lunedì 22 giugno 2020

FAGIOLINA DEL TRASIMENO


La fagiolina del Trasimeno 

di Angelo Passalacqua 


Il più piccolo di dimensione tra i fagioli Vigna, la Famiglia proveniente dall'Africa e poi partita per altri luoghi, l'Europa, il Medio Oriente e l'Oriente, magari cambiando anche nome, come è successo alla "soia" rossa e quella verde, che invece sono "dolici", vecchia denominazione di questi fagioli. 


A destra nella foto, la fagiolina in compagnia del "fratello" maggiore, il dolico di Santeramo 


Per confronto, i due semi in basso sono sempre di dolico 



A differenza di altri Vigna che vengono coltivati per la produzione di ricercatissimi fagiolini, la fagiolina fa subito "il filo" al suo baccello, quindi può essere mangiata come fagiolo secco. Per le sue piccole dimensioni è una coltivazione in via d'estinzione, in pochi continuano a seminarla, zone ristrette come quella che gli dà il nome, sul lago Trasimeno, dove contribuisce ad integrare il reddito dei contadini locali. 



Tutte le fasi della coltivazione sono svolte manualmente, una grande fatica ma, per fortuna, organizzazione come Slow Food contribuiscono a far conoscere ed apprezzare questi fagioli, qui il Presidio



Come molti altri Vigna, anche la fagiolina si presta egregiamente alla coltivazione in arido, senza mai irrigare, resiste bene al caldo torrido e teme invece le basse temperature. 

Per finire, una ricetta con la fagiolina

9 commenti:

  1. Scopro soltanto adesso questo Blog, e me ne dispiaccio.
    Vorrei farvi ci complimenti.
    Vi seguirò con interesse.
    A.A.

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    1. Benvenuto A.A. e grazie per i complimenti. Il rammarico per la tardiva conoscenza è reciproco, ho appena visitato il tuo blog e ricambio i complimenti. Sono andato subito a leggere i tuoi primi post, con piacere leggerò tutti gli altri.

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  2. Ho coltivato la fagiolina per qualche anno, e non mi creato grandi problemi nella coltivazione, pur essendo in una delle zone più torride dell'orto, per di più addossata a un muretto che amplifica l'effetto del calore nella parte bassa delle piante. Il problema è che la resa è davvero bassa, per cui ho abbandonato la coltivazione. Per fare un minestrone ce ne vogliono... Ho ancora dei semi a disposizione, ma hanno qualche anno e non garantisco sulla loro germinabilità.

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    1. Ciao, Parrafo. Non riusciamo più a comunicare, la tecnologia a volte è inaffidabile.
      Amici dell'Orto, scusate il commento privato.

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    2. Ciao Bernardo, anche io sono in ritardo nella risposta alle tue e-mail, ti scrivo appena possibile.
      Per la fagiolina hai ragione, la grande fatica che comporta coltivarla giustifica il prezzo di vendita e, purtroppo, perché restano in pochi a coltivarla.

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    3. da qualche anno ho una fagiolina del Trasimeno di varietà "bassa", bassa si fa per dire perchè ha bisogno di un tutore di almeno un metro e mezzo. I semi sono tutti uguali nella forma e nel colore. La resa è soddisfacente.
      Con gli scambi ho avuto alcuni semi della fagiolina del Trasimeno come quella di questo post - colorata - ed a primavera ho potuto seminare una fila di circa tre metri. Ho messo tutori di due metri, ma sarebbero serviti più alti perchè si è arrampicata parecchio in alto invadendo le cime di una fila di mais adiacente.
      Leggendo i commenti sulla resa della fagiolina, sono stato stimolato a verificare la produzione delle piante che ho seminato ed alla fine è risultato un chilo e mezzo di granella secca. Onestamente non mi aspettavo tanta abbondanza anche perchè, combattuto dalla costante carenza di spazi, avevo trovato loro un posto con solo qualche ora al giorno di sole diretto.

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    4. La tua testimonianza smentisce la cattiva fama attribuita alla fagiolina, l'abbandono della coltivazione è invece dovuta al necessario lavoro manuale richiesto.

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  3. Ma anche i comuni fagioli non sono quasi più coltivati nei pochi orti domestici ancora rimasti, anche se la resa rispetto alla fagiolina, o ai comuni fagiolini verdi nani (le ''cornette'') è molto maggiore. Aggiungo, a vantaggio della fagiolina del Trasimeno, di non avere avuto danni causati dagli insetti, soprattutto cimici, pur presenti sulle piante, mentre le piante di comuni fagioli e soprattutto dei fagioli di Spagna mi vengono ''asciugate'', ''succhiate'', da afidi e cimici.
    p.s. in effetti con le mail ho problemi, ma insisto nei tentativi

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    1. Interessante.
      In effetti solo poche persone continuano a coltivare i fagioli, in genere perché sono grandi appassionati di questi legumi. Gli altri trovano estremamente sgradevole doverli sgranare, O per mancanza di manualità, per semplice pigrizia, o perché vedono una grande quantità di Baccelli da scartare. Cosi preferiscono le tipologie già pronte al consumo, come. quelli surgelati o già lessati in lattina...
      Io ho quasi abbandonato perché non potrei proprio mangiarli.

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