di Roberta
Il piattello fa parte della famiglia delle composite (asteraceae). Prende anche il nome di costolina, costa d'asino o giuncolina.
Si presenta con una rosetta basale formata da foglie che possono essere più o meno dentate ai bordi e presentare una superficie liscia o pelosa o leggermente bollosa.
Le foglie sono carnose, croccanti e di un bel verde, più o meno luminoso, a volte cerato, a volte spento dalla impercettibile peluria.
Il fiore, simile a quello del tarassaco, a petali gialli, si sviluppa allungando il gambo per una trentina di centimetri.
Qui lo vedete nato in mezzo al cemento, tra le fragole di bosco: indice che la vita ha la forza di nascere dappertutto. Il terreno si trova a 650 metri s.l.m. A questa altezza si riesce a trovare qualche piantina anche in piena estate, ma la zona è abbastanza umida. Segnalo che il terreno è argilloso e che questa piantina lo riempie quasi tutto, quindi nasce anche su terreni difficili.
La pianta è perenne. Dalla carnosa radice a fittone ogni anno si sviluppano più piante.
Sono commestibili sia le foglie (crude o cotte) che le radici (tostate ed usate come surrogato del caffè - non le ho mai provate). Suppongo che i boccioli, prima di aprirsi, possano essere utilizzati come i capperi, allo stesso modo dei boccioli del tarassaco.
Questa è la raccolta di foglie di piattello e di aglietti selvatici, nati nello stesso prato.
La cosa più antipatica della raccolta è che le foglie sono spesso sporche di terra che la peluria trattiene morbosamente, insieme alle fogliette ed alle pagliuzze. In conclusione sono difficili da pulire.
Al taglio sviluppano il lattice che in poco tempo annerisce.
http://www.piantespontaneeincucina.info/documenti/schede_delle_principali_specie_della_tradizione_alimentare/hypochoeris_radicata.pdf
Questo è il prodotto finale della raccolta. Un'ottima insalata croccante ed aromatica, leggermente amara, ma non troppo.
A mio parere, questa pianta da il meglio di sé consumata cruda.
Può essere cotta insieme alla cicoria che contribuisce ad addolcire. Bollita per poco tempo, senza aggiunta di altre verdure, è gradita a chi non sopporta l'amaro della cicoria.
Un altro nome comune del piattello è ingrassaporci, anche i cinghiali adorano le radici ed arano il terreno con effetto "terreno bombardato"...
RispondiEliminaIl piattello può essere confuso con piante simili ma comunque tutte commestibili, quindi non c'è da temere. Una per tutte, il Dente di leone autunnale, leontodon autumnalis.
Sono d'accordo con te, è meglio gustarlo crudo, è piacevolmente amarognolo, cotto è meglio assieme con altre "cicorielle" miste.
Angelo
Bisognerebbe provare a mangiare le radici... magari sbollentate e ripassate in padella :-)
EliminaLo conosco da poco e non l'ho ancora provato, quasi quasi vado a raccoglierne qualche rosetta per cena.
RispondiEliminaMerita l'assaggio, sia la pianta che la radice.
EliminaAngelo
Dopo questo articolo l'ho assaggiato diverse volte. Dalle mie parti non è molto diffuso, soprattutto cresce stentato nel terreno troppo arido e duro, così ne ho messe un paio di piantine nell'orto.
EliminaOggi ho raccolto le foglie e stasera le mangerò. Grazie per avermelo fatto conoscere.
Ciao Angelo,
RispondiEliminanon sono riuscito ad immettere il sottostante commento sull'erba piattello alla pagina
http://amicidellortodue.blogspot.it/2012/05/piattello-hypochoeris-radicata.html
potresti farlo tu, per favore? Mi sembrerebbe importante divulgarlo:
Attenzione però, consumate il piattello con moderazione perché, per esperienza mia, avendone ecceduto mi ha provocato l'effetto Rio Grande quando straripa e si porta via si i pesticidi ma anche i frutti del caffè, nel senso che è un'erba più depurativa che nutritiva, io sono arrivato alla conclusione, così come anche per il tarassaco, l'ortica, la cicoria selvatica, ecc... di mangiarle non più di un paio di volte la settimana, non mangiare queste erbe mai sarebbe comunque dannoso perché la depurazione è molto importante, all'interno delle nostre cellule restano imprigionate delle sostanza nocive che potrebbero generare i tumori e vengono lavate via dall'effetto altamente diuretico di dette meravigliose erbe ma per l'appunto, esagerando, a me e spero che non sia così per gli altri, portano a mare anche sali minerali, proteine, ecc..., ultimamente per esempio il mio organismo, essendo stato privato per questo motivo del calcio è andato a prenderselo nel mio ginocchio sinistro che si è per questo infiammato dandomi non pochi problemi, nelle campagne di queste erbe ce ne sono a tonnellate e a costo zero ma andiamoci piano, se no sarebbe troppo facile, se fossero solo nutritive, ci si potrebbero sfamare tante persone però si potrebbe tentare di estrarne la vitamina c, il calcio, i carboidrati facendone farina, con lo stesso metodo che stanno già adottando con successo producendo farina con l'erba medica per utilizzarla come mangime per animali... concludendo, in tutte le cose, dobbiamo allontanarci sia dal troppo che dal troppo poco, percorrendo il giusto mezzo che è poi diverso da individuo a individuo e piano piano, sperimentando con cautela su ognuno di noi, cercare di trovarlo...
Grazie, cordiali saluti
Mario Barcherini
Castiglione del lago (PG)
@ Mario Barcherini - Bella questa tua osservazione "effetto Rio Grande" e la conseguente filosofia della "giusta via di mezzo" - per cui, pur dispiacendomi per il tuo ginocchio sinistro, per il resto ho assai apprezzato!
Elimina@Mario Barcherini
EliminaQuoto il commento di Orto, grazie per la condivisione della tua esperienza.
Grazie per l'avvertimento. Oggi avevo l'insana voglia di eccedere con il piattello, ma grazie ai saggi consigli sarò morigerata, giuro!
EliminaGrazie ti do il mio numero se vuoi chiamami 3489140822 Angelo
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