho ingrandito la superficie di appoggio infilando sulla testa del palo una bottiglia di plastica tagliata.
Movimentando reti grandi può comunque capitare di fare qualche strappo, che se è piccolo non costituirà un problema, e se è grande lo possiamo riparare, con ago e filo e/o con una "pezza" ricavata da uno scampolo di rete.
Come anticipato più sopra una varietà di farfalla pare essere riuscita ad infilarsi tra le maglie della rete e deporre uova sulle foglie, dalle quali è nato questo bruco, che suppongo essere figlio della piccola farfalla chiamata tignola delle crocifere (Plutella xylostella)
(Andrea Mangoni se ci sei batti un colpo!)
Non ho invece trovato uova e bruchi delle altre tre farfalle cavolaie più grandi (Pieris rapae, Pieris brassicae, Mamestra brassicae) che avevo menzionato nei precedenti post.
L'infestazione e il danno rilevato sono comunque modesti e tali da non destare preoccupazione.
In un altro orto di tipo famigliare di più ridotte dimensioni ho applicato lo stesso principio di difesa utilizzando però una struttura più piccola e semplice, questa:
La struttura è costituita da archetti in tondino di ferro d'armatura di modesto diametro (6 millimetri), che è pratico siano flessibili e piegabili con la sola forza delle mani (si possono usare anche flessibili rami di legno).
Per fare i lavori e i raccolti è sufficiente sollevare la rete su di un lato
Utilizzo questi archi anche per sorreggere dei teli trasparenti creando delle piccole serre a tunnel.
L'arco singolo appare così:
Lo impianto nel terreno sino al tirante in filo di ferro, che essendo scorrevole può essere posizionato più o meno alto, con l'avvertenza di lasciare comunque un sufficiente "gambo" da impiantare.
La misura minima che consiglio è un tondino lungo metri 2,50 adatto a sorreggere una rete, o un telo trasparente, larghi metri 2,00.
La lunghezza del tunnel è ovviamente libera e variabile, secondo le proprie necessità.
Per fare gli archetti tutti uguali ho predisposto una semplice "dima" fatta con 7 grosse viti fissate su un pannello di legno.
Ho segnato la metà del tondino e l'ho posizionato sulla dima facendo corrispondere la metà con la vite A.
L'ho piegato sulle viti e, f, d, g e l'ho fermato tra le viti B e C.
Ho bloccato l'elasticità dell'arco con un filo di ferro chiuso ad anello che ho avvoltolato sino a tensione rigirando un chiodo nel punto D.
Questo della rete è il sistema che attualmente uso con soddisfazione e successo per difendermi dalle fetenti cavolaie, ma voglio qui ricordare che "maestro" Angelo ne ha suggerito un altro, lo ha indicato in un commento lasciato nei precedenti post cavolaia, che ha chiamato "fasce di intercropping"
Anche "sorella" Francisca ha suggerito un altro metodo, che ha chiamato "undersowing"
Ma adesso basta parlare di accrocchi e strutture e metodi di difesa, godiamoci quindi anche quello che ci adoperiamo a difendere, e per me la scoperta e la bella e buona sorpresa di quest'anno è stato il cavolo rapa!
E a chi si fosse domandato "ma che cavolo ve ne fate di tutti quei cavoli?" ecco la risposta:
Li offriamo in assaggio nel nostro umile banchetto che allestiamo in paese, per far provare la differenza tra gli ortaggi coltivati in modo "naturale" e gli "altri"
E per finire un affettuoso saluto a tutti gli amici dalle feroci guerriere ortolane di "Orto delle Piane"
Nella primavera 2012, nei post "Cavolaia" e Cavolaia - un po' di giustizia, avevo raccontato le mie esperienze riguardo la farfalla cavolaia e i metodi che avevo adottato per difendermi, promettendo di completare la trattazione con altre immagini che al momento non avevo disponibili.
Nella primavera 2013 ho completato l'opera posizionando la copertura a rete, ed ora la "cavolata" appare così:
La "cavolata" finita con la posa della copertura realizzata con la rete antigrandine |
L'interno della "cavolata" |
La maglia di questa rete è di millimetri 7 x 5, sufficiente a fermare le farfalle più grandi, un po' troppo larga per fermare per bene quelle più piccole (vedi più avanti).
Consiglio quindi di utilizzare una rete a maglie più fini, ho visto che in commercio si possono trovare anche maglie da 4 x 2,5 millimetri, e si può ulteriormente cercare tra le reti per la raccolta delle olive, dove il tipo "pugliese" pare abbia maglie ancora più piccole, e tra le reti anti insetto.
