di Angelo Passalacqua
Prima di parlare di questo particolare cavolo acefalo, vi invito ad un giro turistico, andiamo a vedere la sua terra di origine.
http://www.welkoam-iip-lunn.de/bilder/okt2009_teil1.htm
Lo vedete nella foto numero 22, è chiaro perché viene chiamato anche il cavolo delle scogliere
Ho seminato in vivaio ad Agosto 2011, il trapianto in piena terra ad Ottobre, ai piedi di un albero di mandorlo dove ha goduto dell'ombra nelle ore più calde della rovente estate 2012, riconoscerete la vaschetta di coltivazione delle carote di Polignano, a sinistra.
Anche questo cavolo senza testa è una varietà "perenne", dura più anni come il nero toscano, i mugnuli leccesi ed i cavoli ricci
Durante la crescita le grandi foglie erano coperte da una patina pruinosa, meccanismo di difesa della pianta contro la disidratazione, irrigazione ogni tre giorni.
Impressione che ha trovato conferma con la prima gelata di fine Dicembre, le foglie si sono scurite, prendendo un colore verde scuro-grigio ed arrossendo le coste
La pianta non ha una cima principale ma molti getti laterali, non c'è il minimo accenno di fioritura, azzarderei che ciò avverrà in Marzo-Aprile, aggiungerò le foto in seguito
Bello! Sai che ho una predilezione per le crucifere.
RispondiEliminaCi dirai del gusto, mi raccomando.
Obiettivo principale è una buona scorta di semi ma c'è "materiale" sufficiente per una prova culinaria! Ti mando i semi appena disponibili.
EliminaCiao.
Angelo
Certo che tu Angelo a scovar verdure sei proprio un segugio, ti ci vedo proprio precariamente appeso al bordo dell'ala del bimotore in stretta virata a cercare di raccattare al volo un cavolo di scogliera ...
EliminaCiao Giovanni, l'immagine di un seedsaver alla Indiana Jones o alla Charles Darwin è suggestiva e gratificante ma, al limite, posso definirmi un cercatore di piante, mai preso un aereo finora, i semi mi sono arrivati per posta aerea...
EliminaCiao Roberta,
che fosse un cavolo poco freddoloso era prevedibile ma che sopportasse senza danni una estate come quella rovente del 2012 è stata una gradita sorpresa! Metterò le foto degli aggiornamenti.
Angelo
non conoscevo l'esistenza di questo cavolo; è curioso vedere che anche in queste terre così diverse dalle nostre per clima, il cavolo mantiene la stessa fisionomia, sembra non avere caratteri distintivi, come avviene invece per animali o piante che adattandosi ai climi cambiano il loro aspetto. assaggialo quando sarà il momento e poi raccontaci!
RispondiEliminaLe cavolaie non si danno pace neanche con i cavoli del freddo nord!
RispondiEliminaAttendiamo notizie per vedere come trascorrerà la calda estate italiana e se riuscirà a passarla indenne.
Roberta
Ciao Angelo. Ero a Cesena la scorsa settimana, i soci di CC nell' incontrarmi mi chiedevano " Dato che sei tornata a Sud conosci Angelo P.?". Non pensavo di sapere chi fosse finchè non mi è stato citato questo blog. Bene, dicono che dovrei venire a trovarti.. Spero quindi di incontrarti.
RispondiEliminaProbabilmente questo cavolo è quello che continuano a descrivermi le contadine del mio borgo, un cavolo riccio che non si chiude. Loro lo chiamano cavolo antico, chissà se è lui.
Un abbraccio, Raffa
Ciao Raffaella,
Eliminasono felice di sapere che qualcuno degli amici di CC si ricorda di me, tu sei troppo giovane per conoscere il "matto" che scambiava o, più spesso, regalava semi già nel 2006...
http://www.civiltacontadina.it/modules/newbb/viewtopic.php?topic_id=1661&forum=1
Sarà un piacere incontrarti,se passi dalle mie parti.
Non penso che il cavolo antico che citi sia quello di Helgoland, ci sono molte varietà di cavoli ricci ed acefali in Puglia e Basilicata, probabilmente è il cavolo nero lucano oppure quello alto da foglia o ancora la turzella... Qui ne parlano, loro se lo ricordano:
http://www.youtube.com/watch?v=s2gsWHg9Tl8
Angelo
Eccome Angelo se si ricordano!! Che bello questo video..
EliminaIo Angelo sono nuova eletta nel direttivo di CC, vediamo di smuovere un pò il Sud.
Posso cercarti su Fb ci sei?
Scopro di che cavolo si tratta e ti faccio sapere.
Sono in fissa, ora , con i frutti antichi ma non ho portainnesti e non so come fare.
Ti auguro buon lavoro!
EliminaEro socio di tre associazioni che si occupano di semi e piante "antiche" fino a cinque anni fa, ne sono uscito deluso, unica nota positiva la conoscenza di persone con cui sono rimasto in contatto. Ero a disagio, avere "l'obbligo" di salvare per forza piante e semi mi toglieva il piacere di scegliere cosa coltivare, qui nel blog sono a posto, faccio il mio "lavoro" senza secondi fini, per mio puro piacere! Sai bene che di Biodiversità si parla molto, a volte troppo, c'è tanta gente piena di buona volontà ma inesperta, di sicuro ci sono troppi luoghi comuni e troppa enfasi...
Non mi trovi su FB, né su Twitter e nemmeno su Linkedln, ogni giorno ricevo inviti in merito e devo sempre spiegare che non sono interessato, mi possono trovare qui, nel blog. Con piacere sono contattato da tanti "esperti", come non mi succedeva prima, mi contattano "ortolani" appassionati come me, da tutto il mondo, mi offrono semi con orgoglio, sicuri che vanno "in buone mani". Così ho i semi dei grani antichi coltivati in Nord Europa, il "vero" pomodoro Re Umberto, semi dalle Americhe ed dall'Australia.
Con ognuno di questi amici c'è una "conoscenza diretta", come piace a me!
Per i portainnesti devi guardarti intorno, cosa cresce (cresceva?) nei tuoi luoghi? E, in caso di necessità, ricorda che ogni portainnesto può ricevere 4 e più varietà!
Angelo