Particolare della cucitura |
Mollette da bucato |
E' quindi bene che la struttura di sostegno sia il più possibile priva di facili punti di impiglio (ferri sporgenti, schegge di legno), e che i punti di sforzo siano distribuiti su superfici sufficientemente ampie.
Quella che ho utilizzato ha un irrobustimento tipo "cimossa" ai bordi e ogni due metri, dove consiglio di ancorare gli sforzi maggiori (pali e/o fili di sostegno).
Il palo di sostegno centrale che vedete qui sotto aveva la testata un po' piccola, che tendeva a deformare la rete, quindi, per distribuire meglio lo sforzo, ho ingrandito la superficie di appoggio infilando sulla testa del palo una bottiglia di plastica tagliata.
Particolare della testata di un palo centrale |
Particolare del rammendo di un buco nella rete |
(Andrea Mangoni se ci sei batti un colpo!)
?Bruco di Plutella xylostella? |
L'infestazione e il danno rilevato sono comunque modesti e tali da non destare preoccupazione.
In un altro orto di tipo famigliare di più ridotte dimensioni ho applicato lo stesso principio di difesa utilizzando però una struttura più piccola e semplice, questa:
"Cavolata" per orto famigliare |
Per fare i lavori e i raccolti è sufficiente sollevare la rete su di un lato
Utilizzo questi archi anche per sorreggere dei teli trasparenti creando delle piccole serre a tunnel.
L'arco singolo appare così:
Arco in tondino di ferro |
La misura minima che consiglio è un tondino lungo metri 2,50 adatto a sorreggere una rete, o un telo trasparente, larghi metri 2,00.
La lunghezza del tunnel è ovviamente libera e variabile, secondo le proprie necessità.
Particolare della dima |
Ho segnato la metà del tondino e l'ho posizionato sulla dima facendo corrispondere la metà con la vite A.
L'ho piegato sulle viti e, f, d, g e l'ho fermato tra le viti B e C.
Ho bloccato l'elasticità dell'arco con un filo di ferro chiuso ad anello che ho avvoltolato sino a tensione rigirando un chiodo nel punto D.
Particolare del filo di ferro avvoltolato |
Anche "sorella" Francisca ha suggerito un altro metodo, che ha chiamato "undersowing"
Ma adesso basta parlare di accrocchi e strutture e metodi di difesa, godiamoci quindi anche quello che ci adoperiamo a difendere, e per me la scoperta e la bella e buona sorpresa di quest'anno è stato il cavolo rapa!
Cavolo rapa |
Banchetto "Orto delle Piane" |
E per finire un affettuoso saluto a tutti gli amici dalle feroci guerriere ortolane di "Orto delle Piane"
!Ciao! |
Grazie Giovanni per questa bella descrizione e per la semplicità nei dettagli.
RispondiEliminaBei cavoli, sani e rigogliosi e un bel verdeggiare tutto intorno...
Di che diametro sono i tondini per la costruzione del tunnel?
Bella e semplice la soluzione dei tiranti. Da adottare sicuramente.
Roberta
Ciao Arvalia, ho usato tondini da 6 millimetri, ma penso che basterebbe anche meno
EliminaQuando si dice "fare le cose in grande"!
RispondiEliminaCavoli bellissimi, complimenti.
E' un vero piacere leggere le vostre "istruzioni per l'USO" e vi ringraziamo e facciamo tanti auguri ai cavoli vostri.
RispondiEliminaBella la "cavolata"...
RispondiEliminaIl titolo di "maestro" spetta a te ed alle agguerrite aiutanti, sei stato preciso, concreto, molto più utile del "mio" intercropping e dell'undersowing di Francesca, metodi validi ma riservati ai professionisti bio con molta terra a cui badare...
Angelo
Grazie tante per questo ennesimo utilissimo post!
RispondiEliminaOrto come sei preciso e ingegnoso. Per i bruchi saranno tempi duri dopo la diffusione di questo articolo.
RispondiEliminaPs. La falce nelle mani della guerriera ortolana serve ad accorciare le erbe nell'orto Fukuoka? Ho un'immagine su un libro, in cui Masanobu si fa largo nella foresta di spontanee con la falce in mano.
RispondiEliminaE quali verdure crescono in una foresta di spontanee dove si può entrare solo con il falcetto? Dove trovano aria, terra e luce?
EliminaNormalmente le erbe dell'orto le tengo molto basse con un decespugliatore a motore, rumoroso e puzzolente e poco "fukuokiano" ma decisamente più veloce della falce.
EliminaMa in questo caso avevamo da debellare l'alta cespugliosa giungla che si era formata intorno alla "lamponera" per agevolare il raccolto dei lamponi, e la falce, che noi chiamiamo "meula" risultava più efficiente.